Lettera aperta ai militanti del M5S

Mi sento di dare qualche consiglio da anziano ed ex militante del M5S anche se non richiesto per l’amicizia con tanti grillini. Lo farò sotto forma di lettera aperta, perchè con queste elezioni avete raggiunto il punto più basso della vostra storia politica, ma è sul sociale che, confrontando con l’esistente ci sono ampi margini di “miglioramento”.

Vedo solo una gran confusione e non sento parole pure evocate di autocritica. Da ciò che si legge pare necessario trovare un colpevole personale ( Conte?) e non mettere in discussione l’impianto fin qui pilotato da Grillo e Casaleggio junior in via ufficiosa, con pochi altri.
Come se il problema del M5S fosse nella conduzione di Conte e basta, tutti siete coinvolti.

Niente sull’organizzazione, sulla mancanza di strumenti, sull’uso delle poche risorse, ma soprattutto di campagne per tornare a radicarsi sui territori, altro che inseguire il PD democristiano-liberista, ma soprattutto sulla grande quantità di comitati, reti civiche sindacati di base, associazioni tematiche che agiscono ancora senza unificazione, ne sostegno.

Se avete idee alternative serve battersi fra la gente per farle assimilare, non nei talk show o non solo, perchè se fate tutt’uno senza discriminanti con il PD siete visti come la brutta copia e quelli vi asfaltano con organizzazione, mezzi comunicativi e relazioni spregiudicate.

Non dimenticate chi organizzava manifestazioni contro il reddito di cittadinanza o i vari bonus energetici, anche se pure voi avete dato 54 fiducie a Draghi ( PNIEC compreso)

Chiarire su quali temi si possono fare alleanze di scopo e non pateracchi di inciucio solo perchè col complesso dei minori. Il primo problema è trovare un ricambio di persone carismatiche, perchè siete il partito con più transfughi e cambi casacca di tutti e qualcosa vorrà dire sulle scelte fin qui fatte e sulla permeabilità della Vs organizzazione così com’è.

Ormai la dimostrazione plastica che la “casalinga di Voghera” NON può essere in grado di fare politica è dimostrato dai fatti, serve formazione e le decisioni importanti non può prenderle un vertice ristretto, usate i soldi possibili per fare politica, non per fare beneficenza assurda non siete la Caritas.

C’è anche un ulteriore elemento: siete fuori (in molte città) da reti civiche, da comitati e gruppi di associazioni per scelta e tutti vi vedono come uno dei partiti istituzionali che in tante occasioni hanno tradito, spesso proprio per scelte di alleanze politiche.

Devo ricordare la questione dell’acqua pubblica (che era una delle stelle, restituita a Grillo dal Movimento per l’Acqua Pubblica) in cui una legge con la proposta di trasformare le partecipate pubbliche in Aziende Speciali dava una veste giuridica diversa fatta anche con la collaborazione di vostri eletti messa in cantina? E oggi a Napoli la giunta costruita anche con la Vs partecipazione demolisce con un bliz tale possibilità unica di partecipazione popolare associativa.

Oggi parlare di ricostruzione non può essere un fatto solo interno, avete una responsabilità pesante, ma serve ragionare su come ritornare nel mare esistente sui territori fra chi si oppone, al di là delle sigle o del logo.

Per mettere insieme forze nuove serve non agitare bandiere divisive, ma usare umiltà e cercare rapporti, relazioni, partecipazione fra l’unica vera base diffusa che ancora resiste, pure se in difficoltà.

Non puoi dare leader catapultati! Chi ha capacità politiche deve nascere dalla selezione di fatto, deve uscire dal dibattito, dalle iniziative sul campo, serve un lavoro di “servizio” per tessere i punti della rete di opposizione senza mettere il cappello forzatamente.

Per fare questo la scelta di BUTTARE LE RISORSE POSSIBILI in beneficenza è assurda e da Tafazzi, l’onestà si può controllare, ma se non hai strumenti in un mondo in cui ormai la campagna elettorale viene fatta più sui media che sul territorio sei fottuto e l’etica serve a niente.

Sono 14 anni circa, da quando siete partiti a fare politica e qualcosa dovrebbe aver insegnato a fare democrazia interna, ma anche rispetto agli esterni con cui dovreste rapportarvi.

Poiché da 14 anni non fate un congresso dove chiamare a raccolta e parlarsi facendo uscire allo scoperto temi e anche volti nuovi, cosa aspettate mentre state a discutere come un ristretto vertice che, di fatto, decide tutto? Dov’è la comunità, l’aggregazione?

Forse però mi parrebbe utile più un lavoro certosino o almeno di medio periodo di ricostruzione di una opposizione sociale, poi si può pensare a come darle protezione istituzionale, non il contrario.

Una democrazia digitale non è una vera democrazia e qui aprirei un confronto concreto.

Lo stato comunicativo dei social, di NON discussione, di like a random o di insulti, non può essere una sintesi accettabile, serve ricostruire dando per scontato che TUTTO va cambiato dal programma alle forme, agli obiettivi minimi e massimi nel tempo.

Certamente nessuno ha chiesto mio intervento e basta cestinare, ma dal mio punto di osservazione, vedo lo spreco di risorse ed energie umane in una ripetizione come non ci fosse un domani. E non siete gli unici a farlo…

Ritengo che le buone idee di alcuni gruppi autoreferenziali come l’AVS che gioisce perchè ha preso 500.000 voti in più in un marasma regressivo del capitalismo finanziario globale non servano a nulla di per sé se chiusi nell’ottica delle istituzioni.

I gruppi alla Santoro, spuntati come funghi senza connessioni sul campo, nate da coesioni fra minoranze organizzate e frequentatori di salotti Tv, devono trovare strade politiche di avvicinamento e lotte comuni sui territori, poi dopo nelle istituzioni, non al contrario. Non può essere il nemico a dettare tempi e farsi rincorrere nel fare….

Il Partito Unico (dx, centro e sx), quello delle guerre infinite, dell’assenso o astensione colpevole all’invio armi, della sostanziale non transizione energetica, del si al MES, della privatizzazione dei beni comuni e della sanità, si organizza, raccoglie consensi e di fatto governa con una poco definita, ma reale riforma giuridica a molte procedure che in concreto mettono ostacoli alla giustizia, alla burocrazia tecnica, nelle istituzioni, con l’autonomia differenziata e l’apertura ai gruppi internazionali di investimento con capitali enormi che poi trainano l’economia fatta solo per Grandi Imprese in un paese dove il 75 % sono piccole imprese artigiane..

Chiudo qui questo tentativo di dialogo a distanza non richiesto, da esterno, di cui una buona parte era già nelle mie personali motivazioni di allontanamento dal M5S senza avere altro che insulti da odiatori seriali (come bisogno psicologico di difesa) che non si sono mai messi in discussione.

Vediamo cosa succede in questo gioco veloce e repressivo globale di società plastiche.

Vediamo se temi come no alla NATO ed a questo nuovo ordine sociale imposta alla EU e a sua volta riproposto alle singole nazioni porterà cambiamenti, perché l’obiettivo principe può essere solo l’autonomia decisionale politica, militare, economica , ambientale

Vediamo se si può cambiare almeno la concezione della democrazia rappresentativa così come sta avvenendo nel teatro globale ed italiano

Gatti Gianni

12/06/2024

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