gli artisti Neandertal – 71

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Dal blog Cor-pus 15

un paio di giorni fa ho cominciato a pensare, e poi perfino a scrivere, dopo alcune ricerche, un post su una notizia letta sulla Stampa, che mi aveva interessato molto – e giustamente: e` veramente storica!

anche se io scrivo di getto o quasi (e rileggo solo dopo il primo commento o il primo like), la preparazione interiore di un post puo` essere anche molto lunga, e in questo caso e` stata occupata da ricerche sul tema:

cercavo  e scrivevo, ma alla fine mi sono arenato…

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Cueva la Pasiega, segnatevi questo nome.

e` un sito nel nord della Spagna, patrimonio dell’umanita`.

una grotta preistorica, o forse e` meglio definirlo un insieme di grotte, con traccia di antichissime pitture…

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e` compresa nel complesso a cui appartengono anche le famose grotte di Altamira, la cappella sistina della preistoria.

datate in prevalenza al periodo magdaleniano, cioe` tra 18.000 e 10.000 anni fa, cioe` subito prima e durante la fine dell’ultima glaciazione.

e per chiarire, o forse complicare un poco le cose, ecco uno schema cronologico indicativo.

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queste pitture rupestri appartengono a un luogo che si ritiene dedicato agli antichissimi riti sacri dei primi uomini in Europa, e contiene immagini di animali da cacciare, impronte di mani, ma anche simboli astratti e decorazioni che sembrano fini a se stesse, inserite per uno scopo puramente estetico:

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ma questa grotta e in quelle di Maltravieso e de Ardales , situate nel parco con lo stesso nome, nella città di Caceres, sono considerate un rifugio di cacciatori, nonchè centro simbolico delle comunità del paleolitico superiore; quindi queste grotte erano rimaste in uso per decine di migliaia di anni: vi rendete conto?

fino a qui si tratta di resti pur sempre eccezionali, ma ecco adesso una cosa veramente straordinaria che rende unico questo luogo e rivoluziona tutta la nostra immagine mentale della preistoria e delle nostre stesse origini.

parte delle pitture contenute in La Cueva…

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ed e` qui che mi sono arenato, perche` mi sono reso conto che le ultime grotte citate si trovavano a centinaia di km di distanza dalle prime e l’articolo della Stampa era talmente confuso che non si riusciva a capire bene dove fossero esattamente le pitture sulle pareti di una grotta che un recente studio aveva sorprendentemente attribuito ai Neandertal, l’altra specie di tipo umano, diversa dalla nostra, che era stata progressivamente cancellata dall’Europa dopo la sua colonizzazione da parte degli homo sapiens.

se si trattava delle grotte vicine a Caceres, era da tempo che si sapeva che li` dentro erano state trovate delle conchiglie che contenevano dei pigmenti colorati rossi, che sembravano essere stati preparati proprio sulposto; ed erano certamente dei Neandertal, perche` precedenti di decine di migliaia di anni l’arrivo dei nostri antenati diretti,.

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queste conchiglie, alcune usate come gioielli, pare, sono state datate col nuovo metodo dell’uranio torio: risalgono a 115.000 anni fa, e non a 45.000, come risultava col metodo del radiocarbonio.

ma queste tracce di pittura potevano anche essere dedicate a decorazioni fatte dai Neandertal sul loro corpo, o usate sugli abiti, e non bastavano a dimostrare una loro attivita` artistica vera e propria, anche se certamente dimostravano la presenza di un senso estetico.

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il post abbozzato parte per iscritto e parte solo mentalmente era rimasto tra le bozze, insieme ad un centinaio e piu` che hanno fatto la stessa fine, con qualche maledizione rispetto al basso livello della divulgazione scientifica in Italia.

ma ieri ho ritrovato lo stesso argomento trattato sullo Spiegel con cristallina chiarezza, su un articolo a pagamento che consiste in una intervista ad uno dei ricercatori autori della scoperta, ed ecco dunque che ora riprendo con le idee un poco piu` chiare.

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anche alcune pitture della grotta la Pasiega sono molto piu` antiche di quanto ritenuto sinora: sono almeno di 65.000 anni fa; quindi precedono di 20.000 anni l’arrivo dei primi homo sapiens in Europa.

ecco alcune pitture attribuibili ai Neandertal:

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i Neandertal privilegiano simboli come linee rosse, punti o segni geometrici, ma anche  contorni delle mani.

ad Ardales i dipinti coprono un periodo di 25.000 anni: il che indica una tradizione straordinariamente lunga, tramandata per un migliaio di generazioni.

ma ancora piu` straordinario, a mio parere, e` che gli stessi luoghi vennero usati, per gli stessi scopi, anche dalla nuova specie umana che ha cancellato la precedente.

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ma lascio la parola al ricercatore intervistato:

Chiunque usi la sua mano come modello e voglia dipingere con vernice, deve pianificare. Deve selezionare un luogo adatto, fornire una fonte di luce, mescolare pigmenti. Questo ci mostra che i Neandertal avevano possibilità cognitive che finora abbiamo attribuito solo all’uomo moderno. Il simbolismo è una forma di comunicazione e quindi un prerequisito per il linguaggio. Se questo fosse sinonimo di un’idea del passato e del futuro, non lo sappiamo. Non lo escluderei. In ogni caso, anche i Neandertal, con la creazione di oggetti simbolici, varcarono una soglia fondamentale dell’umanizzazione. Sfortunatamente, il Neandertal è morto circa 40.000 anni fa. Chissà come si sarebbe evoluta la sua abilità artigianale.

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scoperte di questo genere infliggono un colpo mortale ad una visione rozza e piena di pregiudizi che vedeva i Neandertal come esseri quasi scimmieschi e privi di capacita` di pensiero complesse (anche alcune mie spericolate ipotesi del passato, pur se un poco diverse, vanno riviste radicalmente).

oggi sappiamo che non solo decoravano caverne per i loro riti magici, ma, da altre scoperte, che avevano precisi riti di sepoltura e, anche se erano dediti al cannibalismo, questo non li differenzia troppo dagli umani veri e propri, che hanno egualmente abitudini simili nella loro fase di vita selvaggia.

e, anche se vennero travolti dai nuovi immigrati, homo sapiens moderni, di pelle scura e provenienti dall’Africa, non sappiamo bene in che cosa questi, cioe` i nostri antenati diretti, si rivelarono piu`efficienti di loro.

e non e` detto che fossero dotati di una intelligenza piu complessa; forse erano soltanto piu` aggressivi e feroci.

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ma qualcosa di simile era avvenuto qualche decina di migliaia di anni prima, quando i Neandertal avevano sostituito a loro volta l’homo erectus:

del quale vanno ricordati gli straordinari resti dell’accampamento di Isernia, di 736.000 anni fa:

Una comunità di ominidi si stanzia a più riprese lungo le rive di un fiume in un ambiente di cui la vegetazione di allora dimostra che doveva essere una savana: vivevano di caccia e di raccolta di frutti selvatici e con le ossa dei grandi animali bonificavano il terreno su cui si insediavano: il luogo è molto ricco di strumenti in pietra. 

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ma il fatto veramente sconcertante e` che i Neandertal, per quanto ominidi, sono una specie diversa da quella umana moderna.

dunque abbiamo la prova definitiva che non solo il pensiero complesso, ma perfino il senso estetico e il gusto artistico, oltre che il pensero magico religioso, non sono una caratteristica esclusivamente umana.

le implicazioni di questo fatto sono talmente ampie, rispeto anche all’idea che possiamo farci del nostro posto del mondo, che le lascio totalmente al lettore.

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qui mi limito all’osservazione piu` importante: ricordiamo che e` gia` esistita su questo pianeta una specie dall’intelligenza complessa simile a quella umana.

questo dimostra che il nostro posto nella natura non e` affatto unico ne` eccezionale.

ricordiamoci che quella specie e` scomparsa: dunque la sua intelligenza non e` bastata a garantirle l’immortalita` sul pianeta.

ricordiamoci che e` stato l’homo sapiens a distruggerla, come ha fatto anche per centinaia di altre specie: e` una cosa che ci riesce benissimo quella di cancellare specie intere dalla faccia della Terra.

e visto che siamo ampiamente dediti a cercare di cancellarci come esseri umani fra noi, potrebbe riuscirci benissimo anche la cancellazione della nostra stessa specie.

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nb. per quanto in Italia e nei paesi anglossassoni sia diffusa la grafia Neanderthal, io uso la corretta forma tedesca Neandertal, dal luogo dove vennero scoperti per la prima volta resti di questa specie.

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