L’orto come rifugio



Pianto l’anima nella terra dell’orto e ne coltivo sensazioni.
Esco dal mondo del fuori, della normalità,
mi nascondo alla mia stessa fantasia sognatrice.
Presto orecchio ai sussulti della natura,
al fruscio delle foglie, al canto degli uccelli e del loro volo
al rombo dei bombi in esplorazione sui fiori,
osservo gli equilibrismi delle formiche invasive,
dei gechi nervosi, dei gatti che chiedono senza dire
nascosti all’ombra delle rose.
Serve concentrazione e astrazione, allenamento
alla sensibilità consapevole.
In questo luogo reso bello e profumato dal lavoro,
si carica la diversità, i profumi aromatici stimolano,
le persone si distendono, si aprono a sorrisi e parole
E’ un amicizia empatica che prende chi frequenta,
un posto particolare dove le idee si spargono
facilmente, come coriandoli di pensieri
dove frattali di anime si incontrano con la natura.

03-06-2024
G. G.

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