Chi ha promosso i referendum sarebbe bene dicesse, a parte la propaganda retorica, cosa vuol fare da grande.
Perchè quando sei sconfitto, ma i problemi rimangono concretamente sul lavoro, per la sicurezza, per i migranti, ecc ci deve essere un modo per risolverli. Oggi tutti proiettati a fare analisi spaccacapelli del voto (magari anche utili, ma irrisolutive), a dare risposte mediatiche sul senso dei referendum su cui molti, io compreso, abbiamo detto chiaramente come la pensavamo in modo critico, anche se abbiamo votato SI.
L’effetto più stringente, come sindacato confederale, sul ruolo possibile di questa struttura d’apparato, mentre oggi lagnarsi dicendo noi ci abbiamo provato, ma i cattivi cittadini ci hanno penalizzato si può evitare, è sciocco e inutile. Le regole anche dei referendum sono state fatte dal “sistema “ di potere in fasi diverse, con alleanze anche diverse, non dai cittadini a cui nessuno ha chiesto niente prima.
Per andare al sodo ci sono motivi sufficienti per dire che quando era il momento, se ricordate il periodi di Renzi a cui va l’oscar del Job Act e poi della Fornero, quando ci fu immediatamente una bella risposta di oltre un milione in piazza a Roma per protesta, ma poiché era il governo “di sinistra” l’hanno subito spenta e a seguire due ore (tutte in un unica volta) di sciopero e poi amen discorsi mediatici stizziti e inconcludenti.
Vorrei centrare il discorso dicendo appunto fate le analisi più puntuali che volete, ma poi dite cosa farete, qual’è il piano da adesso in avanti per riequilibrare la democrazia e la libertà d’opinione che NON C’E’di fatto.
Ognuno faccia la sua parte: sindacati, partiti, istituzioni, associazioni e gruppi civici di opposizione reale.
La Meloni ha incassato un altro vantaggio oggettivo con questa sconfitta e non sposta di una virgola i suoi piani. Che sono di totale adeguamento a finanza, grandi imprese, alla riconversione bellica e al militarismo senza vergogna, con ruoli e costi Nato in crescita, contro ogni necessità sociale ( sanità, energia, istruzione, ricerca, ecc).
Il taglio sociale delle spese va assieme alle regole del lavoro, della giustizia repressiva, della non sicurezza individuale, di gruppo e si somma al colossale piano di riarmo europeo cui il governo ha dato assenso in EU anche con l’ausilio di una quota importante degli eletti europei del PD. La finanza globale con i suoi uomini dentro e fuori le istituzioni, le lobbi del mercato spingono per tracciare nuove frontiere con nuove guerre premeditate e anche cancellando diritti assodati e democrazia nelle singole nazioni ed in EU.
Come cambiare paradigma se la destra di governo ha degli sponsor interni alla “sinistra”?
Questo governo va battuto, ma non può essere una semplice iniziativa sindacale (ma anche), ognuno faccia la sua parte. Oggi sconfitti dal voto, serve trovare le motivazioni che già c’erano a priori, di necessaria ripresa di spazi con la lotta, senza mediazioni, di modifica di un apparato elefantiaco di stipendiati dentro un organizzazione che privilegia formule come CAF o Assicurazioni rispetto alle contrattazioni dirette sul posto di lavoro che cmq sono appannaggio di RSU con i lavoratori che possono solo dire va bene o non va bene ogni decisione proposta.
I sindacati di base, a mio giudizio, hanno la responsabilità di unire le mille sigle perché curare il proprio pezzo di “giardino” non porta a nulla. Il potere già si basa sul ricatto economico, le leggi ad hoc che sin qui si sono modificati oltre a reprimere poliziescamente, servono allo scopo. Non è utile indire scioperi a cui partecipano pochi, crea solo sfiducia, mentre indubbio il coraggio deve premiare. E su questo terreno prendersi tempo serve a cambiare una impostazione.
Pensare a quale modello di società dobbiamo tendere è il compito collettivo!
A chi ha alzato un minimo la testa dal proprio posto di lavoro o di vita, spetta creare le condizioni di un fronte unito mentre il dialogo collettivo deve aprire discorsi bloccati o ideologici di convergenza fra duri e puri irremovibili e piuttosto isolati Le sconfitte aiutano a capire!!
Gatti Gianni, Attac Savona 10/06/2025