L’Università di Pisa prende posizione su Gaza e interrompe i rapporti con lo Stato terrorista di israele!

Dal blog giuseppesalamone@substac.it

Giuseppe Salamone
lug 23

Con una decisione che sta già facendo scuola, il Senato Accademico dell’Università di Pisa ha approvato una mozione che segna un punto di svolta nel panorama accademico italiano: la rottura dei rapporti con enti israeliani coinvolti nella politica del governo di Tel Aviv e l’assunzione esplicita dei principi di pace, giustizia e responsabilità etica come linee guida per tutte le future collaborazioni internazionali.

Una scelta coraggiosa, frutto della determinazione e dell’attivismo delle studentesse e degli studenti dell’Ateneo, che per mesi hanno chiesto con forza una presa di posizione chiara da parte dell’istituzione. E oggi, quella risposta è arrivata.

La mozione: contro la pulizia etnica, per la dignità umana

L’atto del Senato Accademico si inserisce nella cornice del nuovo Statuto dell’Università di Pisa, che riconosce la pace come valore fondativo e fondamento imprescindibile dell’identità accademica. Nella mozione si denuncia senza mezzi termini la “pulizia etnica in corso a Gaza”, che viene attribuita alle azioni sistematiche del Governo israeliano contro la popolazione civile palestinese. Si parla apertamente di uso della fame e del collasso sanitario come “strumenti di guerra”, una presa di posizione senza precedenti nel mondo universitario italiano.

Alla luce di queste considerazioni, l’Università ha deciso di:

  • Interrompere gli accordi quadro con le università israeliane Reichman ed Hebrew, già oggetto di valutazione in un Senato straordinario del marzo scorso;
  • Rivedere tutti i progetti di collaborazione con enti pubblici e privati israeliani, presenti e futuri;
  • Raccomandare il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte del Governo italiano e la revoca del Memorandum di cooperazione militare con Israele;
  • Sostenere Francesca Albanese, Relatrice speciale ONU sui territori palestinesi occupati, recentemente colpita da sanzioni statunitensi per il suo lavoro di denuncia, e orgogliosamente ex studentessa dell’Ateneo pisano;
  • Confermare e rafforzare i finanziamenti per corridoi umanitari e iniziative accademiche volte a preservare la cultura palestinese sotto attacco.

Una decisione che guarda al futuro

Il documento non è solo una condanna politica, ma anche un richiamo profondo al ruolo etico delle università nel mondo contemporaneo. “Quando la vita umana è calpestata – si legge – si realizza la negazione dei principi che hanno fondato le comunità universitarie.” Un monito forte, rivolto non solo alla propria comunità accademica, ma a tutto il sistema universitario italiano.

Ora tocca alle altre università

La decisione dell’Università di Pisa rappresenta una svolta e un precedente. È un invito esplicito agli altri Atenei italiani a prendere posizione, ad allineare i propri valori e le proprie collaborazioni internazionali a principi non negoziabili come la pace, la giustizia e la difesa della dignità umana.

In un tempo in cui il mondo accademico rischia di essere complice – anche involontario – delle logiche di guerra e oppressione, Pisa ha scelto un’altra strada. Una scelta sacrosanta, necessaria, coraggiosa.

Complimenti e grazie a tutta la comunità universitaria pisana. ❤️

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