Porto di Genova. Comitato per il Dibattito pubblico
Presidenti delle Autorità liguri di sistema portuale si accingono a nominare i membri che li affiancheranno nei comitati di gestione. I loro nomi sono frutto di designazione da parte degli enti territoriali. Dalla riforma del 2016 i comitati di gestione sono ristretti ai rappresentanti di Regioni e Comuni pur continuando a condividere i poteri del Presidente. Egli, infatti, non adotta nessuna decisione rilevante senza che essa sia approvata dalla maggioranza del comitato di gestione, il quale è l’effettiva sede di governo dell’Autorità.
Tuttavia, gli enti locali lamentano che la legge non consente più di designare chi abbia incarichi in organi di indirizzo politico, come i sindaci e gli assessori, o di vertice di enti pubblici e privati in controllo pubblico. A suo tempo l’ANCI osservò che così le Autorità portuali erano trasformate in soggetti economici sganciati dalla rappresentanza diretta dei territori e dei cittadini che convivono con il porto e con i problemi sociali, ambientali, infrastrutturali ad esso correlati.
Ma tale è rimasta la legge, per cui l’attenzione si è spostata sul merito delle designazioni, affinché siano di rappresentanza almeno indiretta dell’interesse generale. I requisiti prevedono “una comprovata esperienza e qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti e portuale”: i medesimi del presidente, a riprova del carattere preminente del comitato. Quali sono state dunque le designazioni nell’attuale fase di rinnovo delle presidenze delle autorità liguri?
A La Spezia il sindaco Peracchini ha fatto un bando pubblico e ha scelto Paolo Faconti, direttore generale di Confindustria. Il provvedimento sarà comunicato al Consiglio comunale. Faconti invierà annualmente al Sindaco una relazione sull’attività, da trasmettere al Consiglio, e riferirà, almeno ogni sei mesi, alla competente commissione consiliare.
Non abbiamo notizie invece di bandi né di comunicazioni consiliari a Genova e Savona, dove la sindaca Salis ha designato l’avvocata marittimista Simona Coppola, che ha già svolto questo ruolo su designazione del sindaco di Taranto nella locale Autorità portuale dal 2017 al 2021, e il sindaco Russo il dirigente di Confindustria Mattia Minuto, responsabile dei Servizi alle Imprese. Il Presidente della Regione Marco Bucci ha infine designato il giornalista economico Giorgio Carozzi che aveva già indicato nel precedente mandato in quanto sindaco.
Abbiamo dunque due liberi professionisti e, come tali, indipendenti (Carozzi è in pensione), ma lo studio legale di Coppola ha come clienti le imprese dello shipping per cui resta latente il conflitto di interesse. Abbiamo inoltre due dipendenti diretti della maggiore associazione padronale delle imprese portuali, per i quali il conflitto di interesse non è potenziale ma evidentemente reale. Del resto, la legge dispone che le associazioni di categoria, alla pari dei sindacati dei lavoratori, siedano in una commissione a lato del comitato di gestione, espressamente fuori della sede delle decisioni e con una mera funzione consultiva.
Perché allora i sindaci hanno designato a rappresentarli delle persone che rappresentano specifici interessi privati nell’ambito portuale che è il più decisivo per le sorti economiche, sociali e ambientali delle rispettive città? In specie, delle persone che per mestiere stanno dalla parte opposta di quella dei lavoratori? Eppure, esistono cittadini che hanno i requisiti avendo al contempo profili pubblici e indipendenti, come dei consiglieri eletti o dei docenti universitari o dei professionisti non legati alla gestione dei porti liguri.
Meno di un anno fa l’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) si espressa sul Comitato di gestione in quanto vi si esercitano poteri di regolazione e finanziamento delle imprese portuali. Per ANAC chi ha ricoperto ruoli di vertice in aziende portuali non può essere nominato nel Comitato di Gestione della stessa Autorità portuale. Una misura per prevenire situazioni di conflitto d’interessi con l’obiettivo di promuovere l’integrità e la trasparenza nella gestione dei pubblici uffici e garantire una gestione imparziale del sistema portuale.
Quanto è distante la posizione di un alto dirigente di Confindustria che per mestiere tutela gli interessi delle imprese portuali, dal vertice di un’impresa portuale sua diretta associata?