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13 Agosto 2025 rem
Dall’inizio della guerra, i paesi europei hanno speso più degli Stati uniti in appalti per la difesa militare dell’Ucraina. Fornito dall’Istituto Kiel, il dato stravolge la narrazione di Trump e dei suoi sostenitori ma contemporaneamente mette in maggiore difficoltà l’unione indebitata per riarmarsi

Il neo imperialismo dell’Unione creditrice
Nel solito raffinato fraseggio trumpiano, l’Unione europea nella guerra in Ucraina: «Vigliacca, scroccona, parassita, profittatrice della generosità militare americana». Maleducato e rozzo come sempre il presidente degli Stati Uniti, e platealmente bugiardo. Anche se non tutti possono rallegrarsi della verità nascosta. Dall’inizio della guerra, i paesi europei hanno speso più degli Stati uniti in appalti per la difesa militare dell’Ucraina. Ora scopriamo che l’Europa è diventata leader mondiale nel finanziamento della guerra in Ucraina.
‘Stranamore nostrani’
«Gli stranamore nostrani accolgono la notizia con maschio entusiasmo», ironizza Emiliano Brancaccio sul Manifesto. L’Europa comincia a mostrare quelli che il Corsera ha definito «gli attributi della sovranità» (e anche qui il linguaggio…). «Per adesso sotto forma di denaro, ma poi bisognerà aggiungere difesa integrata, ombrello atomico comune, tecnologia bellica di avanguardia, e soprattutto «una proiezione militare credibile». In breve: la scatola degli attrezzi di un inedito imperialismo europeo, intenzionato a farsi rispettare nel mondo».
La prepotenza disarmata
«A ben vedere, il nuovo dato risolve anche una vecchia contraddizione dell’Europa unita, insiste il professore alla Federico II di Napoli: la pretesa di dominare i rapporti commerciali evitando però di puntare direttamente le armi in faccia alla controparte».
Gli smemorati storici
Esempio su quanti detto sopra. Nel 2014 l’Ue impose all’Accordo di «libero scambio profondo e completo» con l’Ucraina. L’ex ministro dello sviluppo economico di Mosca considerò l’accordo «inaccettabile» per gli interessi del capitalismo russo. Altri evocarono il rischio che i capitali europei, una volta acquisita l’Ucraina, avrebbero potuto farsi strada in tutta l’area. Insomma, all’epoca l’allarme al Cremlino fu generale. Tuttavia, Putin ci mise poco a capire che la prepotenza commerciale degli europei sul bordo del confine orientale aveva un limite intrinseco: non era accompagnata da altrettanta aggressività militare.
Denti per mordere il concorrente
Oltre a essere il massimo creditore generale dell’Ucraina, l’Europa sta spendendo più di tutti in armamenti. Soprattutto i tedeschi, von der Leyen e Merz in testa, hanno compreso che ‘un vero imperialismo europeo’ potrà affermarsi solo se camminerà su due gambe: non solo espansione commerciale ma anche proiezione bellica verso l’esterno. «Le vecchie tesi di Padoa Schioppa e Prodi, sull’Europa ‘forza gentile’ e ‘agente di pace’ nel mondo, sembrano ormai fossili della preistoria», rimpiange Brancaccio.
Una nuova Europa guerriera
Dati macroeconomici planetari. «Se oggi gli Stati uniti restringono l’area di influenza militare nel mondo è solo perché il debito americano verso l’estero è tale da rendere insostenibile la proiezione imperiale di un tempo. Trump, insomma, non è certo un pacifista: è un guerrafondaio vincolato dall’enorme indebitamento americano». Mentre l’Europa è creditrice netta verso il mondo, nella posizione ideale per dare inizio a una propria fase imperiale. «La conquistata leadership europea nella spesa militare in Ucraina va in questa direzione».
Trattativa Putin-Trump sull’Ucraina
Non è un caso che i governi europei siano additati da Mosca e Washington come potenziali sabotatori. Il rischio che gli europei si mettano a remare contro la pace esiste. Non per tutelare la dignità di Zelensky, (‘ormai problema di second’ordine’). «Estromessi dal tavolo delle trattative, i leader europei potrebbero stabilire che bisogna far pesare il ruolo di massimi creditori e appaltatori militari in Ucraina. E che dunque è giunto il tempo di sancire l’esistenza di un autonomo imperialismo Ue nel mondo».
Dallo scenario ai dati di fatto
Armi a Kiev, l’Europa ora batte gli Stati uniti. Dall’inizio della guerra fino a giugno 2025 stanziati almeno 35,1 miliardi, segnala Sebastiano Canetta da Berlino. «Dopo essersi caricata sulle spalle quasi tutto l’onere finanziario per tenere in piedi economicamente l’Ucraina, l’Europa diventa anche capofila degli aiuti militari superando di gran lunga gli Usa di Donald Trump». L’autorevole Institut für Weltwirtschaft (Ifw) di Kiel che ieri ha aggiornato il suo Ukraine support tracker. 35,1 miliardi di euro, «4,4 miliardi di euro in più rispetto agli Stati Uniti» riassume il più influente think-tank economico tedesco.
In cima alla lista si distingue la Germania guidata prima da Olaf Scholz (Spd) e ora da Friedrich Merz (Cdu) con la più alta quota tra gli aiuti bilaterali all’Ucraina: «5 miliardi di euro è il valore del pacchetto militare della Bundesrepublik per Kiev;
al secondo posto si colloca la Norvegia con 1,5 miliardi di euro seguita dal Belgio con 1,2 miliardi e da Paesi Bassi, Regno Unito e Danimarca che hanno stanziato tra 500 e 600 milioni ciascuno» elenca l’Ifw.
Fine scorte di magazzino armi e soldi freschi
Ora, smaltite le vecchie scorte di magazzino – vecchi obici, tank, caccia progettati negli anni ’70 – iniziano le consegne delle armi nuove di zecca prodotte grazie al Extraordinary Revenue Acceleration (Era), il prestito definito dall’Ifw come «l’ancora di salvezza finanziaria» necessaria per tenere ben saldi gli aiuti dell’Occidente: «Il sostegno all’Ucraina adesso si basa prevalentemente sull’iniziativa lanciata dal G7 e dalla Ue fornisce a Kiev prestiti per 45 miliardi di euro coperti con i proventi dei beni russi congelati. Lo scorso maggio e giugno la Commissione di Bruxelles ha erogato 2 miliardi, il Canada ha contribuito con 1,5 e il Giappone ne ha stanziati altri 2,8».
Il business bellico europeo
Dei 10,5 miliardi di euro elargiti a maggio e giugno 2025, almeno 4,6 saranno erogati attraverso appalti tra le aziende del comparto difesa anziché attingere dalle scorte esistenti. Contratti assegnati principalmente ad aziende con sede in Europa e Ucraina, «a dimostrazione del ruolo crescente dell’industria per la difesa nell’assistenza militare». Un’efficienza sorprendente nell’Europa solitamente imprigionata nella gabbia della burocrazia di Bruxelles (come lamenta il cancelliere Merz) e rallentata dal gioco di veti e contro-veti dei paesi membri.
L’Ue del riarmo nano politico
«In pratica l’Europa è un nano politico in balìa delle correnti di Trump e Putin, eppure ha giganteggiato nel pagamento del conto della guerra in Ucraina e ora spicca anche come leader nell’invio delle armi che servono ad alimentare il fronte orientale». Indicativo il disegno di legge del governo Merz per accelerare gli acquisti della Bundeswehr destinato a diventare un modello per tutta l’Europa, come tutte le iniziative autonome di Berlino. Superata la strada dall’abolizione del freno al debito, ora Cdu e Spd si preparano a cambiare la legge sulla normativa degli appalti, ultimo vero ostacolo al mega piano di riarmo da un trilione di euro. L’obiettivo è accelerare le attuali procedure da qui al 2035