“Figli di terroristi”: il Comitato Al-Najjar denuncia Elena Donazzan per crimini d’odio!

dal blog giuseppesalamone@substack.com

Giuseppe Salamone ago 27

Il 13 agosto, presso la Procura della Repubblica di Vicenza, il Comitato Fratelli Al-Najjar – Giustizia in Palestina e in Italia ha depositato una denuncia per crimini d’odio contro l’eurodeputata Elena Donazzan.

A spingere il Comitato, formato da circa cento cittadini e assistito dall’avvocata Silvia Cavallo, sono state le parole pronunciate da Donazzan il 17 giugno scorso al Parlamento Europeo, nel corso di un dibattito sulla situazione in Medio Oriente. Parole che, secondo il Comitato, non rappresentano semplice opinione politica, ma un vero e proprio discorso di odio, teso a disumanizzare l’intero popolo palestinese e a legittimare la sua eliminazione.

Le parole contestate

Questo è l’intervento integrale dell’eurodeputata Donazzan a Strasburgo:

“Signora Presidente, onorevoli colleghi, Israele ha il coraggio di fare quello che l’Europa non ha il coraggio di fare. Israele ha il coraggio di difendersi quando è sotto attacco. Non possiamo dimenticare che il 7 ottobre 1 400 vittime erano civili, bambini, anziani nelle loro case, ad un concerto, e 250 rapiti, di cui 30 bambini.

Israele ha il coraggio di reagire e di difendersi. È sotto attacco ogni giorno, ma i giornali europei, i giornali del mondo, non ne parlano. Israele ha il coraggio di dire chi è colpevole, di sapere che dietro quel terrorismo di Hamas c’è l’Iran. Ha il coraggio di chiamare le cose con il loro nome. Ha il coraggio di dire che questo terrorismo è quello che commuove l’Europa e le anime fragili quando vedono dei bambini. Ma quei bambini sono i figli di quei terroristi che vengono usati da loro come scudi umani. Inaccettabile usare i propri figli come scudi umani, inaccettabile usare gli ospedali come centri di comando del terrorismo.”

È proprio quell’affermazione — “Ma quei bambini sono i figli di quei terroristi” — ad aver scatenato la reazione del Comitato, che la definisce un esempio da manuale di discorso d’odio: un modo di togliere umanità alle vittime, di trasformare bambini in bersagli legittimi, di spostare la colpa del genocidio dai carnefici alle famiglie massacrate.

Il nome che è un atto d’accusa

Il Comitato si è intitolato ai Fratelli Al-Najjar, nove bambini tra i sei mesi e i dodici anni sterminati il 23 maggio 2025 da un bombardamento israeliano a Khan Younis, insieme al padre, il dottor Hamdi, morto una settimana dopo per le ferite.

“Quei bambini sono stati assassinati non perché fossero ‘figli di terroristi’, ma perché Israele ha scelto di cancellare famiglie intere”, denuncia il Comitato. “Intitolare a loro la nostra azione legale significa restituire la verità contro la propaganda”.

La propaganda che uccide

Il Comitato accusa Donazzan di essersi fatta megafono della propaganda israeliana: quella che parla di “scudi umani” e “ospedali come centri di comando”, la stessa retorica che giustifica l’abbattimento di scuole, cliniche, campi profughi.

Secondo il portavoce Mattia Uzzau, questo è solo l’inizio:

Abbiamo deciso che è arrivato il momento di fermare la propaganda che giustifica il genocidio più documentato e più negato della storia. Elena Donazzan è il primo esempio di questo tipo di propaganda. Ma in Italia, complice il clima di odio e discriminazione che si è creato negli ultimi anni, di esponenti come Donazzan ce ne sono decine in ambito politico, mediatico e culturale.”

Fermare l’impunità

Per il Comitato, non si tratta solo di un atto legale, ma di un atto politico. Lasciare che in un’aula istituzionale si definiscano i bambini palestinesi come “figli di terroristi” significa accettare che ogni massacro sia giustificato in anticipo.

La denuncia diventa quindi uno strumento di resistenza civile, un modo per dire che la propaganda non è “opinione”: è complicità nei crimini.

Come aderire

Chi vuole sostenere questa iniziativa può ancora partecipare all’integrazione della denuncia. Basta scrivere a controassedio@gmail.com.

Perché il silenzio uccide. Ma anche le parole — quando cancellano l’umanità delle vittime — possono essere armi di sterminio.

Fonte primaria notizia: https://www.pressenza.com/it/2025/08/denuncia-per-crimini-dodio-contro-leurodeputata-elena-donazzan/

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