Oggi si è giocata una partita pesante, più che nel calcio, a Genova Cornigliano.

di Gatti Gianni, Savona 04/09/2025

La cronaca racconta di migliaia di cittadini che protestano alla ventilata immissione di uno speciale forno elettrico per ottenere acciaio dall’ex Ilva che peggiorerà le condizioni sociali del quartiere e della città già cosi intasata fra traffico e opere senza senso, ma soprattutto senza prospettiva futura a lungo termine.

Dall’altra parte la FIOM che manda un nucleo di lavoratori a contestare i contestatori al grido di “lavoro, lavoro” entrando in contrapposizione netta, che è la stessa presa di posizione della Sindaca Salis che vede il quell’opera la possibilità di rilanciare un tipo di economia che non sarà mai più quella degli anni 80.90 incentrata sull’acciaio e sul ferro.

Siamo al capolinea di un disequilibrio gestito dal governo Meloni con D’Urso che vende la cosa come un regalo ai lavoratori mettendoli in netta contrapposizione con chi vive in ambienti inquinati e stressanti.

Ma c’è di più in questo scontro sociale: può solo allargarsi alimentato da questa sinistra “sinistra” che non si chiede a cosa serve quel forno speciale se in cantiere dobbiamo fare uno sforzo per produrre armi, navi aerei, sistemi tecnologici.

C’è tutto il dramma di una spaccatura sociale perché ormai abbiamo capito che le grandi imprese producono per fare profitto e lo stato che è anche socio della nuova capitalizzazione e gestisce la partita commissariale anche a Taranto e Novi L. mette uno contro l’altro perché non riesce più ad essere gestore di lavoro utile, di lavoro a condizioni ambientali e sindacali che tengano conto della crisi globale .

Ambiente contro lavoro non si può più sentire oggi è l’Ilva ma siamo pieni di esempi in cui le imprese sono in netto contrasto con l’insieme ambientale di vita dei luoghi di produzione. Le fabbriche che hanno usato il carbone per decenni, che inquinano per chimica nociva, che avvantaggiano le energie fossili sono il risultato di un modello sociale da rifiutare e cambiare. E’ possibile, ma la politica crea trappole per topi dove non divide reprime, ma nessuno GESTISCE IL TERRITORIO..

Produrre per l’acciaio per cosa? per fare il ponte sullo stretto che persino Trump non vuole finanziare? Quale inchiesta è stata fatta sul territorio genovese fatto di nuove proposte di cemento e grandi opere inutili dove il territorio non ha voce in capitolo per capire come fare , cosa fare senza disarticolare il tessuto cittadino?

Così la massaia con il figlio in corteo passa per troglodita poichè non vuole il progresso….., vuole impedire agli operai ancora lì occupati di campare.

Qui davvero lo show messo in campo con le magliette rosse dei lavoratori oggi in attesa di lavoro ha toccato il fondo di questo braccio di ferro fra cittadini e grandi aziende.

E certifica come lo stato quando diventa schierato con questa finanza globale non ha più nulla di utile da consegnare ai suoi cittadini. Questa sinistra liberista fa comunella con la destra più retrograda, quella che prende ordini dalla Von Der Layen e dalla Nato .

Difficile soluzione di un atteggiamento di relativo scontro che non si può risolvere sul piano intellettuale poiché devono trovare soluzioni diverse, concrete, rilanciare energia e artigianato, turismo di qualità e servizi, mentre continuano fra Bucci e la Salis a sprecare occasioni e miliardi con la Gronda, la Diga, il Terzo Valico, gli Erzelli di memoria Totiana, i mastrugni nel porto

Rifiutare quel forno è il primo passo a mio avviso, ma poi serve pestare i piedi alla politica che facciano il loro mestiere e raccolgano le osservazioni dei cittadini esasperati, di Taranto ne basta una!

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