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14 Settembre 2025 Marco Marangoni
Grigorij Jakovlevič Perel’man, genio della matematica russo che rifiutò un premio da un milione di dollari vive da barbone Kupchino nella periferia sud di San Pietroburgo, occupandosi dell’anziana madre gravemente malata di Parkinson. Perelman, 59 anni, ha scelto di vivere segregato. Della sua vita attuale si sa molto poco. Rifugge qualsiasi contatto, soprattutto giornalisti.

Noodles, ricotta e mele
Di tanto in tanto le commesse o i clienti del vicino ‘magazin’ (negozio di alimentari) fanno trapelare qualche notizia su questo uomo che, stando ai connotati, sostengono sia Perelman. Grigorij Yakovlevich compra noodles, ricotta e mele. Ha anche un aspetto piuttosto modesto, pantaloni grigi, mascherina e pantofole di gomma. Non parla, rifiuta qualsiasi contatto con le persone per la serie, ‘arriva, compra e se ne va’.
Grisha, genio figlio di geni
Grisha, che in Russia è diminutivo di Grigory, nativo di Leningrado (oggi San Pietroburgo), figlio di un’insegnante di matematica e di un ingegnere elettronico, papà Yakov, morto tanti anni fa di cancro, è considerato il nono genio vivente. Nel mondo è famoso principalmente per due motivi.
Il primo perché nel 2002 dimostrò la Congettura di Poincaré, uno degli enigmi matematici più difficili nella storia della scienza lasciando a bocca aperta centinaia di scienziati di tutto il mondo che vi si erano imbattuti per oltre un secolo. Il secondo perché quattro anni dopo rifiutò la ‘Medaglia Fields’, l’equivalente del Premio Nobel per i matematici, e un premio da un milione di dollari («Grigory non accetterà soldi da persone che non rispetta», disse successivamente una sua ex insegnante).
Asteroide 50033
Dal 2007, l’asteroide 50033, scoperto dall’astronomo amatoriale svizzero Stefano Sposetti, è intitolato a Perelman. Grigory conduce una vita assolutamente modesta, da eremita e sull’orlo della povertà, veste trasandato – si dice con gli abiti del padre oppure con vestiti molto probabilmente recuperati nei bidoni della spazzatura – e vive in un vecchio appartamento a Kupchino, quartiere popolare saturo di infrastrutture nei pressi dell’ultima ‘stantsiya’ (stazione) della linea blu della metropolitana di San Pietroburgo.
Mamma Lyubov Leibovna
I vicini di casa dicono che Grigory non usa più l’ascensore da quando sua madre, Lyubov Leibovna, rischiò di essere scippata: dal quel momento utilizza solo le scale. Si dice che Perelman non apra la porta a nessuno, né ai vicini né a suoi tanti ammiratori che vorrebbero mettersi in contatto con lui. Da giovane suonava il violino e giocava a tennistavolo ma l’amore per la matematica è stato molto più forte.
Un ‘orso’ educato
I dirimpettai hanno raccontato che in passato ci sono stati «solo saluti di circostanza», più per cortesia, niente di più, nessuna conoscenza, nessuna domanda e non ci sono conflitti di vicinato”. Perelman non rilascia interviste da molto tempo.
Olimpiadi di matematica dell’Urss
I suoi insegnanti, sin dalle prime classi, restarono sbalorditi dai discorsi logici con un alto livello di alfabetizzazione e dal liceo ‘Grisha’ venne trasferito in una scuola di fisica e matematica. Vinse più di una volta le ‘Olimpiadi di matematica dell’Urss’ e nel 1982 anche quelle internazionali a Budapest. Si iscrisse alla facoltà di Meccanica e Matematica all’Università Statale di Leningrado.
Dopo l’URSS l’America
Negli anni ’90, dopo la caduta dell’Unione Sovietica, Grisha lavorò in diverse università americane. Aveva colpito come si nutriva, quasi esclusivamente di pane, latte e formaggio. Quando un membro del comitato per le assunzioni della Stanford University chiese a Grigory il suo curriculum, lui rispose, «se conoscete il mio lavoro, non avete bisogno del mio curriculum».
Niente ‘sogno americano’
Dopo alcuni anni trascorsi a capire come risolvere il rompicapo teorema di Poincaré, capì che il sogno americano non gli piaceva e lo scienziato russo e ritorno in patria. Perelman in Russia continuò a lavorare in un istituto scientifico ma poi si rese conto che la sua passione richiedeva un completo isolamento, lasciò il lavoro ed interruppe quasi completamente ogni legame con i suoi colleghi.
Elena Nahum Leroy
Grigory ha una sorella, Elena Perelman, matematica anche lei ma nota con il suo nome d’arte, Elena Nahum Leroy. Dal 2005 al 2006 è stata ricercatrice presso il Karolinska-Institut di Stoccolma nel campo della biostatistica. Nel 2009 si è trasferita a Vancouver. Nella metropoli canadese ha aperto una scuola d’arte per bambini e adulti, un’organizzazione senza scopo di lucro dedicata a migliorare la vita delle persone affette da autismo e disturbi mentali attraverso l’arte, l’interazione e il sostegno della comunità.
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