“Il cambiamento climatico è la più grande truffa mai perpetrata al mondo, quindi comprate il gas americano!”

Da una email di Recommons

Ciao  Gianni, se hai seguito il farneticante intervento del presidente degli Stati Uniti all’Assemblea generale dell’ONU di martedì scorso, saprai che solo la prima parte della frase è stata realmente pronunciata, ma la seconda era tutt’altro che sottesa.
LO SPOT DI TRUMP
Nel corso dell’intervento durato oltre 50 minuti, più del triplo del tempo a sua disposizione, Donald Trump ha lanciato, tra gli altri, il suo spot per il GNL americano, come se ce ne fosse bisogno. Tra le partite di scambio tra gli Usa e la malandata Europa, terrorizzata dai dazi trumpiani, c’è, infatti, un considerevole aumento dell’import di GNL a stelle e strisce.
L’Italia, con la presidente del consiglio Giorgia Meloni così vicina all’amministrazione americana, non poteva che fare la sua parte. E così, lo scorso luglio, ENI ha firmato un contratto con la società americana Venture Global per l’acquisto di 2 milioni di tonnellate di gas naturale liquefatto l’anno per i prossimi 20 anni.
SICUREZZA ENERGETICA PER CHI?
Va detto che gli interessi italiani nel business del GNL statunitense erano già ben radicati, abbiamo iniziato a parlarvene nel 2023 e abbiamo anche cercato di dare voce alle comunità impattate da questo business nel 2024, sperando che ad ascoltare ci fossero anche i grandi della Terra, riuniti a pochi metri dai nostri ospiti durante il G7 ambiente a Torino.

ENI non è l’unica azienda italiana coinvolta nella partita del GNL USA, anche Snam è già molto attiva nell’import con l’immancabile sostegno del principale istituto di credito italiano, Intesa Sanpaolo, che non si è mai tirata indietro davanti a corpose richieste di finanziamento per la realizzazione di mega-terminal. Nel report “Sicurezza energetica per chi? puoi trovare un’analisi molto dettagliata della rete di interessi italiani nel business del GNL statunitense.
DA DOVE VIENE IL GNL CHE IMPORTIAMO?
Ciò che Trump non racconta sono le conseguenze delle attività di estrazione e di esportazione sulle popolazioni locali e sull’ambiente. Un esempio recente? Il mese scorso c’è stato un incidente al terminal di Calcasieu Pass, nel Golfo del Messico, Golfo d’America sul sito della Venture Global, il partner Usa di ENI. Durante un’operazione di dragaggio tonnellate di fanghi si sono riversati nei bayou, specchi d’acqua tipici dell’ecosistema del delta del fiume Mississippi, e nel lago Big Lake, danneggiando enormemente le attività di pesca, molto diffuse nell’area, con tossine sconosciute. Solo a inizio settembre, Venture Capital e le autorità locali hanno ammesso che gli sversamenti avevano compromesso, tra le altre, le coltivazioni di ostriche.
I bayou e le zone di pesca non sono solo ecosistemi, sono mezzi di sussistenza. Generazioni di pescatori di gamberi, granchi e ostriche stanno vedendo svanire il loro futuro, mentre tutti coloro che detengono il potere consentono alle aziende di GNL come Venture Global di incassare miliardi e lasciare dietro di sé zone morte” a ricordarcelo sono alcune nostre organizzazioni partner della Louisiana.
In solidarietà con le comunità impattate e consapevoli delle conseguenze che tali accordi hanno su tutte e tutti noi, noi continuiamo a denunciare.
Con determinazione,
il collettivo di ReCommon

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