‘Black Friday’: il consumismo americano corre ancora?

Dal blog https://www.remocontro.it

29 Novembre 2025 Valerio Sale

Black Friday’, la frenesia americana dello shopping dopo il ‘giorno del Ringraziamento’ (Thanksgiving day) che attira folle di cacciatori di occasioni nei negozi, quest’anno si trova ad affrontare un paradosso: incerte folle record, ma la voglia di spendere dei consumatori è calata drasticamente, rileva la National Retail Federation (NRF) principale associazione dei commercianti americana.

America hollywoodiana

La giornata, tradizionalmente caratterizzata da code prima dell’alba fuori dai negozi e da offerte imperdibili su elettronica ed elettrodomestici, è diventata un fenomeno culturale verso la fine degli anni ’80, quando i consumatori sono stati attratti dal correre nei negozi con le liste di Natale prima ancora di aver digerito il tacchino del Ringraziamento. La NRF – in mancanza ancora di dati reali-, prevede che quest’anno la spesa media dei consumatori americani scenderà a 890 dollari a persona dai 902 dollari dello scorso anno. Alla base vi sono le pressioni inflazionistiche e la debole crescita dell’occupazione. I dazi di Trump hanno contribuito a questa tendenza aggiungendo circa 4,9 punti percentuali ai prezzi al dettaglio, secondo la Tax Foundation, un’organizzazione no-profit i cui dati sono stati ripresi da Reuters.

Più disoccupati e meno soldi

Con la disoccupazione vicina al massimo degli ultimi quattro anni, i consumatori sono diventati più selettivi. Secondo il gruppo di ricerca economica The Conference Board, la fiducia dei consumatori statunitensi è scesa al minimo degli ultimi sette mesi a novembre. Il 10% più ricco degli americani – coloro che guadagnano almeno 250.000 dollari all’anno – rappresentava circa il 48% della spesa complessiva dei consumatori nel secondo trimestre del 2025, un aumento costante rispetto al 35% circa della spesa a metà degli anni ’90, secondo Moody’s Analytics. Secondo CivicScience, che analizza i dati di numerosi sondaggi tra i consumatori, in cima alla lista della spesa online del Black Friday ci sono abbigliamento, scarpe e accessori, seguiti da giocattoli e libri per bambini, e infine videogiochi e film.

Ma l’intelligenza artificiale con chi sta?

Mentre gli acquirenti cercano il miglior rapporto qualità-prezzo, molti si stanno rivolgendo all’intelligenza artificiale. Secondo un sondaggio di Bank of America condotto su 2.010 acquirenti statunitensi, metà dei consumatori e il 71% degli acquirenti della Generazione Z prevede di utilizzare l’intelligenza artificiale in questo Black Friday.

l’invasione dell’Europa del credo consumista

Intorno al 2010, dopo quindi una trentina d’anni, il Black Friday è sbarcato anche in Europa. L’economista Luigino Bruni, fondatore della Scuola di Economia Civile, ne analizza le origini in un editoriale di Avvenire. La definisce «una festa della ’religione consumista fondata su un consumo alimentato e drogato dai prestiti facili e dall’illusione del gioco d’azzardo e dei ‘pacchi’ in Tv. È in questo contesto religioso – denuncia Bruni – che va compreso e valutato il fenomeno Black Friday, una delle nuove feste comandate della religione capitalistica.» L’economista che con altri accademici, tra cui il francese Gael Giraud, guida una corrente di pensiero che il precedente Papa Francesco aveva promosso e sostenuto durante tutto il suo pontificato denuncia una sorta di resa civile al surrogato religioso rappresentato dal Black Friday.

Risparmio sull’imbroglio

«Chiediamoci: quanti di noi hanno fatto oggi ‘obiezione di coscienza’ a questo nuovo culto? E quanti negozi, librerie, banche? Credo molto pochi. Registriamo invece un grande entusiasmo per queste nuove liturgie pagane, che si aggiunge alla esultanza per le nuove teorie religiose del paradigma vincente, dai corsi sulla leadership all’invasione di consulenti aziendali anche in tante realtà ecclesiali». Convergenza con il pensiero di Bruni anche per tanti osservatori critici laici, che evidenziano come il consumo non solo è diventato ‘religioso’, ma ha annullato ogni spirito critico nel consumatore. Infatti, prodotti scontati del 50%-70% che garantiscono comunque un margine di profitto al produttore, cosa possono rappresentare a prezzo pieno nella psicologia del consumatore?

Nella logica razionale ci troveremmo ai confini dell’imbroglio, ma nella fede e nell’idolatria del consumo gli sconti rappresentano un affare. Intanto, nella giornata odierna cruciale per lo shopping, Reuters segnala scioperi di Amazon in Germania, e proteste dei lavoratori davanti ai negozi di Zara in Spagna.

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