Precari Pnrr: che fine faranno?

Dal blog https://www.lafionda.org/

3 Dic , 2025|Federico Giusti e Emiliano Gentili

Quanti sono i precari del Pnrr e soprattutto riusciremo a stabilizzarli evitando, come nel passato, di precludere un lavoro stabile a centinaia di lavoratori e lavoratrici dei quali la Pubblica amministrazione avrebbe forte bisogno?

I roboanti proclami governativi nascondono una realtà scomoda ossia che il Pnrr va procedendo a rilento: a sette mesi dalla scadenza l’Italia chiede una revisione del Piano (fra l’altro presentata soltanto nel mese di ottobre), per avere la possibilità di impegnare temporaneamente 20 miliardi in strumenti finanziari che consentirebbero di spendere queste somme addirittura entro il 2029.

Contratti a tempo determinato per figure professionali che gli Enti locali non avevano mai formato, indispensabili per gestire i progetti del Pnrr ai quali viene negata la stabilizzazione e anche il mero riconoscimento della anzianità di servizio con relativo punteggio attraverso selezioni che mirino direttamente ad assumere questa forza lavoro. Come nel passato la Pubblica amministrazione decide di chiudere la porta al precariato, ne nega perfino l’esistenza.

E i risultati non mancano pur in presenza di ritardi e sprechi dovuti a malfunzionamenti nella gestione dei progetti e nel 20% dei casi a fenomeni corruttivi.

Le cause dei ritardi, tuttavia, sono attribuite all’«incompetenza delle stazioni appaltanti»1, ossia dalla Pubblica Amministrazione. I piani del Pnrr dovevano rappresentare una sfida per gli Enti locali – in particolare quelli di dimensioni piccole e medie – al fine di acquisire competenze da utilizzare anche in futuro.

Scontiamo i ritardi cronici della PA (inadeguata formazione e specializzazione, organici insufficienti, salari bassi), una grande mole di incombenze generate dall’approvazione dei progetti PNRR, tempistiche da rispettare a dir poco impossibili per la PA. Carenze di organico, mancata formazione e le difficoltà a misurarsi con una macchina complessa come il PNRR hanno paralizzato più di Ente locale. I Governi via via succedutisi avrebbero dovuto operare in termini diversi, ad esempio andando in deroga ai tetti di spesa per il personale: una volta tanto le deroghe sarebbero state ben accolte, se funzionali al pieno raggiungimento degli obiettivi del Piano. Non sono riusciti a sostituire il personale PNRR dimessosi dagli incarichi, insomma una gestione del personale inadeguata.

Si consideri poi che nel prossimo anno andranno in pensione all’incirca un milione di statali.

Ciononostante «Saranno almeno ventimila i precari Pnrr mandati a casa nel 2026», di cui una buona parte (più o meno 12mila) sono impiegati nel settore della giustizia per fornire supporto para-giuridico e digitalizzare gli atti. Secondo la «Fp Cgil, già nel 2024 – pur con i precari Pnrr in servizio – la carenza di organico al ministero della Giustizia era pari a 15 mila unità»2. Situazione simile negli Enti Locali e così pure nell’Università e negli Enti di Ricerca, dove nonostante il sottorganico ricercatori e assegnisti stanno venendo progressivamente espulsi tramite mancato rinnovo del contratto: e meno male che il Governo dichiarava, nel 2022, di aver abolito gli assegni a partire dal 2025 in favore di contratti a tempo determinato3! Dai 15mila assegnisti “pre-Pnrr” si è passati a 23.500 nel novembre 2024, per poi cominciare a diminuire per via dei licenziamenti.

Colpa dei dipendenti pubblici “fannulloni” o di un Governo irresponsabile? Considerando che la capacità della Pubblica Amministrazione di spendere i soldi «è migliorata con il piano, passando da 1 a 2,4 miliardi al mese», non vi sono dubbi su chi sia il colpevole.

Sarebbe servita una struttura di controllo pubblica, ossia una separazione netta fra le branche dell’amministrazione deputate all’approvazione dei progetti d’appalto e quelle dedicate al controllo e al monitoraggio su approvazione e gestione degli stessi.

In Spagna esiste un sistema simile4 e, difatti, non vi sono grossi problemi né al livello dell’approvazione dei progetti, né riguardo la gestione del personale – che sia precario o di ruolo.

1 C. di Foggia, Gustavo Piga: «Serviva assumere, invece l’austerità ha vanificato tutto», «il Fatto Quotidiano», 23 Novembre 2025.

2 V. Della Sala e R. Rotunno, Fine Pnrr, 20mila precari rischiano di andare a casa, «il Fatto Quotidiano», 24 Novembre 2025.

3 Cfr. L. 79/2022.

4 Cfr. E. Gentili, F. Giusti, S. Macera, Attraversando il Pnrr, «Machina», Gennaio-Aprile 2024. Di: Federico Giusti e Emiliano Gentili

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