L’indifendibile ministro della Difesa Katz e la verità su Gaza

Dal blog https://www.remocontro.it/

24 Dicembre 2025 Vittorio Da Rold

Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz, dovrebbe fare più attenzione alle parole che pronuncia davanti a un uditorio amico quali i coloni della Cisgiordania: martedì 23 dicembre ha dovuto rimangiarsi qualsiasi intenzione di re-insediare coloni nella Striscia di Gaza

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Coloni avanguardisti del neo fascismo israeliano

Israel Katz, parlando ai coloni di Beit El  (Remocontro di ieri), aveva però dichiarato che Israele, un giorno, (se Dio vorrà ma con lka Bibbia a loro interpretazione) avrebbe colonizzato parte della Striscia. Commenti incendiari e scriteriati in contrasto con il piano del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per l’enclave palestinese e un pasticcio diplomatico soprattutto in vista dell’incontro di settimana prossima tra Trump e il premier israeliano Benjamin Netanyahu alla Casa Bianca per discutere della ‘fase due’ del piano di pace che stenta a decollare per dissidi e reciproci scambi di accuse tra le parti. Ma il ministro Bezalel Smotrich, falco dell’estrema destra messianica, invece suggerisce a Netanyahu di chiedere durante l’incontro con Trump, il via libera per l’annessione della Cisgiordania.

Le cose del Katz

Ma torniamo al ministro della Difesa Israel Katz, politico che intervenendo in un insediamento nella Cisgiordania occupata da Israele, ha affermato che l’esercito non avrebbe mai lasciato tutta la Striscia di Gaza e soprattutto che stava pianificando di costruire un tipo di unità, il Nahal, che, come tutti sanno in Israele e come ha ricordato Barak Ravid del sito di informazioni americano Axios, storicamente dopo il 1967 ha svolto un ruolo nella creazione di comunità israeliane, compresi gli insediamenti. Colonie che in Cisgiordania ad esempio sono passate da 120 mila coloni nei primi anni 90 a 6-700mila di adesso in attesa di arrivare a un milione per poi annettere i territori occupati della West bank e seppellire il progetto dei due Stati.

Pessime intenzioni svelate

Dopo che alcuni media israeliani hanno riportato il commento Di Katz come un piano per re-insediare Gaza, dove Israele ha smantellato gli insediamenti nel 2005 per volere del politico di destra, Ariel Sharon, che si era ritirato da Gaza e stava per farlo in Cisgiordania prima che un ictus lo colpisse e il piano di ritiro finisse su un binario morto, Katz ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che «il governo non ha intenzione di stabilire insediamenti nella Striscia di Gaza». Secondo il piano di pace sostenuto dagli Stati Uniti, firmato da Israele e Hamas in ottobre, l’esercito israeliano si ritirerà gradualmente e completamente dall’enclave costiera e Israele non vi ripristinerà insediamenti civili. Così nel piano sottoscritto.

Bugiardi e malintenzionati

Il piano prevede tuttavia una presenza israeliana nel perimetro di sicurezza che rimarrà finché Gaza non sarà adeguatamente protetta da qualsiasi minaccia terroristica risorgente». Cioè, per Israele mai, e come al solito il Diavolo è nei dettagli. Il portavoce di Hamas, Hazem Qassem, ha affermato, come riporta la Reuters, che l’annuncio di Katz è «una chiara violazione dell’accordo di cessate il fuoco è completamente contrario al piano di pace di Trump». Ed ecco accorrere Natanyahu, nell’insolita e poco credibile parte della colomba, che ha escluso la possibilità di ristabilire insediamenti a Gaza, senza entrare nei ‘dettagli’ del come e del quanto.

Israele di conquista

A soffiare sul fuoco sono formalmente i ministri Ben-Gvir e Smotrich come parte in commedia, in un paesaggio politico dove mancano statisti capaci di visioni e scelte difficili come fecero ai tempi Begin o Rabin e lo stesso Ariel Sharon. Katz ha rilasciato le sue prime dichiarazioni nell’insediamento di Beit El in Cisgiordania, vicino alla sede amministrativa dell’Autorità Nazionale Palestinese a Ramallah, dove ha annunciato che sarebbero state costruite 1.200 unità abitative. Nella sua dichiarazione di chiarimento, Katz ha affermato che «il riferimento all’integrazione di unità militari di Nahal… nella Striscia di Gaza settentrionale è stato fatto solo in un contesto di sicurezza».

Già la sicurezza è il solito espediente per far passare nel dibattito politico obiettivi di rivendicazione messianici senza fondamento come pretese razionali.

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