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27 Dicembre 2025 rem
Mosca: ‘Mai così vicini all’accordo, ma Kiev ed Europa vogliono affossarlo’. Zelensky domenica da Trump in Florida. Gli europei parteciperanno online’. La pace che verrà, comunque, ma a quale prezzo ancora?

Corsa al Capodanno di pace
«Volodymyr Zelensky incontrerà domenica Donald Trump nella sua tenuta di Mar-a-Lago, in Florida, per discutere nuove proposte di pace e tentare un’accelerazione prima della fine dell’anno. Un appuntamento che arriva in un clima marcato da segnali contrastanti: da un lato l’attivismo americano, dall’altro le parole di Mosca, che parla di un accordo ‘mai così vicino’ anche se al tempo stesso accusa Kiev e l’Europa di volerlo affossare», segnala Francesco Betrò dell’agenzia ANSA.
Europa diffidente e di traverso
Sul tavolo restano letture diverse. «Non ci sono indicazioni che la Russia sia interessata alla pace o a un cessate il fuoco», ha denunciato la portavoce della Commissione Ue Arianna Podestà. Bruxelles sostiene che «affinché qualsiasi piano di pace abbia successo, il sostegno dell’Europa sarà essenziale», e sembra una minaccia. E così la pensa anche Zelensky, che vorrebbe gli alleati coinvolti nell’incontro di domenica. Difficile possano essere in presenza, ma è verosimile un collegamento online.
La Nato obbedisce, ma a chi?
Intanto il leader ucraino ha già parlato con il segretario generale della Nato Rutte, col cancelliere tedesco Merz, con la premier danese Frederiksen, e con i premier di Estonia e Canada, Kristen Michal e Mark Carney. Ed è in questo contesto che Zelensky ha confermato il viaggio in Florida, dopo l’indiscrezione di Axios, parlando di «incontro al massimo livello nel quale molto può essere deciso prima del nuovo anno». Il riferimento è a «un piano di pace pronto al 90%», ammettendo però che proprio sul restante 10% le distanze restano significative.
Territori e sicurezza
La base del confronto è il testo in 20 punti elaborato nell’ultimo round di negoziati tra Stati Uniti e Ucraina e già inviato a Mosca. «Discuteremo questi documenti e le garanzie di sicurezza», ha spiegato Zelensky, indicando come nodi centrali il Donbass e la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Nelle regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson, l’attuale linea di dispiegamento delle truppe è di fatto riconosciuta come linea di contatto. Ed è, se confermato, il primo vero scoglio superato.
Il nuovo piano in 20 punti
Secondo il piano, il Cremlino dovrebbe ritirare le sue truppe, con forze internazionali lungo la linea di contatto per vigilare il rispetto dell’accordo. Mosca vuole che l’Ucraina rinunci al Donetsk. Gli Usa offrono una zona economica libera, che per Kiev può essere adottata solo con l’approvazione del Parlamento o con un referendum. Secondo il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak, Germania, Francia, Regno Unito e Turchia si sarebbero già detti pronti a valutare l’invio di contingenti in Ucraina una volta terminato il conflitto, in una missione di peacekeeping.
Nucleare e sicurezza europea
Sulla centrale di Zaporizhzhia, gli Stati Uniti hanno proposto una gestione condivisa dell’impianto tra Kiev, Mosca e Washington, con la possibilità per entrambe le parti di utilizzare l’energia prodotta. L’Ucraina vuole escludere i russi, e viceversa. Nel frattempo Mosca rilancia sul piano della sicurezza europea. La portavoce Maria Zakharova, ha dichiarato che la Russia è pronta a firmare un patto di non aggressione reciproca con i Paesi Nato, con un documento giuridicamente vincolante, da definire nel corso dei negoziati.
Domani in Florida cosa sperare?
«L’incontro tanto atteso in un momento in cui i russi sono sempre più indispettiti dalla presenza europea e dal nuovo piano in 20 punti» la premessa di Sabato Angieri sul Manifesto. Zelensky; «Discuteremo delle garanzie di sicurezza ed è auspicabile trovare un modo per discutere di tutti i punti in questo blocco», confermando le indiscrezioni che durante le prime ore di venerdì erano circolate online. Nella riunione saranno coinvolti anche rappresentanti europei, probabilmente gli stessi che hanno partecipato ai colloqui in Florida la scorsa settimana, ma in collegamento video.
Chi boicotta di più la trattativa
Ma locambio di accuse reciproche sul sabotaggio dei negoziati continua. Da un lato i russi sostengono che il piano in 20 punti euro-ucraino e la presenza stessa della ‘coalizione dei Volenterosi’ sia un modo per far saltare il tavolo cercando di imporre a Washington condizioni irricevibili per Putin. Dall’altro gli ucraini accusano il nemico di non avere un interesse reale alla fine del conflitto, ma di voler soltanto guadagnare tempo per conquistare più terreno e non inimicarsi Trump, con una indiretta ammissione di crisi militare sul campo.
Faccia a faccia rincorso
La parte ucraina rincorre un incontro faccia a faccia con Trump da mesi, che si era sempre rifiutato, chiarendo che avrebbe accettato solo dopo la definizione di un piano concreto. «Non vogliamo perdere tempo», ha affermato Trump a chi domandava perché si rifiutasse di vedere Zelensky. «Cosa sia cambiato ora è difficile dirlo e a giudicare dai comportamenti del presidente Usa nei mesi passati potrebbe anche non esserci alcuna novità», avverte saggiamente Angieri dopo troppi deludenti precedenti.