Tra le macerie del neoliberismo urbano

Dal blog https://comune-info.net/

Miguel Martinez 26 Dicembre 2025

Per Natale, un amico mi ha regalato un libro che invito tutti a leggere: Turisti a casa nostra. Tra le macerie invisibili del neoliberismo urbano, di Antonio Di Siena. Parla di quello che sta succedendo nella dimenticatissima Grecia, per poi parlare di tutto il Sud Europa – Portogallo, Spagna e Italia compresi.

Tutti ricordano la grande crisi greca attorno al 2010, con un referendum che respinge le condizioni capestro imposte dall’Unione europea per un prestito, referendum poi respinto a sua volta dal governo: si è passati poi a permettere i licenziamenti senza motivazioni, a tagliare le pensioni e a sospendere le contrattazioni collettive. In particolare, si è imposto di far pagare la crisi delle banche ai debitori, i milioni di greci che prima della crisi avevano fatto un mutuo per la casa o per far studiare i figli: da qui centinaia di migliaia di case private messe all’asta online. Con le banche che facevano di tutto quindi per impedire la restituzione dei debiti. Case poi riciclate nell’industria internazionale degli affitti brevi. Ad Atene oggi

“gli host mono annuncio, il piccolo proprietario che affitta la casa della nonna, generano appena il 15-20 per cento del mercato short term rental. Tutto il resto è appannaggio di società immobiliari, gestori multipli e property manager”.

Per inciso, a Firenze il 69,7 per cento degli annunci è attualmente gestito da host imprenditoriali con tante proprietà.

Il libro racconta tante storie di questi giorni ad Atene. Che sono le storie di tutta l’Europa meridionale, in cui tutti noi ci riconosciamo.

Antonio Di Siena presenta anche una tesi fondamentale, quello del welfare surrogato. Dove lui introduce il concetto di welfare surrogato. Mi guardo attorno, e vedo che è esattamente il meccanismo che mi circonda. A Firenze (ma qualcosa di simile accade più o meno in tutta Italia), nei primi nove mesi del 2025, ci sarebbero passati, a dire della ministra Santanchè, la bellezza di224,8 milioni di stranieri, senza calcolare quindi il turismo interno. I turisti restano una media di 3,6 notti, per cui si può immaginare quanto finiscono per capirci del paese che visitano, ma questa è un’altra storia.

Il concetto di welfare surrogato permette di superare la diatriba tra chi sottolinea solo una cosa – “il turismo porta i soldi” – tappandosi le orecchie davanti all’altra cosa, “il turismo porta gli sfratti (e tanto altro)”.

È ovvio che il turismo di soldi ne porta tanti; ma bisogna vedere in che contesto e cosa implica.

Scrive Di Siena: “Per welfare surrogato intendo: un dispositivo di governance socio-economica che sostituisce, de facto, lo Stato sociale tradizionalenelle città dell’Europa mediterranea attraverso flussi fiscali, para-fiscali e occupazionali generati dall’economia turistica: tasse di soggiorno, locazioni brevi, concessioni, accordi con gli operatori, entrate e redditi da lavoro – autonomo e subordinato – prevenienti dalla filiera.

In Grecia, Italia, Spagna, Portogallo queste risorse vengono utilizzate per assorbire disoccupazione in lavori precari, stagionali e non sindacalizzati; a finanziare i servizi pubblici locali; ad alleggerire gli ammortizzatori sociali sulle casse pubbliche; sollevare lo Stato dal dovere di garantire la piena occupazione e, in ultima analisi, a trasformare in rendita l’impoverimento generalizzato della società, mantenendo il conflitto sociale entro limiti compatibili con l’ordine neoliberista…”.


Fonte: Kelebeklerblog

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