Il problema rigassificatore in Liguria

RIGASSIFICATORE A VADO, PROGETTO DA INTEGRARE. SETTANTA RICHIESTE DAL MINISTERO A SNAM. (titolo del secolo XIX )

E qui qualcuno ansioso, cade dal pero… Se la battaglia è solo quella di: “ non lo voglio davanti a casa” c’è speranza che finisca positivamente, alleluia.

NON CREDO !

Per leggere la situazione bisogna impegnarsi a guardare l’insieme della situazione energetica in particolare degli interessi articolati dal governo Meloni con i suoi consulenti di parte in questo processo ENI, Snam, ecc e anche come si muovono sul mercato Bruxelles e la UE

In ballo non c’è un posizionamento locale in Liguria della Golar Tundra piuttosto che da altra parte, ma la SCELTA cosciente del governo e tutta la banda confindustriale-finanziaria di continuare a prendere tempo per dare continuità al “regno delle energie fossili”.

Certo in un mercato globale così intricato, pieno di contraddizioni interne fra nazioni singole, UE e interessi d’oltreoceano non fila tutto liscio.

In Liguria poi, la magistratura ha calato un asso importante scoperchiando la corruzione attorno al commissario al rigassificatore come centro d’affari loschi.

Ma le lobbi internazionali, che non si fermano a guardare, in Europa già dettano altre scelte attraverso un orientamento verso l’assurdità dell’idrogeno come cura patologica alla scelta di sganciarsi attraverso sanzioni dalle forniture russe.

Una scelta assurda, l’idrogeno perché poi significa rivalutare il gas ottenuto in modo green cioè ancora attraverso il gas con uso di quantità di acqua enormi, quindi con problematiche tecniche di difficile gestione territoriale non adatta ad ogni luogo e che sarà ovviamente patrimonio di grandi Imprese per gli investimenti importanti necessari e che ovviamente continueranno a imporre bollette salate!

Ecco come l’idea dell’Italia come HUB dell’energia meloniano fra sud del Mediterraneo e Nord Europa entra subito in crisi e con poca speranza di modifica.

I ritardi nella tempistica di attuare progetti che caratterizzano l’andazzo italiano di esecuzione significa trovarsi nel corso d’opera …fuori tempo massimo e senza prospettiva o con minore possibilità concreta.

Gli americani spingono per vendere la loro merce di gas fraccato a tre volte il costo dello stesso russo, l’Eni continua a fare accordi nel medio oriente ed in Africa con oggetto gas e petrolio, la Snam che ha il compito finale di trasportare quelle risorse con tubazioni è presa in mezzo.

Ogni ritardo sono accordi che saltano, concorrenza che passa avanti, difficoltà a convincere a fare spese “per la sicurezza energetica nazionale”

Queste progetti malpensati hanno sempre uomini legati ad imprese e finanza della politica istituzionale come ausilio, in un fronte per nulla definito da dx, al centro, a sx.

Morto un Toti se ne fa un altro… la musica deve continuare

La SNAM con la quantità di competenze che ha, risponderà alle settanta domande della magistratura e il circo proseguirà con qualche variante…

Non c’è la parola FINE a quel progetto di PNIEC datato di Draghi, che è stato firmato da TUTTI i partiti allora e sostenuto oggi trasversalmente anche se con differenze.

Quindi non c’è sicurezza sull’esito della pratica rigassificatore ligure, tanto meno cambieranno qualcosa le elezioni imminenti europee poiché a priori gli schieramenti sono bloccati.

Di certo vi è solo che NON c’è nessuna attività di transizione energetica, ne piano parallelo di guida gestito del tema, lasciato geopoliticamente in mano alla Nato e al nuovo ordine mondiale che le guerre in Ucraina e a Gaza stanno imponendo con la guerra violenta, con l’occidente impegnato a buttare benzina sul fuoco in varie forme.

Quello che è evidente è la non volontà di far diventare i consumatori di energia padroni a casa loro, ma mantenere dipendenza infinita con le sostenibili che oggi hanno costi più bassi e meno impattanti con l’ambiente.

L’energia in mano prima alle famose “Sette sorelle” ora passa per i meandri finanziari di banche assassine, che non hanno neppure più una patria certa, mentre orientano, finanziando quelle scelte e da cui ne il liberismo di questa sinistra trucida, divisa in bande e senza polso, ne il nostalgico piglio militaresco di questa destra con elementi da operetta ci danno consolazione purtroppo.

Non andrà tutto bene e non serve essere maghi per capire che solo la continua mobilitazione popolare può essere l’elemento imprevisto in parte da chi pianifica un futuro dove l’energia cambia forma per rimanere un potere sopra la vita della popolazione con un salto di qualità per capire lo stato dell’arte e riappropriarci di una visione politica diversa del mondo.

O si cambia tutto o non cambia nulla e non mi pare massimalismo utopistico, a partire dal pensiero corrente dove gli interessi trasversali della politica disturbano, creano depistaggi e incertezze, mentre ogni giorno un paletto si aggiunge alla vita quotidiana come croce da portare (sanità, trasporti, energia, lavoro, guerre e produzione di morte, ecc). Avere dubbi è opportuno, progettare futuro è necessario

Gianni Gatti

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