La pressione atmosferica ci schiaccia i pensieri sopra la testa, il tempo è dinamico e pare ricalcarne le trasformazioni. Oggi la neve mi coglie, è un sussulto, le crisalidi del glicine sopiscono dentro la morte e mi ricordano quanto costruire sia molto facile, tanto quanto essere demoliti. Per questo preferisco sognare nessun sogno. Eccetto tutto ciò che prende luogo in piccole grotte nelle quali posso dormire con un panno fatto di niente a cingermi le spalle. Nel gelo dei muscoli non adorerei alcun desiderio di vette altissime, indicibili, nessun proposito d’apparenza materica. Piuttosto appuntamenti stabili in una conchiglia dentro cui sospirare ad alta voce, raccogliere parole e smembrarle nelle tasche, farle rotolare sul selciato, come un gioco forsennato, e infine seminarle in profondità per vedere che succede.
Nel frattempo vorrei stabilire un equilibrio del mio tempo col tempo naturale che non mi è mai appartenuto. Quel tempo dilatatissimo, incerto e…
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