Di Cesare Pavese (preso dalla pg FB di Nazim Hikmet e altri
Lo ripete anche l’aria che quel giorno non torna.
La finestra deserta s’imbeve di freddo e di cielo.
Non serve riaprire la gola all’antico respiro,
come chi si ritrovi sbigottito ma vivo.
È finita la notte dei rimpianti e dei sogni.
Ma quel giorno non torna.
Torna a vivere l’aria,
con vigore inaudito,l’aria immobile e fredda.
La massa di piante infuocata nell’oro dell’estate trascorsa
sbigottisce alla giovane forza del cielo.
Si dissolve al respiro dell’aria ogni forma dell’estate
e l’orrore notturno è svanito.
Nel ricordo notturno l’estate era un giorno dolorante.
Quel giorno è svanito, per noi.
Torna a vivere l’aria e la gola
la bevenella vaga ansietà di un sapore goduto che non torna.
E nemmeno non torna il rimpianto ch’era nato stanotte.
La breve finestra beve il freddo sapore che ha dissolta l’estate.
Un vigore ci attende, sotto il cielo deserto.
Cesare Pavese
Foto Ferdinando Scianna