Dal blog https://www.ariannaeditrice.it/
di Thomas Fazi – 03/11/2021
«Perché mai la felicità dovrebbe essere il fine ultimo del capitalismo se quella stessa felicità potrebbe minacciare l’accumulazione di capitale?
Questa domanda riflette l’irriducibile contraddizione tra autonomia e libertà che ossessiona la condizione futilitaria. Per quanto il neoliberismo abbia fatto propria la bandiera dell’autonomia, la verità è che la maggior parte di noi oggi contribuisce alla macchina del capitale senza alcuna possibilità di sfuggire ai suoi tentacoli.
Anche il nostro tempo libero è colonizzato dal capitale della sorveglianza. Come sosteneva Marx, “nella libera concorrenza, non gli individui, ma il capitale è posto in condizioni di libertà”. La libertà, insisteva Marx, è un’illusione che il capitalismo imprime nella vita umana; ma esso utilizza anche le aspirazioni individuali alla libertà per liberare il capitale dai vincoli della vita sociale. I neoliberisti hanno perseguito aggressivamente questa dualità sostenendo che l’unico modo in cui gli esseri umani possono essere veramente liberi è collocare il mercato al centro di tutti i loro sforzi, liberalizzando al tempo stesso la sfera del lavoro e quella sociale, sapendo che gli esseri umani (certamente la maggioranza degli esseri umani) e il mercato non possono essere contemporaneamente liberi.
Wendy Brown osserva che “la rivoluzione neoliberale si svolge nel nome della libertà – liberi mercati, paesi liberi, uomini liberi – ma distrugge il fondamento della libertà nella sovranità sia per gli Stati che per i sudditi”.
Il trucco qui, come sottolinea Byung-Chul Han, è che “[i]l capitale sviluppa bisogni propri, che per errore percepiamo come nostri”.
Crediamo che la libertà che desideriamo possa essere raggiunta attraverso la nostra capacità di liberare il capitalismo da ogni costrizione – e di liberarci dalle nostre relazioni con gli altri –, ma questo il più delle volte si traduce in forme di autosfruttamento e di non libertà». [Neil Vallelly, “Futilitarianism.
Neoliberalism and the Production of Uselessness”, 2021, a breve disponibile anche in traduzione italiana per i tipi di Atlantide Edizion]