C’è quasi uno sport nuovo nei media e nella politica chiacchierata: quello di sfrucugliarsi l’ombelico per guardare al pelo nell’uovo nelle dichiarazioni fra partiti per cogliere il peggio o il meglio a seconda delle inclinazioni e questa è diventata“l’opinione pubblica“.
Opinione pubblica che, come tale, non esiste proprio, in quanto tutti lo fanno da un video, da un giornale o da conferenze blindate, mentre il concetto elementare della democrazia ed anche una base della nostra costituzione, prevede di ascoltare e rispettare il pensiero del popolo “sul campo”
Ok, che sono populista lo hanno già detto, ma poco importa cosa sono personalmente.
Riassumo brevemente:
– siamo ad un passo dalla guerra poiché l’Ucraina continua nel suo scopo di vincere la guerra anche con modifiche di leggi eccezionali e noi (nazioni dell’Europa) ad inviare armi per favorirli certamente nell’intento di pace
– La speculazione finanziaria e i suoi artigli “algoritmici” stanno mettendo le mani sull’economia dell’energia, ma anche su molte produzioni dalla manifattura, all’agricoltura, alla tecnologia, alle armi e vari sistemi militari, ai sistemi di trasporto aereo navale, ferroviario. L’epoca produttiva da cui nacque la classe operaia sta lasciando posto ad altro: tecnologie della I.A., sistemi di investimento e speculazione finanziaria, ecc. Per esempio salgono prezzi di petrolio e gas venduti, ma all’origine l’OPEC abbassa produzione giornaliera
– In Italia, in attesa che si sistemino sulle poltrone contese del governo i “nuovi Higlander”, aumenta povertà reale, la fiscalità da tempo in essere, sta uccidendo le piccole medie imprese( circa 2400 in sei mesi) non c’è nessun piano energetico di vera conversione eco-sostenibile e di indipendenza energetica, anzi la burocrazia tecnica fa morti a chi cerca di usufruire dei vantaggi offerti a parole per miglioramenti sui territori.
Le grandi opere che vanno al passo delle Grandi Aziende ormai sono permeate e inglobate nella finanza delle banche o della borsa che ha ritmi o obiettivi di profitto, non certo di benessere sociale. La sanità seppellita sul piano della gratuità pubblica sta per essere preda oggettiva della privatizzazione di grandi gruppi di investimento. Il lavoro continua ad essere il “mito di Sisifo” perché non c’è, non legato all’istruzione o alla formazione in generale, ne tanto meno legato al basso livello dei “navigator” con il R di C. e quando c’è è vincolato a stipendi da fame e condizioni generali di precariato e poca sicurezza.
Stabilito per sommi capi questo, almeno come mia opinione, cosa abbiamo d’altro di argomento?
- Il PD di Letta cerca uno sciamano buono per esorcizzare se stesso e la banda di capibastone di cui si compone, con un occhio a Calenda e Renzi amori lasciati….ma non per sempre…. Questo mentre ogni aspetto sociale è rigorosamente fuori discussione, “roba da intellettuali”, mica per gente tosta come Guerrini, Orfini, Gualtieri e dintorni, forgiati nell’atlantismo puro e nella Nato
- I mille partitini usa e getta di sinistra o similari, nati con queste elezioni, si sono già sgranati lungo la via con lacrime rivolte ai cattivi che “non hanno capito” alcuni addossando agli alleati di non aver fatto abbastanza per raggiungere le percentuali.
- I sindacati confederali hanno aspettato, bontà della loro pazienza, che finissero elezioni per fare uno sciopero nazionale per il lavoro ed i diritti, dato che i loro sponsor politici si aspettavano altri risultati, ma senza nessuna intenzione di intensificare azioni soprattutto sui territori.
- Dopo una campagna elettorale “meno peggio” fatta dai grillini guidati dal maestro Conte che in quanto tale non ha bisogno di congressi e discussioni noiose, si è silenziato dal post-elezioni con l’unico motivo centrale per abbattere la crisi economica, ambientale, sanitaria , ecc: se sia utile fare accordi di vertice col PD per l’opposizione “puntuale” al nuovo governo.
Eppure i miracoli a Lourdes, Medjugorje, a Fatima sono stati certificati dunque perchè non credere in questo viaggio psichedelico della politica?
Poi per fortuna c’è la realtà pragmatica e sui territori si giocherà la partita in ogni modo, perchè sono le situazioni che spingono alla ribellione, non le ideologie, come finirà però è un testo ancora non scritto