
Uso i social per comunicazione, ma mi piace anche dare una “ordinata di massima” ai temi, ai modi che amici conosciuti e sconosciuti, persone in politica direttamente e le varie “casalinghe di Voghera” (cui potrei entrare anche io nell’annovero). Cosa voglio dire?
C’è uno schema che in questo periodo di confusione, di implosione di tutti i partiti, di conduzione delle istituzioni varie presenti dal comune alla regione allo stato che si evidenzia.
1) Pochissimi fanno informazione e si notano poiché non è consueto e spesso non arrivano da entità organizzate, cioè di singoli zingari dell’informazione, fra cui se permettete mi posiziono.
2) La stragrande maggioranza degli eventi politici, degli accadimenti dalla guerra all’energia, alla sanità, ecc sono visti da aspetti secondari o dettagli di un caso, un avvenimento .
Oggi Kiev ha distrutto navi con droni marini…. Così i commenti che seguono sono ovviamente localizzati e specifici. Non si parla più del senso della guerra! Come se la politica sia diventata un botta e risposta da cronaca, mentre cause, possibili sviluppi, non sono neppure immaginati, ma si commentano per inutilità tecniche, di colore, di evento a sé.
Fa testo la morte di circa 150 persone nella calca di Hallowin in Corea del Sud che a parte il commento di pancia, non diventa neppure un modo per spiegare come questa società ha condotto i divertimenti sociali e se in Corea era una festa noi abbiamo avuto anche successo con il calcio per esempio con tanto di stadi crollati in parte, ecc. Non è mai un caso.
La stessa cosa si può notare se si entra nel commento più politico, nazionale o globale, come se ci fosse una strada, una linea ben precisa e mai tracciata entro cui fare sfogo, buttare considerazioni, la famosa opinione “pubblica” è fenomeno creato da influencer politici e dai media
Morto Letta se ne fa un altro? È arrivata la Meloni ed è così diversa nel suo metodo duro, impositivo, nel costruire un governo con esecutivo pieno di indagati e guerrafondai rispetto al precedente che ha passato la mano in piena continuità?
Non è che fra il nuovo ministro degli interni Matteo Piantedosi(sconosciuto ai più) e Minniti(oggi CEO di Leonardo) che fece accordo con i libici dietro pagamento con armi e soldi sulla testa dei migranti ci siano grandi diversità.
Ma non è solo esercizio di indipendenza e onesta intellettuale con cui va vista questa continuità dentro l’atlantismo. C’e una ricollocazione complessiva dei blocchi di mercato cambiati si con la guerra in Ucraina, ma per la scelta della EU e dei governi nazionali su pressioni americane di sanzioni che hanno ristrutturato l’intero mercato mondiale con partecipazione nazionale di maggioranza.
Ma i grandi gruppi di investimento, le finanziarie delle banche d’assalto si fanno o meglio, sono sconvolte da questi passaggi di potere oggettivo sovranazionale? NO.
Saltando regole, dribblando regolamenti si adattano e continuano a fare profitti per una estrema minoranza. Da qualche parte in Russia li chiamano oligarchi, altrove sono magnati. Il senso è che cresce la loro ricchezza e potere, mentre 7 miliardi circa di persone annaspano a campare, comprese zone dove la vita era garantita in qualche modo fino a poco tempo fa e senza che nessuno chieda se sono d’accordo…capita, succede…lasciamogli il mugugno.
Molto in sintesi la mia considerazione è che ben pochi sono i tentativi di ORGANIZZARE una qualche opposizione, i vari gruppi, associazioni ancora oggi davanti a questi fatti continuano a non convergere, a non cercare aggregazione sui temi comuni, anzi a chiudersi su se stessi continuando modi ormai obsoleti. Al massimo il buonismo nostrano spinge ad un confronto con responsabili amministrativi pensando che solo perchè hanno buone idee questi possano applicarle senza una massa consistente alle spalle.
Si declama quanto sono bastardi quelli che comandano, ma, come se fossero asciugati dall’inedia disperata e dalla paura, difficile anche solo un colloquio, una condivisione di intenti fra chi non è allineato. Dove succede è comunque cosa di minoranza estrema.
Le lotte non nascono da un commento politico di qualunque tipo, da un bla bla intellettuale ma da percorsi dentro i territori con piccole forme in divenire con uno sviluppo minimo preventivato ed accordato e ancora, ancora…
Quindi riunioni, assemblee, manifestazioni, scioperi, ecc fini a se stessi, cioè una corsa che continua l’effetto emergenza resa perpetua e continua non ha più molto senso se non si pone obiettivi concreti. Quando anche gruppi significativi come la CGIL, Pax Cristi, ARCI, ecc, si uniscono per esempio sul tema della guerra con manifestazione sono in realtà i vertici di questi che lo decidono senza neppure un dibattito interno e lo scollamento fra individuo e collettivo diventa incolmabile, come il disorientamento.
Siamo in periodo di poca diffusione della cultura in generale e politica in particolare, la capacità di progettare futuro su percorsi concordati è però segnata da un silenzio assordante. Miti di modelli(comunismo, socialismo, ecc) su cui credo nessuno, se non con problemi psichiatrici ne possa vantare attualità non possono guidare la criticità.
Allora servono analisi del presente, ma anche adeguare la visione progettuale dentro specifici percorsi. Mentre alcuni partiti continuano situazioni pre-campagna elettorale volendosi proiettare avanti (UP, M5S, ecc) ma portandosi dietro tutti i difetti di accordi di vertice senza un reale radicamento territoriale, con poco dibattito interno, mentre un fronte di opposizione non si intravede se non sporadicamente, facile preda dei nuovi unti da Dio , patria e famiglia.
Serve uno sforzo. La parte più cosciente smetta di parlarsi addosso e progetti azioni, eventi, ORA sui territori. Non saranno certo gli eredi dei partiti istituzionali in crisi a cambiare, a dare speranze riformandosi senza modificare nulla.
E’ vero che sono in crisi vari vertici tipo PD, ma la struttura di comando e gestione delle varie massonerie, correnti e bande lobbistiche più o meno armate, è più che mai tenace e “abbarbiccata” ai propri posti, non mollano e fra loro cuscinetti di persone ancora come portaborse e sodali fanno il vuoto della partecipazione.
Gianni Gatti