Dalla pg FB di Giustiniano Rossi
La visita di Zelensky a Washington serve ad aggravare e prolungare la guerra, contro ogni sforzo per la pace. Ed è inutile. Il capo della Casa Bianca, che già il suo predecessore, Barack Obama, chiamava “Mr. Ukraina”, sfrutta gli ultimi giorni dell’anno per mandare più soldi e più armi possibile a Kiev. Da gennaio, quando la Camera dei rappresentanti passerà sotto controllo repubblicano, sarà probabilmente impossibile. L’aiutino di fine anno comprende 45 miliardi di dollari più quasi altri due per missili Patriot e bombe teleguidate. Il resto è la solita propaganda. Per manipolare gli americani e gli alleati europei, un po’ d’ipocrisia ci vuole.
Biden attacca. Ogni presidente USA è un pericolo per la pace nel mondo ma quello in carica supera in orrore perfino un ex alcoolizzato come George W. Bush, che lascia nelle guerre in Afghanistan e Irak oltre un milione di morti. Certo, da sempre il numero dei cadaveri fuori degli USA non interessa gli americani, a meno che non ci siano fra loro dei compatrioti. E, per i vassalli, tutto va bene. Sono ancora sicuri che, nel 2003, la guerra in Irak fosse fondata sul diritto dei popoli.
Dopo quasi 20 anni, lo spettro dell’antrace evocato dal ministro degli Esteri USA Colin Powell al Consiglio di Sicurezza (“una macchia nella mia carriera”, confidava, pentito, l’ex generale al “Nouvel Obs” 10 anni dopo) e l’affermazione di Anthony Blair alla Camera bassa britannica, secondo la quale Baghdad era in grado di sganciare in 45 minuti “armi di distruzione di massa” continuano a giustificare approfondite ricerche da parte degli alleati dell’Impero anglo-americano.
Non c’è dunque da stupirsi se anche il governo melonista – che fa di tutto per dimostrarsi fedele agli USA – definisce l’elargizione di armi e denaro all’Ukraina un “segnale incoraggiante”. In tutte le guerre americane il governo italiano sta dalla parte giusta. Quella del più forte. Senza preoccuparsi per il genocidio in Corea o in Vietnam, la sparizione dei container zeppi di armi biologiche in Irak o la distruzione della Libia e dell’Africa occidentale. Gli eroi di “Euromaidan” possono continuare fino a ridurre la loro beneamata patria ad un mucchio di macerie, magari radioattive.
E’ evidente che qualche generale USA vede le cose diversamente dal suo comandante supremo, inflessibile custode della democrazia nel Continente americano e nei quattro rimanenti. Chi attacca pesantemente una potenza nucleare non ha più bisogno, prima o poi, di ghirlande di lampadine alla Casa Bianca o altrove…
Giustiniano
22 dicembre 2022