Dalla pg FB di Giustiniano Rossi
A Cuba, in piena crisi petrolifera, rappresentanti di organizzazioni antirazziste, sindacali e comuniste di tutti gli USA come il movimento Black Lives Matter, il Party For Socialism and Liberation (PSL) o la rete pacifista Codepink hanno preso parte alla “May Day Brigade” organizzata dalla International Peoples Assembly (IPA). La partecipazione di attivisti di Hawaii e Porto Rico, nonché della diaspora coreana e cinese, documenta il carattere decisamente antimperialista della Brigata. Kawena’ulaokala Kapahua di Academic Labour United, il sindacato di studenti lavoratori dell’università di Hawaii, sottolinea il contesto paragonabile dei due Stati insulari: “come Cuba prima della rivoluzione, anche Hawaii è satura dell’influenza e del militarismo degli USA. La nostra economia è basata quasi esclusivamente sul turismo e sulla produzione di zucchero.” Kapahua vede anzitutto nella resistenza contro la forte militarizzazione problemi paragonabili a quelli della Corea e delle Filippine. Il 25% del territorio hawaiiano è occupato dagli USA con 50.000 soldati e il Comando indopacifico. L’isola è uno dei luoghi più militarizzati del mondo. “Cuba ci mostra soluzioni possibili”dice Kapahua.
Arrivare a questa conclusione se si considera che negli USA l’informazione ostile a Cuba è onnipresente non è facile. Johana Tablada de la Torre, vice-direttrice generale per gli USA al ministero degli Esteri cubano, dichiara: “gli USA spendono milioni per farci credere che la nostra difficile situazione economica dipende dalla politica di Cuba e non dal blocco.” Come risultato di una politica aggressiva, che preferisce lasciare che Cuba si dissangui piuttosto che consentire al paese un minimo di sovranità, Cuba si trova in una crisi economica aggravata dal fatto che è stata classificata come preteso sostenitore del terrorismo. Secondo Tablada, l’’aumento della mortalità infantile dipende direttamente da questa misura adottata da Trump. Malgrado le difficoltà il servizio sanitario cubano resta gratuito. Venendo da un paese che non ha da offrire assistenza sanitaria alla sua popolazione, che le nega il diritto a un tetto sulla testa, che spara agli afroamericani e li mette in prigione, i brigatisti hanno scoperto un’altra, stupefacente realtà. Il piccolo Stato insulare, oppresso dal blocco, è esemplare per la sua situazione sociale rispetto alla grande potenza economica USA. Violenza razzista della polizia? Non a Cuba. Invece di indebitarsi per sudiare, gli studenti di tutto il mondo alla Scuola di Medicina Latinoamericana ricevono uno stipendio. Invece degli sfratti, la creazione di alloggi è un compito di tutta la società. Chi viene accusato negli USA, in quanto pacifista, di essere la quinta colonna della Russia o della Cina e sperimenta ogni giorno l’aumento della violenza contro gli asiatici è stupito quando i cubani lo accolgono a braccia aperte e distinguono fra la politica del governo USA e la sua popolazione.
Chi è esposto alle rappresaglie contro la comunità LGBT e deve vivere come le persone trans sono sistematicamente emarginate si meraviglia del nuovo diritto di famiglia cubano. E chi chiede come è nato, senza lobbysti, con la partecipazione attiva della popolazione, vede il paese che gli USA hanno dichiarato nemico con altri occhi. Cuba ha mostrato alla delegazione anzitutto la sua capacità di resistere e le sue solide strutture democratiche. Il presidente cubano Miguel Diaz-Canel ha ricevuto le delegazioni americane, fra le quali la Lega “Hands off Cuba”, guidata dal segretario generale del primo sindacato di Amazon (ALU), Chris Smails. Malgrado l’euforia del momento, Diaz-Canel invita a non idealizzare Cuba. Non è un paradiso ma è in continuo sviluppo, sollecitato dall’intera società. I giovani partecipanti sono tornati nel loro paese con un’aumentata coscienza del loro dovere della necessità di intensificare la lotta contro il blocco nel cuore della “bestia” e, nello stesso tempo, di rendere visibile la realtà sociale della Cuba rivoluzionaria nelle lotte di classe in America…
Giustiniano
4 maggio 2023
PAROLE LIBERE 