UN PO’ DI FOLLIA IN PRIMAVERA di Alessia Gazzola
Come qualcuno di voi avrà ormai potuto intuire, non sono snob in fatto di libri. Leggo veramente di tutto un po’. Quando mi avvicino ad un libro lo faccio senza preconcetti e giudico in base alla capacità dell’autore di rendere appetibile una storia. Questa settimana mi sono dedicata alla lettura di Un po’ di follia in primavera di Alessia Gazzola. Questo libro è il sesto di una fortunata serie che comincia con L’Allieva. Personalmente non li ho letti tutti, ma questo non me ne ha pregiudicato la comprensione. Alcune sfumature e avvenimenti nel passato della protagonista, potrebbero non essere molto chiari ma sono facilmente deducibili e non influiscono assolutamente sulla vicenda in corso di narrazione.
Il titolo è ammantato da un allure poetica e frizzante. Siamo alle soglie della bella stagione, quale lettura migliore di Un po’ di follia in primavera, per dare una sferzata di energia positiva e spazzare il grigiore e la monotonia di questo lungo inverno?
La storia è davvero simpatica e narra le avventure di una specializzanda in anatomia patologica, Alice Allevi. Un po’ Carrie Bradshaw di Sex and the City e un pò Bridget Jones, la protagonista si districa a modo suo, in un mondo lavorativo e sentimentale irto di mille difficoltà. Alice non eccelle dal punto di vista accademico, a volte è distratta e pasticciona. Dotata di grande curiosità, spesso sconfina dalle sue competenze e mansioni di anatomopatologa, entrando in ambiti investigativi che non le competono. Grazie al dono naturale di una fine empatia, riesce a calarsi nei panni altrui e trarre lampanti deduzioni che portano allo sbroglio di oscuri grovigli e intricate matasse. La trama è molto avvincente, sebbene sia condita da una serie di clichè di cui avrei fatto volentieri a meno, come quello relativo al rude ma intuitivo ispettore Calligaris, descritto come in molte serie tv e romanzi, rozzo e mal vestito. Anche Cordelia, sorellina impicciona e logorroica del fidanzato di Alice, l’ho trovata una figura trita e ritrita. Detto questo, L’autrice ha il merito di uno stile semplice, scorrevole e alla portata di tutti i lettori. Scevra da ogni formalismo o manierismo di genere, ben si confà a chi cerca qualcosa di poco impegnativo.
Nel primo romanzo che inaugura questa fortunata serie, L’Allieva, avevo trovato il personaggio principale, Alice, troppo incline al piagnisteo. Quasi come se l’autrice avesse un po’ forzato la mano nel relegare la simpatica anatomopatologa nel ruolo di imbranata e piagnona. Per fortuna, in Un po’ di follia in Primavera, sono stata felice di trovare un miglioramento, un’evoluzione positiva. La Gazzola fa maturare il personaggio che diventa più consapevole delle sue debolezze e dei punti di forza. Non si piange più addosso ma, accoglie quello che di negativo le succede cercando di elaborarlo in energia positiva. Dunque non più un personaggio con un’accezione quasi caricaturale, ma qualcuno di più vero, umano, di cui ho apprezzato molto l’attaccamento ai valori importanti, soprattutto l’amore e il rispetto per la famiglia.
Il finale è davvero tenero e non mi vergogno a dire che mi sono commossa.
Consiglio questo libro a coloro i quali amano i gialli soft, non eccessivamente cervellotici, a quelli che cercano una lettura non troppo gravosa e alle inguaribili romantiche, perché, nonostante tutto, omnia vincit amor!
Buona lettura
La Lettrice Assorta