Da amico anonimo
Sembra che l’Ambasciatore tedesco Otto Abetz, in visita allo studio di Picasso, gli abbia rivolto la domanda riferita al Guernica: “è lei che ha fatto questo orrore?”. Picasso rispose: “no, è opera vostra”. Guernica è un racconto immerso nella storia e allo stesso tempo un messaggio senza tempo. È un appello alle coscienze, a non voltarsi dall’altra parte, a essere parte attiva dei dolori del mondo . Rifacendosi ai temi ispiratori della Guernica di Picasso, Vanessa Di Mario, una giovane artista pugliese ha realizzato una Guernica dei tempi nostri e se ci venisse da chiederle “ È lei che ha fatto questo orrore?” La riposta potrebbe essere “No, è opera vostra” Picasso compose il grande quadro in soli due mesi e lo espose nel padiglione spagnolo dell’esposizione universale di Parigi [1] . Guernica fece poi il giro del mondo, diventando un’opera simbolo acclamata; ma soprattutto servì a far conoscere la storia del conflitto fratricida che si stava consumando nel Paese iberico. Il 26 aprile 1937 , degli aerei tedeschi, in appoggio alle truppe del generale Franco contro il governo legittimo repubblicano di Spagna, rasero al suolo, con un bombardamento terroristico , la cittadina basca di Guernica . L’attacco fu una terrificante dimostrazione di bombardamento a tappeto. L’ispirazione per l’opera, improvvisa e all’ultimo minuto come era tipico del genio spagnolo, arrivò quando l’eco della distruzione e della morte giunse al grande artista spagnolo che la realizzò velocemente e con tecniche antiche che ancora oggi, al di là del racconto e della forza del dipinto, suscitano l’interesse degli studiosi. Anche Vanessa Di Mario è rimasta come tutti gli artisti contemporanei coinvolta emotivamente dalla forza del dipinto e in questi giorni di calamità e clausura, di fronte allo strazio del contagio, alla morte che sta compiendo una strage senza precedenti ha voluto replicare il grande capolavoro con una versione adattata ai giorni nostri. I riferimenti sono facili e individuabili, resi più attuali non solo dalla contiguità con la pandemia, ma anche dalla forza e dalla violenza del contagio. Cambiano le guerre, mutano scenari e scopi, ma la sofferenza dell’uomo e la sua fragile presenza sulla terra sono sempre gli stessi e ogni giorno dimostrano i sui limiti inconsistenti.