Di Angelica Lubrano
Timidi raggi di sole eccitano canti di uccelli.
Una nebbiolina si è adagiata sui monti.
La terra, esausta, riflette in lucide pozze di pioggia
incauti raggi di sole,
ancora sfibrati da nubi incombenti.
Il borgo s’acquieta,respira un’aria più tersa.
Vapori e pensieri si levano,
s’impigliano in fronde d’ibisco e oleandri
appagati che rendono in perle brillanti,
bottino prezioso e vitale,
le gocce di pioggia di fine stagione.
In questi vapori sospesi t’attendi che
l’aria disveli miracoli attesi:
ma l’ombra s’inoltra leggera
e chiedi se c’era o non c’era risposta,
o se ancora si celi del tutto la verità.
Un ciclo perenne che anela,
vagando per terre e per cieli,
conoscere il senso di un viaggio che il mare concluderà.
La foto che disegna magnificamente la mia poesia è di Alessio Ferraro