DRAGHI HA PREPARATO IL BOCCONE L’ITALIA PER IL MES, MENTRE SI PARLA SOLO DI VACCINATI E NON VACCINATIIl
23 dicembre Mario Draghi e Emanuel Macron – con un articolo firmato congiuntamente pubblicato dal Financial Times – ci hanno presentato le linee guida della riforma delle politiche di bilancio dei Paesi Ue. Oggi regolate dal Patto di Stabilità e Crescita del 1997, dai regolamenti del 2012-2013 e dal Trattato sul Fiscal Compact. Draghi ha sempre parlato di Pnrr e mai di Mes.Dov’è il trucco? mentre tutta l’attenzione in questi gli ultimi 2 anni è concentrato sulla pandemia e scontro tra vaccinati e non vaccinati, il MES entra dalla porta di servizio, incaricato di rilevare dalla BCE tutto il debito emesso dagli Stati a partire dallo scoppio della pandemia.
Tra le prime, c’è la scomparsa del tetto del deficit/PIL al 3% e del Fiscal Compact, con la relativa pretesa di riduzione di 1/20 all’anno del debito/PIL eccedente il 60%.
Tra le seconde, c’è il contenimento della crescita della spesa pubblica entro un tetto massimo e la riduzione del debito/PIL – fermo l’obiettivo di lungo termine del 60%. Il problema è che dopo accordo tra Macron e Draghi una parte del nostro debito potrebbe passare al Mes, questo è una catastrofe. Un gioco ben studiato a tavolini: fanno aumentare il rating dell’Italia (Fitch Investors Service, Moody’s e Standard & Poor’s) nonostante il debito sia il più alto mai raggiunto, l’economia non vada bene, tra l’inflazione, l’aumento vertiginoso delle utenze, mancanza delle materie prime, e così le agenzie di rating i veri falsari della finanza mondiale, chiudono tutti due gli occhi, mentre l’acquisto e la detenzione dei Btp da parte della Bce è stata una decisione di politica monetaria che non ha comportato impegni per l’Italia e molti leader dei partiti della maggioranza o per la loro ignoranza o per la convenienza esaltavano l’Unione Europea.Mentre adesso scopriamo il trucco: il trasferimento del debito al Mes, dopo gli accordi del mese di dicembre, prevederebbe regole rigide da rispettare con poteri di intervento molto invasivi, stante alle regole vigenti per il Mes. Modello Grecia, esattamente un anno fa c’è stata un accesissima discussione parlamentare sulla possibilità di far ricorso al Mes per i famosi 20 miliardi per la sanità e fortunatamente è stato bloccato.
Se adesso quello stesso Mes, uscito dalla finestra, dovesse rientrare dalla porta, per un importo 20 volte superiore, significa che i titoli pubblici italiani per 679 miliardi, pari al 29% del debito pubblico costituito da titoli (251 acquistati col programma pandemico PEPP e 428 col programma PSPP partito nel 2015), ed è ragionevole ipotizzare che, entro marzo 2022, si arrivi a circa 720 miliardi.
Di questi, circa 350 miliardi saranno quelli acquistati a partire da marzo 2020 (70 PSPP e 280 PEPP), poco più del 19% del PIL.Ed è proprio questo il boccone che Draghi ha preparato per il Mes. In qualità di “agenzia europea per la gestione del debito”, acquisterebbe i titoli italiani e degli altri Paesi dell’eurozona in cinque quote annuali (circa 70 miliardi) per mantenerli in portafoglio in perpetuo, rinnovandoli alla scadenza per mantenere la percentuale sempre intorno al 19% del PIL.
Attenzione questo debito non cesserebbe di esistere, ma sarebbe escluso dal computo del debito/Pil da ridurre. La proposta del direttore generale del Mes, Klaus Regling, di lasciare invariato il tetto del 3% del rapporto deficit/Pil e di portare dal 60 al 100% quello tra il debito e il Pil, sapendo che l’Italia che sfora di gran lunga anche il parametro del 100%, siamo al 156%.
Che cosa succederà, dovranno essere rispettati criteri di ammissibilità al Mes che, per i Paesi come il nostro, significa firmare un protocollo d’intesa con specifici impegni di politica economica monitorati dal Mes che andrebbe a peggiorare il bilancio del Paese.
La cura greca seguito da un gioco delle tre carte, dove il pollo siamo noi: poiché non è pensabile che il Mes si finanzi emettendo titoli acquistati per l’intero ammontare dagli investitori, con conseguente ingente drenaggio di liquidità dal mercato, sarà proprio la BCE ad acquistare buona parte dei titoli emessi dal MES, previa eliminazione del limite del 50% del debito dell’emittente. Anziché comprare il debito degli Stati, la Bce comprerà il debito del Mes, che a sua volta comprerà quello degli Stati.
Ma non finisce qui, il Mes dovrà richiamare il capitale sottoscritto e non versato, cioè 624 miliardi, di cui 114 a carico dell’Italia. Il debito/PIL residuo (130%) sarà diviso in due: fermo restando l’obiettivo della sua riduzione a 10 anni, quello accumulato nella crisi del 2009 e quello per finanziare gli investimenti “per il futuro” (green, digitale, ecc…) dovrà essere ridotto ad un ritmo più lento rispetto al debito residuo. Si avrà così un obiettivo chiaro, tagliato su misura e facilmente calcolabile e ogni Stato sarà consapevole che maggiore (minore) spesa oggi, significherà maggiore (minore) aggiustamento del debito domani.
Il contentino sta nell’esclusione dal tetto di crescita degli investimenti “per il futuro”, per l’identificazione dei quali si rimanda al Next Generation, di cui si richiamano esplicitamente i controlli e le condizioni.L’Unione Europea con la complicità della classe politica italiana in questi ultimi 20 anni hanno saputo tracciare un sentiero per condurre il Paese al commissariamento e il governo di Draghi è l’ultimo atto tragico di questo progetto per radere al suolo l’economia Italiana.
Intervistato dalla CNN, così Mario Monti: “Stiamo effettivamente distruggendo la domanda interna attraverso il consolidamento fiscale”.