Se lo conosci lo eviti…
Mi è capitato di assistere ad un buon report fatto dalla tv di stato tedesca tradotto un po’ al volo dalla mia compagna fatto sugli sviluppi in Germania di Amazon e davvero è impressionante !
Cosa?
Il metodo di sviluppo del suoi commerci che è almeno per l’80% fatto mettendo insieme piccole imprese e spingendole ad usare il mercato globale che le è proprio, anche nelle singole nazioni
Per molte piccole – medie imprese artigianali fra lockdown e rialzo dei prezzi di costo dei materiali, delle materie prime, dell’energia, il mercato territoriale diventa complicato e limitante ed allora si affidano ad Amazon per espandersi.
Perchè?
Questa multinazionale ormai avvolge il mondo intero in una rete incredibile e risolve inizialmente alcuni problemi:
1) la distribuzione di qualunque prodotto con sistemi di sfruttamento intensivo piccoli trasportatori e personale di immagazzinamento (il collare di emissione e controllo dati è ormai applicato) oltre alla logistica mirata nella nazione, ma anche oltre i confini se necessario. Le piccole ditte non sono in grado di avere un apertura utile oltre il proprio territorio e risolvere aspetti di burocrazia , di singoli elementi tecnici, ecc. quindi inizialmente il mercato fa girare in questo modo più prodotti quantitativamente rispetto alle possibilità locali.
2) di molte merci ci sono diversi produttori che fanno cose analoghe e allora si sono inventati le aste interne per stabilire i prezzi, che neanche a dirlo sono sempre al ribasso. Un algoritmo di Amazon decide quale deve essere il prezzo standard e ognuno fa offerte. Quindi in sintesi non c’è nessuna vera autonomia dei produttori che si servono di questo mostro, ma lo decidono algoritmi della stessa Amazon, messi in concorrenza uno contro l’altro con intervalli di tempo e decrementi decisi al di fuori della logica intrinseca di costi+ guadagno d’impresa.
Una volta che inizi questo sistema sei preda dello stesso perché in parte abbandoni il mercato locale o territoriale di riferimento e ti pare di aumentare il volume di affari. Ma le decisioni esterne ai produttori presto creano un abbassamento del margine d’impresa, mentre aumenta sempre più la dipendenza del piccolo produttore per raggiungere margini attraverso la “quantità piuttosto della qualità” che oltre tutto deve dotarsi di risorse esperte di marketing e gestione web
Morto un papa se ne fa un altro….. e a rotazione data la crisi e la difficoltà di autofinanziarsi ecco che Amazon propone la “salvezza” a chi è in crisi: cioè prestiti in varie forme (denaro, criptovalute, ecc) e il ciclo è chiuso! Sei mani e piedi in mano al mostro.
Questo molto sinteticamente. Ecco spiegato un particolare sistema che in Germania da ad Amazon il 55% del mercato nazionale, assieme ad altri due colossi simili (di cui non ricordo nomi)
Questo avendo regimi fiscali diversi e società off shore dove scaricano utili.
Cosa attrae di questo sistema? La poca conoscenza delle mosse che aspettano chi si affida e anche la bravura di manager esperti.
Così i territori con anche eccellenze in alcuni prodotti perdono quote di prodotti aumentando la crisi e usando sino a raschiare il fondo del barile le persone che vi lavorano in cui anche quei pochi assunti stabilmente sono ipersfruttati e controllati.
Il PIL sale e i governi applaudono ma è uno degli ingranaggi della globalizzazione finanziaria a cui ormai siamo abituati come fosse normale. Tutti gli aspetti collaterali dalla movimentazione di merci e persone, al credito, al “furto di idee” sono in mano a società come Amazon con cui non puoi controbattere e ancor meno vincere battaglie e solo una consapevolezza complessiva di cosa rappresenta questo capitalismo parassita offre possibilità di rifiutarlo. Con i margini che Amazon fa può permettersi di corrompere o almeno fare pressioni sulla politica e aprire porte nella UE come altrove, saltando regole senza temere contrasti, addirittura può far causa a governi per impedimento alla libera concorrenza se gli impedissero di distribuire prodotti non graditi.