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04 Agosto 2022
Magari qualcuno non se lo aspettava, ma non si può non rilevarlo: malgrado le temperature, mezza Italia s’è commossa per l’assassinio di Alika Ogorchukwu, migrante venuto dalla Nigeria, e s’è pure indignata per chi è rimasto lì a guardarlo. Lasciando solo per un momento da parte l’altra mezza Italia – non tutti sono necessariamente “colpevoli” di non informarsi o di non provare emozioni – ci piacerebbe un sacco che quella atroce testimonianza dell’orrore dei nostri tempi facesse venire, almeno per qualche giorno, un po’ di curiosità su cosa stia accadendo adesso in Nigeria. Il cosiddetto gigante dell’Africa – la Nigeria è considerata la prima economia continentale (Pil, popolazione e petrolio) e il Paese con il maggior numero di abitanti (oltre 200milioni) – è conosciuto da molti italiani per la sua “mafia” ma oggi è al centro di molti enormi interessi, tutti legali per carità. C’è, per esempio, il Trans-Saharan Gas Pipeline, il gasdotto che dovrebbe trasportare il gas liquefatto della Nigeria fino in Sicilia, passando per Niger e Algeria. E poi ci sono le armi, soprattutto, ora che Mosca non è in grado di fornirne di nuove. Così si fanno sotto altri venditori con insaziabili interessi geopolitici ormai su tutta l’Africa: Cina, Turchia e Usa. Malgrado qualche problemuccio con i diritti umani, proprio per anticipare le mosse della Cina, in aprile gli Stati Uniti hanno approvato la vendita di armi per quasi un miliardo di dollari alla Nigeria. Del commercio turco si occupa, invece, questo interessante articolo di Antonio Mazzeo, che mostra quanto per Erdogan sia utile l’eterna esercitazione di palestra sul popolo kurdo, ma anche come il fior fiore incontrastato dell’export bellico tricolore, Leonardo SpA (ex Finmeccanica), non giochi affatto un ruolo di secondo piano nella partita. D’altra parte, l’economia di mercato, detta anche capitalistica, si muove in relazione a quella legge “esatta” che segue le oscillazioni della domanda e dell’offerta: nel 2021, secondo anno dell’era pandemica e ben prima delle “follie” di Putin, la spesa mondiale per le armi aveva raggiunto il suo massimo storico: 2.113 miliardi di dollari
mi aveva raggiunto il suo massimo storico: 2.113 miliardi di dollari
La Turchia consegnerà elicotteri d’attacco alle forze armate della Nigeria ma a fregarsi le mani con Erdogan & C. ci sono pure i manager e gli azionisti di Leonardo SpA. Temel Kotil, direttore di TAI – Turkish Aerospace Industries, la principale azienda pubblica del comparto militare-industriale turco, ha reso nota l’esportazione alla Nigeria di sei elicotteri da combattimento avanzato T-129 “Atak”. Ignoto ad oggi il valore della commessa.
Il velivolo da guerra T-129 “Atak” viene costruito su licenza dell’azienda italo-britannica AgustaWestland, interamente controllata dal gruppo italiano Leonardo. Si tratta di un bimotore di oltre 5 tonnellate, molto simile all’A129 “Mangusta” in possesso dell’Esercito italiano. Nel 2007 AgustaWestland e Turkish Aerospace Industries hanno firmato un memorandum che prevede lo sviluppo, l’integrazione, l’assemblaggio degli elicotteri in Turchia, demandando invece la produzione dei sistemi di acquisizione obiettivi, navigazione, comunicazione, computer e guerra elettronica agli stabilimenti del gruppo italiano di Vergiate (Varese).
Gli elicotteri T129 “Atak” sono stati acquisiti dalle forze armate turche e utilizzati in più occasioni per sferrare sanguinosi attacchi contro villaggi e postazioni delle milizie kurde nel Kurdistan turco, siriano e irakeno.
Nel giugno del 2020 TAI – Turkish Aerospace Industries ha presentato una versione ancora più micidiale dell’elicottero “cugino” del “Mangusta”: con nuovi sistemi avanzati di individuazione e tracciamento dei bersagli e sofisticati sistemi per la guerra elettronica, il nuovo velivolo è armato con razzi non guidati da 70 mm e missili anti-carro a lungo raggio L-UMTAS.
Sei T-129 per un valore di 269 milioni di dollari sono stati venduti lo scorso anno alle forze armate delle Filippine; due velivoli sono stati già consegnati mentre i restanti quattro giungeranno a Manila entro la fine del 2023.
La conferma della commessa degli elicotteri alla Nigeria giunge un paio di giorni dopo la missione in Turchia del Capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare nigeriana, il generale Oladayo Amao. Incontrando il comandante delle forze aeree di Ankara, il generale Hasan Kucukakyuz, Amao ha espresso l’intenzione di rafforzare la cooperazione industriale-militare con la controparte “in vista del miglioramento dell’efficienza operativa nella lotta al terrorismo, così come stanno facendo in questi mesi i due paesi”.
Nigeria e Turchia si sono impegnati, in particolare, a scambiarsi le esperienze nell’impiego dei velivoli a pilotaggio remoto nelle operazioni anti-terrorismo e a moltiplicare le esercitazioni militari congiunte, a partire da quella multinazionale Anatolia Eagle che si svolge annualmente in Turchia. “I due paesi potranno beneficiare enormemente dello scambio di studenti militari durante i programmi di addestramento”, ha dichiarato il Capo di Stato maggiore nigeriano. “Chiediamo inoltre il supporto dell’Aeronautica militare turca per potenziare e modernizzare le piattaforme aeree e sviluppare programmi formativi per le forze speciali e per il personale nigeriano impiegato nelle tecnologie di intelligence e telecomunicazione”.
Prima di lasciare la Turchia, lo staff dell’Aeronautica nigeriana ha effettuato un tour presso le maggiori industrie militari: TAI – Turkish Aerospace Industries, Aselsan, Havelsan, Manatek, BNW Group, Fly BVLOS – Airways Group ed Express Technics.
La Nigeria si è rivolta ad Ankara pure per potenziare il dispositivo navale. Nel novembre dello scorso anno la Marina militare nigeriana ha sottoscritto un contratto con i cantieri navali Dearsan di Istanbul per la consegna di due pattugliatori d’altura tipo OPV-76 da completarsi entro tre anni. Secondo il Capo di Stato maggiore della Marina, l’ammiraglio Awwal Gambo, le due unità da guerra verranno utilizzate per le operazioni di interdizione marittima, sorveglianza e per il supporto alle forze speciali e alle unità terrestri. “I pattugliatori OPV-76 saranno anche in grado di svolgere attività di ricerca e salvataggio, anti-pirateria, anti-traffici e anti-droga e operazioni di pronto intervento in caso di disastri naturali”.
Le due unità avranno una lunghezza di 76.8 metri e un dislocamento di oltre 1.100 tonnellate e ospiteranno a bordo 43 militari. Grazie a due potenti motori diesel esse raggiungeranno una velocità massima di 28 nodi con un raggio di azione di 3.000 miglia nautiche. Anche con i due pattugliatori d’altura si prospettano ottimi affari per Leonardo SpA e le aziende controllate: i sistemi d’arma che saranno impiegati a bordo comprendono infatti i cannoni da 76 mm Super Rapid e quelli “leggeri” da 40 mm (produzione Oto Melara/Leonardo) e i sistemi missilistici superficie-aria a corto raggio Simbad-RC (produzione MBDA).
Fonte: Antonio Mazzeo Blog
Articolo pubblicato in Africa ExPress il 29 luglio 2022, https://www.africa-express.info/2022/07/29/non-ce-recessione-per-il-mercato-delle-armi-nuovi-contratti-militari-tra-turchia-e-nigeria-affari-milionari-anche-per-litaliana-leonardo/