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Giampiero Monaca 25 Agosto 2022
La capacità della Grande distribuzione di assediare scuole e spazi educativi è nota quanto odiosa. Un gruppo di bambini e bambine insieme ai loro educatori ha trovato il modo per vivere il territorio, con i suoi negozi e laboratori artigianali, come un luogo nel quale è possibile cominciare a ribaltare un po’ le cose. Ecco come funziona
Quale profumo si sente dal panettiere e davanti a un banco di verdure? Che odore si avverte nell’officina di un gommista? E dal parrucchiere e in una cartoleria? E che suoni possiamo udire? Nessuna di queste esperienze può essere fatta presso la grande distribuzione: i megamarket hanno tutti lo stesso odore, l’odore della velocità, e il suono continuo degli annunci e dei jingle studiati per invogliare in modo ossessivo all’acquisto. I piccoli negozi, invece, permettono acquisti ed esperienze sensoriali e relazionali selettive e potrebbero far parte degli ambienti educanti per chi pratica l’educazione diffusa.
Eppure alla grande distribuzione (Gdo, dove “o” sta per organizzata) è garantita la capillare penetrazione nelle scuole – si potrebbe discutere quanto legalmente – con suoi suadenti concorsi a premi, totem e volantini promozionali. “Partecipa al superpremio e regala la Lim – o le tempere o la carta per le fotocopie -, alla tua classe”. Suonano cosi gli slogan della Gdo affissi sui poster piazzati negli androni delle scuole. Grazie a quali accordi? Con chi? I piccoli invece… fuori.
Con le bambine e i bambini dell’Associazione di volontariato Bimbisvegli di Serravalle d’Asti (impegnata in percorsi di educazione diffusa), già diversi anni fa abbiamo fatto due conti: per avere una lavagna multimediale Lim, che costerebbe circa 2.000 euro, bisogna procurare un fatturato di 75.000 euro (settantacinquemila!), per dieci risme di carta 2.700 euro. Siamo rimasti sbigottiti: “Mia mamma ha un negozio – aveva esclamato Giulia – Se le si promettessero anche solo 5.000 euro di spesa ci farebbe il monumento, sai quanti regali ci farebbe?”. Interessante. Proviamo allora a invertire le parti. Ecco che nasce l’idea del “centro commerciale” diffuso e solidale delle bimbe e bimbisvegli.
Abbiamo selezionato, per ora, sedici negozi, laboratori artigianali, studi professionali, scegliendoli di preferenza tra quelli di Serravalle Sessant, corso Torino, e altre zone vicino a dove viviamo e sviluppiamo il nostro percorso educativo, facendo in modo da replicare l’offerta di servizio di un centro commerciale… ma con una attenzione speciale alla sostenibilità dei prodotti e alle garanzie di trattamento dei lavoratori e delle lavoratrici. Alimentari e prodotti equosolidali, panetteria artigianale, bottega alimentare di paese, agrimacelleria, libreria didattica, gelateria artigianale, parrucchiere specializzato per bambini/e (e adulti), colorificio, fai da te, farmacia di paese… Abbiamo anche inserito artigiani edili, assicurazioni, meccanico, gommista, dentista.

Naturalmente siamo assolutamente aperti e disponibili a nuove adesioni.
Come funziona?
Dato che la finalità principale è quella educativa, ogni bambina e bambino aderente o simpatizzante per il progetto riceve un quaderno dei conti, che riporta l’elenco degli esercizi commerciali che aderiscono (visibile anche sul nostro blog www.bimbisvegli.net) sul quale andrà a registrare, l’importo speso ogni volta ricevendo uno sconto immediato del 5 per cento.
Attenzione: la spesa per essere inserita nel progetto dovrà essere fatta dal bambino/a insieme agli adulti. L’obiettivo infatti è responsabilizzare i piccoli, sulla gestione dell’economia e degli approvvigionamenti della famiglia, per far comprendere dove si erogano certi servizi, che odore ha la bottega del panettiere e l’officina del meccanico, quanto si impiega a cambiare una gomma o a pulire il pesce…
E poi? A fine anno raccogliamo i quaderni dei conti e i bambini delle classi quarta e quinta scorporano tutti gli importi, si sommano le cifre spese presso questo o quel negozio, e dopo averle controllate insieme, i vari negozianti riconoscono una percentuale (circa 10 per cento) facendo una donazione in denaro all’Associazione bimbisvegli o.d.v..
Insomma, il territorio è un luogo nel quale è possibile cominciare a ribaltare un po’ le cose…
Non più lo strapotere della Gdo che schiaccia il piccolo commercio e sfrutta la scuola pubblica, mettendo da parte profitti con concorsi opachi in cui il premio è misero. Con questo sistema, invece, si sostiene il piccolo e medio commercio, artigianato e professionisti locali, costituendo un circolo virtuoso, basato su relazioni autentiche, con vantaggi reali e funzionali per tutti.
Cosi anche studiare matematica acquista il valore di compito autentico funzionale e divertente.
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