di Federico Sirianni
N. di R. – “questa è una canzone” di un cantautore poco conosciuto ascoltato al circolo CCP (Comitato Culture e Popoli) di Ceriale. Non è solo la musica, ma il contenuto ad alto tasso di poesia dei racconti immaginati da questo autore con buona voce e anche con ottima sintonia nei brevi dialoghi gentilmente espressa. Il suo V disco.
Le nuvole di ghiaccio rinfrescavano la sera
Mentre un cielo lucidato col bitume di Giudea
Stillava goccia a goccia nell’aria più leggera
Un senso di sollievo e il ricordo di una antica malattia
La terra del libero arbitrio era un deserto di conchiglie
E di un deserto non si vede mai la fine
Ma se io avessi previsto tutto questo non avrei lasciato figli
A camminare su pezzi di vetro fra le rovine
L’alchimista delle contraddizioni le spargeva sulla battigia
Per confondere le acque e inquinare il mare
Mentre i penultimi affondavano l’arca degli ultimi
E si sentivano già terzultimi guardandola affondare
Non c’erano combattenti a opporre resistenza
E i sogni si sognavano a vicenda
Nelle città deserte, nell’insonnia, nella castità
Quando un opinione diventa storia e un’idiozia verità
I roghi erano pronti in via degli Asini
Per chi ha potuto salutare in diciassette lingue le stelle
Chi ha venduto il suo teatro con il sipario e gli attori
Chi ha creduto negli aruspici e nelle case editrici
Chi ha inciso iscrizioni sulle meridiane
Per chi tra l’immondizia, i pensieri dei morti, una risacca di spine
Ha cercato un istmo di bellezza con il fiuto del cane
I politici e gli scienziati si fondevano in un solo Golem
Che calpestava i templi e la Bibblioteca di Babele
Gli ospedali scontravano l’iceberg come quel 14 di aprile
in cui non ci fu scampo né per Achab né per Ismaele
La gente solidale si dava una mano a spostare l’aria
Bruciando le coperte dei senza fissa dimora
Dev’essere senz’altro una sorta di naufragio
Quando da vecchi ci si arrabbia e ci si indigna per qualcosa ancora

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