Il calcio dell’asino

Dalla pg FB di Giustiniano Rossi

L’ammiraglio Charles A. Richard, alla testa dell’U.S. Strategic Command che ne dirige le forze nucleari, esige un riarmo accelerato degli USA per lottare contro la Cina. “Lentamente, la nave affonda”, dichiara giovedì scorso in un discorso pronunciato davanti a militari e industriali degli armamenti, alludendo al tradizionale vantaggio del suo paese rispetto alla Repubblica popolare. Sollecita un riarmo animato dallo stesso spirito di quello che, nel 1969, ha consentito agli USA di raggiungere la luna. “Altrimenti la Cina ci supererà”, aggiunge Richard. Secondo lui “la grande crisi arriverà. E fra non molto dovremo affrontare prove come non accadeva da tempo”. Il personaggio non ha fornito altri dettagli.

Il presidente cinese Xi Jinping ha messo in guardia martedi’ da nuove provocazioni per la sicurezza del suo paese. La situazione sarebbe sempre più instabile. Pekino intensificherà l’addestramento delle sue truppe e si preparerà a far fronte alle minacce. Alla 14.ma “Aerospace International Exhibition”, la più grade fiera cinese degli armamenti che ha aperto le porte martedì a Zhuhai, è stato presentato per la prima volta il Chengdu ”J-20”, il primo caccia di quinta generazione del livello dell’”F-35” dell’U.S. Air Force. Un esempio dell’avvenuto recupero dell’Esercito popolare, ormai secondo alle forze armate americane solo, ovviamente, nell’esperienza di guerra.

Per Richard la guerra .in Ukraina non è che la “fase di preriscaldamento”. A suo avviso, lo scontro decisivo – quello fra USA e Cina – si avvicina. Negli USA, avvertimenti relativi all’escalation di una guerra fra i due paesi circolano da anni. L’ex comandante delle forze NATO, James Stavridis, ha descritto una guerra simile nel suo romanzo “2034”, pubblicato all’inizio del 2021. I suoi colleghi hanno criticato il titolo: secondo alcuni la guerra inizierà molto prima, nel 2026 o, forse, già nel 2024. All’inizio di agosto il “Wall Street Journal” ha pubblicato un lungo articolo intitolato “La prossima guerra per Taiwan”, senza punto interrogativo. L’establishment politico USA non si fa illusioni: il rischio di guerra è reale.

Per l’ammiraglio “la Repubblica popolare sviluppa le sue capacità militari molto più in fretta degli USA, il cui margine di vantaggio, ormai limitato alla guerra sottomarina, si riduce velocemente”. Occorre invertire la rotta. Cosa c’è di concreto nelle dichiarazioni dell’alto ufficiale? A Washington, da anni i war games suggeriscono che gli USA non sono più in grado di vincere una guerra contro la Cina, già oggi superiore, ad esempio, nei missili supersonici. Richards fa il suo mestiere. Ma chi ritiene inevitabile una guerra la cercherà in un momento in cui dispone, almeno in parte, di una superiorità militare. Se l’uomo ha ragione, gli USA non ne hanno ancora per molto. La decisione del momento di passare alla guerra calda per l’egemonia globale si avvicina…

Giustiniano

9 novembre 2022

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