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Piergiuseppe Froldi ha condiviso un link.
A proposito di Ischia ma non solo, le competenze ci sono cosa manca?

Negli anni settanta, lavoravo nella Società E.G.O. Eletrochimica Geotecnica Organizzazione di ricerca scientifica. Studiavamo in laboratorio il consolidamento delle argille plastiche mediante il sistema dell’ Elettrosmosi.
Ovvero trattamento elettrochimico delle argille mediante il passaggio di corrente continua, tra due elettrodi, uno di Alluminio ed uno di Ferro, l’anodo ed il catodo.
Nel laboratorio di geotecnica si eseguivano su campioni indisturbati prelevati con il sistema Wire-Line, prove sia fisiche che meccaniche come la prova di taglio Casagrande, la prova triassiale per determinare l’angolo d’attrito e la coesione di queste argille plastiche, composte da illite, montmorillonite e caolinite, tutti fillosilicati, ed anche prove ad espansione laterale libera (ELL) per determinare il Sigma a rottura. Poi sulle stesse argille, prelevate in situ, si eseguiva il trattamento elettrosmotico e una volta consolidato il campione, questo veniva fustellato per eseguire con stesse modalità le prove geomeccaniche dei campioni non trattati.
I risultati erano eccezionali, i parametri geotecnici cambiavano in modo direi esagerato verso risultati incredibili e con nessuna possibilità di riottenere lo stesso grado di umidità, nemmeno se i campioni erano immersi in acqua, il processo era irreversibile. I risultati erano confermati anche da prove edometriche eseguite con l’elettroedometro.
Questo perchè veniva cambiata la composizione chimica delle argille, alle quali veniva eliminato lo ione sodio, con carica positiva, che durante questo processo si legava alla scissione dell’acqua, all’ ossidrile OH con carica negativa formando un liquido con un pH 14, ovvero una soda caustica.
Questo sistema la Società E.G.O. lo eseguiva proprio nella zone in frana, effettuando gradonature per far si che potessero arrivarci le sonde che perforando alloggiavano nei fori i tubi di alluminio e di ferro (anodi e catodi) fino sotto il piano di scivolamento della frana stessa. Quindi venivano fatti tutti i collegamenti elettrici dalla cabina elettrica composta da capannone industriale, con gruppi elettrogeni da 380 volt la cui corrente alternata veniva trasformata da trasformatori a 60 volt e raddrizzata da raddrizzatori da alterna a continua in campo.
Il trattamento durava dai trenta ai 50 giorni 24 ore su 24. Questo tipo di interventi sono stati eseguiti anche per l’Anas, per Enti pubblici, e per Imprese Generali, anche come mezzo d’opera per sbancamenti di grosse aree. E’ stata una descrizione sui generis, ma per approfondire questo sistema di consolidamento ci vorrebbe un capitolo a parte.