Dalla pg FB di giustiniano Rossi
Ignorati dai media, si svolgono attualmente in Portogallo una serie di scioperi e dimostrazioni che bloccano il paese un giorno si’ e uno no. Giovedi’ la più grande Confederazione sindacale, vicina al Partito comunista, ha organizzato una giornata nazionale di protesta in diversi settori del servizio pubblico e dell’industria privata. Si è manifestato in almeno 16 città. I portoghesi chiedono aumenti di salari e pensioni, il recupero dell’inflazione e diversi miglioramenti, secondo i settori. Giovedi’, a Lisbona, la segretaria generale della CGTP, Isabel Camarinha, ha annunciato alla stampa “che la lotta sarà intensificata” di fronte al “peggioramento della vita e delle condizioni di lavoro”. Il sindacato chiede un aumento salariale di almeno il 10%. Il salario minimo deve essere portato a 850 euro mensili (attualmente è di 740 euro lordi). Prezzi e profitti del settore finanziario, logistico ed energetico devono essere controllati dal sindacato.
Lotte sono in corso in parecchi settori. Mercoledi’ scorso sono scesi in sciopero i ferrovieri. Continueranno fino al 21 febbraio. Secondo il giornale conservatore “Diario de Noticias”, la partecipazione alla giornata nazionale di protesta di giovedi’ delle Ferrovie dello Stato portoghesi “Comboios do Portugal” (CP) è stata “totale”. Secondo CP, hanno circolato 7 treni sui 1.182 programmati. Antonio Dominguez, del Sindacato nazionale macchinisti delle ferrovie portoghesi (SMAQ) ha dichiarato all’Agenzia di stampa “Lusa” che l’offerta dell’azienda non corrisponde neppure alla metà dell’inflazione registrata nel 2022. Significherebbe tagli ai salari più drastici di quelli imposti dai dictat della troika costituita da Commissione UE, BCE e FMI.
Gli insegnanti portoghesi, che protestano da mesi, hanno annunciato un nuovo sciopero per il 2 e 3 marzo. Sabato hanno dimostrato a Lisbona in 150.000. Al comizio finale, sulla Praca do Comercio, la segretaria generale della CGTP, Camarinha, ha invitato il governo a non badare solo ai numeri. Scuola, sanità e altri servizi pubblici perderebbero di qualità. E’ in corso un “disinvestimento e sottofinanziamento basato su un bilancio che va bene solo per le grandi potenze dell’UE, non per i portoghesi e per lo sviluppo del nostro paese.”
Secondo il ministero del Lavoro, nell’ultimo anno gli scioperi sono aumentati del 25% rispetto al 2021. Altri scioperi sono in programma nella sanità e nella pubblica amministrazione. Dopo il fallimento delle trattative all’inizio di gennaio, la Federazione Nazionale dei Medici (FNAM) dichiara uno sciopero dei medici l’8 e 9 marzo. La segretaria del FNAM, Joana Bordalo, rende noto di esservi costretta per garantire alla società un’assistenza sanitaria di qualità. Anche in altri settori pubblici – notai all’inizio dell’anno e aerei della compagnia statale TAP a dicembre – ci sono stati scioperi.
La Rivoluzione dei garofani (Revolução dos cravos) continua…
Giustiniano
14 febbraio 2023