Da una Email di Maria Rita D’Orsogna dorsogna@substack.com
La Shell raddoppia utili rispetto al 2021 ma non aumenta’ gli investimenti green per dare maggiori profitti agli azionisti.
Maria Rita D’Orsogna Feb 22 |
E’ l’equivalente di tutto il PIL della Nuova Zelanda o della Grecia.
Ovviamente questo e’ quello che sappiamo perche’ sono dati pubblici, ma quanti soldi abbiano intascato, per esempio, i governi del Qatar o dell’Arabia Saudita che non rendono pubblici i loro petrol-incassi solo le divinita’ possono saperlo, ma di sicuro sono tanti soldi, tanti.
Come e’ successo tutto questo?
In una parola: speculazione.
Gia’ sappiamo della speculazione sui nostri polmoni, sulla nostra acqua, sulle nostre democrazie. Adesso arriva la speculazione sulla guerra.
Con la scusa del conflitto fra russi ed ucraini, e l’interruzione delle forniture, siamo arrivati a prezzi elevatissimi della benzina e del gas, in aggiunta a enormi fluttuazioni legati agli avvenimenti geopolitici di cui mercati e petrolieri hanno saputo ben approfittare. Biden e l’Unione Europea hanno cercato di tirare le orecchie ai cinque bruti di cui sopra, l’uno con le parole, e l’altra con i tribunali, ma finora con poco successo.
Delle cinque petrol-ingorde, la fetta piu’ grande della torta e’ andata alla Exxon con $56 miliardi di profitti, a seguire la Shell con $40 miliardi e la Chevron con $37 miliardi.
Per la Shell e’ il doppio rispetto al 2021, (il doppio!) ed il record assoluto nella sua storia di 115 anni.
Che ci faranno con tutti quei soldi?
Magari investiranno sulle rinnovabili? Cercheranno di creare un futuro oil-free visto che promettono questo da anni?
Eh si.
La Shell non ci pensa neanche, e dice che non investiranno neanche un centesimo in piu’ per le rinnovabili rispetto al 2021. E perche’ dovrebbero? Il loro business e’ petrolio non vento.

Uno deve pensarci bene: questi signori del petrolio hanno trivelle, conoscenze di trivelle, contatti di trivelle, sparsi per tutto mondo. Hanno una infrastruttura tecnica, politica e geografica che si e’ sviluppata nel corso di cent’anni. Una vera transizione verso le rinnovabili significa investire in tecnologie tutto sommato ancora nuove, che abbisognano di sperimentazione per la diffusione a larga scala e per integrazione nel nostro mondo normale. Una vera transizione verso le rinnoavabili abbisogna di picconate ad un mondo che ha dato loro soldi e potere per cent’anni.
Perche’ fare tutto questo quando i profitti petroliferi sono alle stelle?
La Shell e compari parlano di rinnovabili per fare finta, per imbambolare pubblico e politici, ma sono tutte balle. Anche se cercano di essere lupi vestiti di verde, sempre lupi sono. Ovviamente intendo questo in modo figurativo, e con tutto l’amore possibile per i lupi.

Il nuovo CEO della Shell, Wael Sawan, un libanese-canadese dice che vogliono dirigersi verso le rinnovabili ma che devono pure salvaguardare gli interessi degli investitori.
Ipse dixit dalla sua stessa bocca:
“Our philosophy has been a real pivot toward energy transition investments. But we will make sure that those investments go into the areas where we can see line of sight toward attractive returns to be able to reward our shareholders.”
E’ tutto qui, nelle parole attractive returns. Come dire, il doppio nel 2022 rispetto al 2021 non gli e’ bastato.
Nel 2021 la Shell ha investito 3.5 miliardi di dollari in tecnologie green. Ha invece investito 21.5 miliardi di dollari in tecnologie petrolifere. I dollari green non cambieranno. Quelli petroliferi quasi sicuramente si perche’ vogliono investire di piu’ sul gas naturale che e’ stato il motore dei loro profitti record per il 2021.
Sawan aggiunge che non e’ colpa sua, se le rinnovabili vanno ancora troppo a rilento. Dice che e’ colpa dei politici.
Il Don Abbondio delle trivelle.
Resta la domanda: che ci faranno con tutti questi soldi?
Investiranno per altra esplorazione e tecnologia, ingrasseranno investitori e si ricompreranno le loro azioni. La Exxon investira’ $50 miliardi per ricomprarsi le azioni, la Chevron $75 miliardi, la Shell “solo” 4 miliardi.
E noi?
Noi restiamo a guardare, troppo presi dai nostri ombelichi, dalle nostre vite, mentre i pochi si arricchiscono, il mondo crolla, e lasciamo poverta’ di bellezza e di natura alle generazioni future.
António Guterres, segretario generale dell’ ONU:
Mike Wirth, CEO della Chevron:
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