Come una scuola diventa un bene comune

Dal blog https://comune-info.net

JLC 04 Marzo 2023

Sta crescendo una nuova cultura politica. È la cultura politica di chi pianta alberi. È la cultura politica che alimenta il dialogo tra tante esperienze differenti, quelle delle associazioni come quelle che nascono dalle occupazioni. È la cultura politica di chi chiude le strade per aprirle al gioco libero dei bambini e delle bambine. È la cultura politica di chi costruisce nei territori un’idea di pubblico diversa da quella dello Stato, restituendo alle persone la capacità di decidere. In questa nuova, fragile e plurale cultura politica, l’educazione è chiamata a mettersi a fondo in discussione

re mesi fa hanno preso un po’ di sedie, le hanno portate in piazza e le hanno messe in cerchio. Poi hanno invitato chiunque passasse a discutere di quanto siano importanti gli alberi in città e di come farne crescere altri a Roma. Nelle settimane scorse, invece, hanno firmato un patto di collaborazione con il liceo De Chirico e hanno cominciato a sistemare i locali del seminterrato: vogliono promuovere alcune attività culturali e sociali, dicono, ma soprattutto metterli a disposizione del territorio, c’è anche da ripristinare la biblioteca. Venerdì 3 marzo, quelli dell’associazione Allargo Pannonia (quartiere San Giovanni/Porta Metronia) hanno ripreso di nuovo le sedie ma questa volta le hanno sistemate in uno dei locali rimessi a nuovo per scambiare due chiacchiere con diverse realtà del quartiere e della città intorno ai temi dei beni comuni. Il titolo dell’incontro? “La città è anche nostra”. Di sedie in cerchio hanno dovuto posizionarne moltissime e lo scambio emerso ha mostrato un pezzo di città essenziale per far crescere una nuova cultura politica.

È la cultura politica che sa alimentare il dialogo tra tante esperienze differenti, quelle delle associazioni come quelle che nascono dalle occupazioni, come ha ricordato Michela Cicculli (consigliera comunale) parlando dei semi gettati dal Teatro Valle occupato o dalla Casa delle donne Lucha y Siesta. È la cultura politica di chi chiude le strade, a cominciare da quelle davanti alle scuole, per aprirle al gioco libero dei bambini e delle bambine, come ha spiegato Anna Becchi della campagna Streets for kids. Secondo Andrea Alzetta “Tarzan” di Spin time labs è anche la cultura politica di chi tenta di costruire nei territori un’idea di pubblico diversa da quella dello Stato, restituendo alle persone comuni la capacità di decidere.

In questa nuova e plurale cultura politica, l’educazione è chiamata a mettersi a fondo in discussione: “Per una scuola il lavoro con il territorio non ha prezzo oggi”, ha detto Maria Catapano, dirigente scolastica del Confalonieri/De Chirico, orgogliosa dei quadri realizzati dagli studenti e dalle studentesse che rendono più belli e accoglienti i locali recuperati. Su come una scuola pubblica diventa bene comune è invece intervenuto Gregorio Arena, docente universitario di diritto amministrativo e presidente di Labsus: “Le oltre 40.000 scuole presenti in Italia hanno un ruolo fondamentale nella costruzione della cittadinanza, ma l’educazione alla cittadinanza passa per le azioni, prima di tutto quella di cura. Ecco, le scuole, che sono un bene pubblico, diventano un bene comune fin quando c’è una cura condivisa, come nel caso delle scuole aperte con le associazioni genitori o con gli studenti”.

Sono state diverse le esperienze di scuole aperte che hanno contribuito alla discussione: dall’Associazione genitori Giardinieri all’Associazione Anita Garibaldi, dall’Associazione TreZeroTre fino all’Associazione genitori Di Donato, dove, come ha raccontato Andrea, hanno imparato a dare più importanza alla partecipazione che all’efficienza, “perché non si tratta di fornire servizi ma di favorire partecipazione e autogestione”. L’enorme ricchezza di quanto accade in almeno quaranta scuole romane che hanno scelto di essere partecipate e non soltanto aperte il pomeriggio è stata raccontata anche dalla Rete romana Sap, a cui aderiscono con convinzione esperienze maturate intorno a tanti istituti comprensivi ma anche a qualche scuola superiore (è il caso degli studenti e dalle studentesse dell’associazione “Boncompagni 22” del liceo Righi, leggi Buoni compagni).

Che quello di San Giovanni/Porta Metronia sia un territorio fecondo di tante esperienze importanti lo hanno dimostrato anche gli interventi dell’Associazione Antica Via Latina, del Comitato Mura latine e del Comitato Via Metaponto. Se accanto a loro sapranno ritagliarsi uno spazio di autogestione e di collaborazione anche i ragazzi e le ragazze del Confalonieri/De Chirico, come ha auspicato Fabrizio, studente al secondo anno di liceo artistico, allora significa che questo pezzo di Roma si è messo davvero in movimento.


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