Dalla pg Fb di Pierpaolo Di Gennaro
Se c’è una cosa di cui sono certo, è che nonostante il progressivo stato di debacle democratica in Italia, non sarà certo una rivoluzione, né la lotta partigiana a salvarci.
Seppure facessimo come i francesi e noi ahimè non siamo i francesi, scendendo in piazza, finirebbe tutto a tarallucci e vino.
Ci vorrebbe uno sciopero generale, quindi sindacati onesti, forze politiche nuove. L’offerta di nuovi partiti aumenta, è la richiesta che diminuisce. Alle elezioni amministrative del 14 e 15 maggio, secondo i dati del ministero degli interni, hanno votato il 55% degli aventi diritto: non ci credo neanche se lo vedo.
Intanto arrivano le prime stangate, l’inverno è appena passato e le bollette del gas stanno arrivando solo ora…con un aumento del 100% rispetto l’anno scorso.
Tanto per capirci, chi abita al nord o in posti freddi, normalmente, negli anni passati, ha ricevuto una bolletta dai 400 ai 600 € quest’anno la bolletta è dagli 800 ai 1200 €.
Le casse dello Stato hanno pagato inutili vaccini e un extra di spese sanitarie fuori programma, che ammonta almeno a 10 anni del normale finanziamento in tempo di “pace”.
La guerra è su tutti i fronti, non c’è niente che non sia stato intaccato, ad aumentare anche le spese militari.
Quindi, ricapitolando, spendiamo soldi per i vaccini, paghiamo l’energia a caro prezzo, forniamo armi e denaro ad uno stato che non è membro della NATO. Questa è solo una piccola parte, perché il resto, che non è poco, tipo i generi alimentari, hanno subito e subiranno aumenti di prezzo esponenziali.
Mentre noi moriamo di fame, ci sta chi si frega le mani e se frega della fine che stiamo facendo: non guardate oggi, pensate a domani e dopodomani, che cosa altro può succedere.
Carri armati italiani fermi in Svizzera (che non li vuole dare all’Ucraina): l’assurda storia in tempi di guerra. A scriverlo è la rivista italiana Money, che è affiliata alla CNN, quindi altro strumento di putrida propaganda.
Al netto degli strafalcioni, figli della propaganda infame, l’articolo mette in luce una dinamica e relativa triangolazione.
AID Agenzia Industrie Difesa, saldamente in mano a Crosetto e non da oggi, ma da almeno 15 anni. Direttore AID Nicola La Torre del PD, consigliere AID Angelo Tofalo del M5S già sottosegretario alla difesa, la lega è presente con varie figure, civili e militari.
Carri armati inutili perché sorpassati, vengono affidati all’AID per la riparazione, che li affida a ditte private, sempre le stesse, senza neanche gara d’appalto. È un giro da centinaia di milioni all’anno.
Stesso articolo, afferma che detti carri armati sono di proprietà svizzera, ma stazionano in Italia, Svizzera che li voleva vendere in sud America e, siccome la gang di Crosetto sono bravi ragazzi, hanno pensato bene di dirottarli in Ucraina, previa riparazione: non può essere, la Svizzera non è membro della NATO, pertanto l’Italia non può stoccare materiale suo.
Qui la Svizzera non c’entra niente, in Svizzera non ci sono venditori di armamenti svizzeri, ma venditori di armamenti italiani, residenti in Svizzera. Fanno questo da una vita con gli elicotteri delle Forze Armate, che caso unico al mondo, non possono essere venduti e utilizzati per il servizio civile, pertanto c’è chi li porta in Svizzera incassando i soldi della rottamazione e grazie all’aiuto di Augusta Westland gruppo Leonardo, vengono immatricolati nell’aviazione civile e rivenduti per il loro reale valore di mercato: centinaia di migliaia di Euro.
Per la cronaca, l’unica attività che La Svizzera condivide con la NATO, è il (PPP) Partenariato per la pace.