La casa (non) è un diritto

Dalla pg FB di Giustiniano Rossi

Non sono dati forniti da militanti, ma quelli della Banca centrale a segnalare la situazione drammatica della Spagna. Praticamente metà di quanti abitano in affitto pagando il prezzo richiesto dal mercato sono minacciati da “povertà o emarginazione sociale” o vivono in miseria. Secondo dati forniti dal Banco de España (BdE), la Spagna detiene il record europeo. Paesi ricchi come la Gerrmania o la Francia sono sotto la media del 33% ma, in entrambi, il 29% delle famiglie che devono pagare affitti di mercato sono minacciate dalla povertà. In Spagna, quasi tutti devono pagare prezzi di mercato, dato che le case popolari (2%) sono pochissime. Per inciso, in Italia sono meno del 3%! Anche in questo la Spagna è campione d’Europa. Per questo sempre più gente finisce in miseria. E’ molto indietro rispetto a paesi come l’Olanda (30%) o l’Austria (24%). Anche la Germania (9%) è sotto la media. La Spagna è in cima alla classifica europea dei paesi dove le famiglie devono spendere oltre il 40% del reddito per l’affitto. E’ “quasi il doppio della media”, scrive la Banca centrale. In questa classifica, tuttavia, la Spagna è superata dalla Grecia e dall’Olanda.

Senza citare la crisi finanziaria, il BdE segnala i grandi cambiamenti intervenuti. Angel Gavilan sottolinea il “forte regresso del numero di proprietari di alloggi osservabile in Spagna dal 2014”. Ha contibuito negli ultimi anni a un aumento della “diseguaglianza patrimoniale”, dichiara il direttore generale di Economia e Statistica della Banca centrale. In realtà, la tendenza è iniziata prima. E’ dovuta all’ondata di sfratti provocata dalla crisi finanziaria, quando centinaia di migliaia di famiglie non possono più pagare gli interessi sulle ipoteche. La disoccupazione ha un ruolo. Spesso i tassi a breve sono legati all’Euribor, il tasso d’interesse interbancario. Quando va alle stelle, per molti gli interessi diventano impagabili. Mentre i miliardi delle tasse salvano le banche, innumerevoli famiglie perdono la casa.

Alla scarsa offerta sul mercato corrisponde improvvisamente una forte domanda che fa salire i prezzi. Dal 2011 il numero di quanti vivono in case di loro proprietà diminuisce. Se allora erano quasi l’83%, oggi sono meno del 74%. Fra i giovani sotto 35 anni il 69% di un tempo è quasi dimezzato. La trappola dell’affitto scatta soprattutto per loro. Gli affitti esplodono e la perdita di potere d’acquisto dovuta all’inflazione li rendono impagabili. Secondo dati dell’Organizzazione per la cooperazione economica, chi ha un lavoro ha perso nel solo 2022 il 5,5% del potere d’acquisto. A Barcellona, fra il 2010 e il 2020 l’incremento degli affitti è tre volte quello dei salari. Nel 2022 l’affitto medio è salito a 1022 euro e divora il salario minimo di cui devono vivere in parecchi.

Il governo socialdemocratico ha sprecato quattro anni. Non ha impedito che molte ipoteche continuino ad essere legate a Euribor. L’aumento degli interessi comporta una nuova ondata di espropriazioni e una pressione ancora maggiore sul mercato degli affitti, dato che gli interessi sono impossibili da pagare per molti. La nuova legge sulla casa, varata alla vigilia delle elezioni dopo lunghe trattative fra Partito socialdemocratico e Podemos, non implica un calo degli affitti, che continueranno a salire. Del 3% nel 2024. In seguito l’aumento sarà limitato al tasso d’inflazione. Dato che i salari non crescono in base a quest’ultimo, la forbice si allarga. E anche gli sfratti aumenteranno. Secondo il BdE l’aspetto positivo della legge approvata dal Senato mercoledi’ è che “pone l’accento sulla necessità di aumentare l’offerta di case in affitto”. Ma ci vorranno molti anni perché il cambiamento sia percepibile. Finora i socialdemocratici avevano respinto le richieste di Podemos perché fossero messi finalmente sul mercato gli alloggi acquisiti dalla Bad Bank statale. Questo dovrebbe avvenire ora. Ma il governo ammette che sono 50.000 nel migliore dei casi.

Molti devono essere finiti e 15.000 perfino costruiti…

Giustiniano

19 maggio 2023

Rispondi

Effettua il login con uno di questi metodi per inviare il tuo commento:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.