Sguardo inquieto

E quel tuo sguardo inquieto,

come di vento strano,

che accarezza il cielo

passando in mezzo al grano.

E leggo con dolcezza,

i tuoi occhi profondi

come lame taglienti,

che lasciano intravvedere,

oltre a questo, altri mondi.

Dalle tue chiuse labbra,

parla il silenzio mio,

piccola preghiera muta,

che mi riporta sereno.

Vorrei poter guidare nel mio pensarti ora,

ogni parola in volo, per un momento solo

in un cielo blu esploso sotto al sole

 

Gianni Gatti

20/09/2018

8 Comments

    1. Ho tempo, ma sono anche insonne, infatti spesso scrivo poesie di notte… per questo ne sparo ogni giorno, cioè al mattino seguente… perché è meglio passare il tempo a cercare d’esternare che a rigirarsi nel letto coi nervi a fior di pelle attendendo il momento di crollare esausta nel sonno.

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