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di Melissa Pignatelli Pubblicato il 1 Ottobre 2021
Nel lavoro artistico di Sabrina Mezzaqui prende forma il ramo, nasce dal muro avanza nello spazio, fornisce sostegno a minuscoli uccellini che ci si poggiano leggeri. Le parole di Elisa Biagini galleggiano ricamate su un telaio invisibile, si legano alla materia e tra loro snodandosi e riannodandosi come la trama di un tessuto.
Ecco dunque che nello spazio nasce l’opera d’arte, leggera, impalpabile. E’ la parola che prende forma. La parola che diventa un ramo al quale appoggiarsi, concretamente e metaforicamente nello spazio della Galleria Continua, l’istallazione concretizza quel che accade quando i punti di riferimento cedono, quando le certezze affondano, quando le sicurezze scivolano via: le parole si materializzano come rami sui quali fermarsi, rami che impediscono di cadere. L’installazione combina dunque le parole e la materia dando forma all’idea della parola-ramo, della parola come un ramo che nasce per sorreggere le vite di passaggio.
Il lavoro combinato dell’artista e della poetessa danno vita ad un neologismo, la parola-ramo, che ben interpreta la precarietà della vita umana. La vita che con i suoi sassi e i suoi dardi, con i suoi mari d’insidie, come direbbe Shakespeare, trova nelle parole quelle braccia tese che le recano conforto.
Ascolta qui la lettura della poesia con la voce di Elisa Biagini
Impatient of the fewest words in Elisa Biagini,
Se l’asse cede, se la
voce affonda,
c’è qui
nell’aria la
parola-ramo
che ci tiene.
[da Impatient of the fewest words in Elisa Biagini, Da una crepa, Einaudi, p.95]
Melissa Pignatelli
Mostra: Sabrina Mezzaqui c’è qui nell’aria la parola-ramo con Elisa Biagini