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15/11/2022
La rassegna geopolitica del 15 novembre.
analisi diDaniele Santoro
In evidenza
Le implicazioni geopolitiche dell’attentato a Istanbul e altre notizie interessanti
Carta di Laura Canali – 2020
15/11/2022
La rassegna geopolitica del 15 novembre.
analisi diDaniele Santoro
guerra d’ucraina, finanza, Scontro Usa-Turchia
USA, SIRIA, ELEZIONI. LE TRE DIMENSIONI DI ISTANBUL [di Daniele Santoro]
Dopo ventiquattrore di incertezza, ieri il ministro dell’Interno turco Süleyman Soylu ha reso note origini e dinamiche dell’attentato terroristico a İstiklal Caddesi – l’arteria vitale di İstanbul – che domenica 13 novembre ha causato la morte di sei persone. Secondo la versione di Ankara l’attentatrice – Alham Albashir, catturata e arrestata dopo 10 ore di caccia alla donna – è stata addestrata a Kobani dal Pkk siriano (Sdf), infiltrata in Turchia via Afrin e nelle intenzioni del presunto architetto dell’attacco (Bilal Hassan, ancora ricercato) avrebbe dovuto essere trasferita in Grecia per essere eliminata.
Perché conta: La questione decisiva non è la veridicità della ricostruzione delle autorità turche, sono le implicazioni geopolitiche di tale narrazione. Caratterizzata da un virulento anti-americanismo. I media filogovernativi attribuiscono la responsabilità indiretta dell’attentato agli Stati Uniti, che da anni riforniscono di armi, proteggono e addestrano in Siria migliaia di terroristi curdi che ambiscono a realizzare attacchi contro lo Stato turco. L’esaltazione di tale narrazione anti-americana – Soylu ha respinto al mittente la solidarietà della superpotenza – è particolarmente rilevante in quanto avviene in una fase in cui le relazioni tra Ankara e Washington stavano apparentemente migliorando.
L’attentato riporta inoltre d’attualità la questione siriana. La convinzione comune è che Erdoğan possa reagire avviando una nuova operazione militare in Siria, o comunque alzando esponenzialmente il livello degli attacchi mirati contro il Pkk a Tall Rifaat, Manbij, Kobani e Qamishlo. C’è però anche un altro scenario altrettanto (in)verosimile. Ankara potrebbe usare l’attentato non per espandere ulteriormente la zona cuscinetto oltreconfine ma per riallacciare i rapporti con il regime. Spingendo quest’ultimo e i suoi protettori (Russia e Iran) ad aumentare la pressione militare sul Pkk – quindi sugli americani – senza esporsi direttamente.
La dimensione elettorale è infine tutt’altro che trascurabile. L’attentato del 13 novembre ha di fatto inaugurato la campagna per le elezioni presidenziali del giugno 2023. Che si annuncia violenta, non solo in termini retorici, e avrà una prevalente dimensione geopolitica. Tale da influenzare la postura di Ankara nel triangolo della Guerra Grande.
Per approfondire: I due forni di Ankara. In Eurasia con Washington, nel Medioceano con Mosca
Carta di Laura Canali – 2021
ALTRE NOTIZIE INTERESSANTI
- Israele vs Ucraina. Israele si è astenuto dal voto all’Assemblea generale delle Nazioni Unite sulle riparazioni russe per l’Ucraina. L’astensione dello Stato Ebraico avviene a meno di una settimana dal voto di Kiev a sostegno di una risoluzione Onu che chiede alla Corte internazionale di giustizia di valutare se l’“occupazione” israeliana della Cisgiordania debba essere intesa come un’annessione illegale. Fino a ieri, Israele aveva votato ogni risoluzione di condanna contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina.
- Borsa di Londra. Londra perde la posizione di mercato azionario dominante in Europa a vantaggio di Parigi. Per la prima volta dal 2003, Palazzo Brongniart ha superato il London Stock Exchange. La sterlina debole, i timori di recessione nel Regno Unito e l’aumento delle vendite dei produttori di beni di lusso francesi sono alla base dell’inversione di tendenza, sebbene anche l’economia della Francia non goda di buona salute. Il valore combinato delle azioni britanniche è ora di 2.821 trilioni di dollari (2,3 trilioni di sterline), mentre quelle francesi valgono 2.823 trilioni. Solo sei anni fa, nel 2016, la Borsa di Londra valeva circa 1,4 trilioni di dollari in più rispetto al rivale parigino.