LOTTARE PER LA DIFESA DEI SISTEMI SEMENTIERI CONTADINI

Dal blog https://www.assorurale.it

Di cosa parleremo?

Qualunque transizione agroecologica ha uno snodo irrinunciabile: l’autonomia dell’agricoltura rispetto all’approvvigionamento del materiale da riproduzione, vegetale o animale. Per oltre 10.000 anni i contadini hanno liberamente salvato, selezionato, scambiato e venduto semi, così come li hanno usati e riutilizzati per produrre cibo. Oggi, queste stesse pratiche rimangono essenziali per la sicurezza alimentare globale e per la biodiversità. Nel preambolo del Trattato internazionale sulle risorse genetiche per l’agricoltura e l’alimentazione (ITPGRFA), gli Stati hanno affermato che “i diritti riconosciuti nel presente trattato di salvare, utilizzare, scambiare e vendere sementi conservate in azienda e altri materiali di moltiplicazione (…) sono fondamentali per la realizzazione dei diritti degli agricoltori, così come per la promozione dei diritti degli agricoltori a livello nazionale e internazionale”. Nell’articolo 9, hanno riconosciuto che le disposizioni del trattato non devono essere interpretate per limitare “qualsiasi diritto che gli agricoltori hanno di salvare, utilizzare, scambiare e vendere sementi o materiali di moltiplicazione conservati in azienda”.

Il sistema sementiero contadino si basa sulla conoscenza, l’adattamento e una costruzione giuridica radicata nei diritti collettivi dei contadini che dall’inizio dell’agricoltura hanno prodotto la diversificazione di piante ed animali attraverso l’addomesticamento e l’adattamento a concreti sistemi ecologici, sociali e culturali. Per i contadini, l’uso, lo scambio e la vendita di sementi originate da varietà certificate, selezionate e prodotte in azienda fa parte di un’organizzazione collettiva di autoproduzione dei mezzi di produzione e non è un’attività di mercato che costituisce il reddito dei contadini, che proviene principalmente dalla vendita dei raccolti sui mercati agricoli.

La protezione dei diritti di proprietà intellettuale sui semi presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), l’Unione Internazionale per la protezione delle nuove varietà di piante (UPOV) e la promozione dei sistemi di sementi commerciali contrastano con la protezione di queste pratiche e con il  mantenimento dei sistemi di sementi dei contadini e dell’agrobiodiversità.

In Europa, per esempio, i cataloghi di sementi nazionali e il catalogo comune dell’Unione (UE) sono stati concepiti per promuovere le sementi industriali e l’agricoltura industriale e in un certo numero di paesi, la vendita di sementi contadine tra contadini, così come la risemina, sono vietate.

I diritti di proprietà intellettuale, compresi i brevetti industriali, minacciano l’autonomia ed il controllo dei sistemi sementieri contadini e sono uno strumento dell’industria sementiera.  L’UE e le sue imprese sementieri multinazionali hanno un ruolo fondamentale nella costruzione del dominio del commercio internazionale attraverso anche l’imposizione di legislazioni che privatizzano le sementi e le componenti genetiche di queste, fino ai caratteri nativi di singole specie. Strumenti apparsi più recentemente come la digitalizzazione delle informazioni genetiche (DSI) o la creazione varietale attraverso le NGT (nuove tecniche genomiche) sono la minaccia che dobbiamo affrontare.

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