dalla pg FB di Giustinano Rossi
Dopo 12 anni, la Siria torna nella Lega Araba. Lo hanno deciso domenica al Cairo i ministri degli Esteri dei 22 Stati aderenti. Nel 2011, quando delle proteste erano degenerate in un conflitto armato e in una guerra per procura sul territorio siriano fra soggetti regionali e internazionali, la sua adesione era stata sospesa. Adesso Damasco è riammessa nella “comunità araba”. E’ una buona notizia.
Dal 2017 alcuni Stati arabi tentano di normalizzare le loro relazioni con la Siria. Il presidente Assad, con il sostegno dei suoi alleati – Russia, Iran, Hezbollah libanese – ha stabilizzato la sua posizione. Libano, Giordania, Irak e, uno dopo l’altro, Stati arabi del Golfo, hanno ripreso le relazioni o tentato di facilitare il ritorno di profughi siriani e di ristabilire le relazioni commerciali. Molti hanno potuto tornare, trovare lavoro, riparare le loro case. Ma il riavvicinamento non progrediva per il rifiuto di finanziare un programma di ritorno nel quadro dell’ONU da parte di UE e USA.
Questi ultimi costruivano invece intorno alla Siria un anello di ferro costituito da “misure punitive unilaterali” (sanzioni) minacciando anche Stati e imprese intenzionati a riprendere le relazioni politiche ed economiche con Damasco. Dal Pentagono, l’attuale vice-ministra della Difesa USA per il Medio Oriente, Dana Stroul, indicava la linea. E l’UE obbediva. Gli USA “avevano” le risorse più importanti in un terzo del paese (nordest) e “il resto della Siria erano macerie”. Assad doveva essere isolato e le sanzioni economiche mantenute.
Il controllo, insieme all’UE, delle istituzioni finanziarie internazionali poteva impedire che aiuti per la ricostruzione e tecnologie arrivassero in Siria. L’UE eseguiva gli ordini degli USA. Ma, alla fine, le conseguenze del terremoto del 6 febbraio nella zona di confine turco-siriana hanno fatto si’ che la diga cedesse. Agli aiuti degli Stati arabi sono seguiti incontri fra diplomatici e ministri degli Esteri. All’inizio di marzo la Cina ha favorito l’avvicinamento di Arabia saudita e Iran, che hanno ristabilito relazioni diplomatiche. Gli avversari sono divenuti partner.
USA e UE si sono giocati ogni fiducia residua nella regione. Il sostegno ininterrotto di Israele, la pressione esercitata su Stati sovrani, la politica unilaterale delle sanzioni occidentali, il paternalismo e l’arroganza hanno superato ogni limite. Russia e Cina sono grandi potenze che offrono relazioni militari e commerciali alla pari e rispettano gli interessi nazionali e la sovranità altrui.
Il vento è cambiato…
Giustiniano
8 maggio 2023