Dal blog https://carlobertani.blogspot.com/
10 agosto 2019
Si fa presto a credere/incolpare Salvini di ciò che sta
accadendo: in realtà, Salvini – come sempre – recita il suo copione come dai
tempi nei quali scaldava la sedia al Parlamento Europeo – fu uno dei maggiori
assenteisti – e poi piombava a Milano, dove imbastiva roboanti interviste dove
se la prendeva con i “negher”, gli albanesi, i marocchini, e via discorrendo.
Non varrebbe nemmeno la pena di scaldarsi così tanto per una
persona del genere: non ha mai fatto una mazza, non capisce una cippa di
questioni economico/politiche e se la cava piuttosto male anche nel confronto
politico.
Difatti, sa fare solo comizi: è il comiziante perpetuo,
l’infaticabile arringatore, proprio come lo è Renzi, come lo fu Mussolini, e
come lo fu Berlusconi, per altro avvantaggiato dall’entrare – come e quando
voleva – nelle case degli italiani per rincitrullirli.
Quest’uomo, che chiede i “pieni poteri” (!) – manco fossimo in guerra, e non sa nemmeno
cos’era la figura del dictator latino!
– fa più pena che risentimento. Crede d’andare al governo, di fare e disfare a
suo piacimento, d’obbligare l’UE ad un deficit del 3,5% non per fare innovazione,
ma semplicemente per non far pagare le tasse ai suoi compagni di merende.
Perché se vuoi capire Salvini, devi un momento allontanarti
dalla sua figura e mettere sotto la lente d’ingrandimento i suoi compagni di
merende, sui quali – al posto della Flat Tax o della TAV – stava per abbattersi
la “madre” di tutte le riforme,
ossia la riforma Bonafede sulla
Giustizia, che fermava la prescrizione dopo il primo grado di giudizio.
Insomma, o c’è un’archiviazione od un’assoluzione, oppure vai avanti senza più
l’ombrello protettivo e, se c’è da andare in galera, ci vai.
Difatti, con i 5S al governo, abbiamo tutti visto Formigoni
entrare in carcere – grazie alla Spazzacorrotti – ma uscire dopo pochi mesi
perché la norma era di difficile applicazione retroattiva. In altre parole, il
passato è passato, ed il diritto ha un cardine che deve essere rispettato: nullum crimen, nulla poena
sine praevia lege poenali, che grosso modo vuol dire che i reati si
possono giudicare solo sulla base di una legge pre-esistente.
La riforma Bonafede, invece, fermava la prescrizione subito dopo un
giudizio di condanna di primo grado: questo è l’aggravio, pesante, per
tutti i corruttori ed i corrotti di professione, che in Italia sono la maggior
parte degli im-prenditori. Benetton docet.
Non mi soffermo neppure un attimo sulle
nuove “promesse” di Salvini, perché la sua macchina propagandistica è ritmata
proprio da questo processo: sfornare ogni giorno che passa nuove illusioni –
per occupare la mente degli adepti costantemente e, contemporaneamente,
cancellare le promesse mancate. Non doveva rispedire in Africa 500.000 persone?
E chi se ne ricorda più…
Torniamo, allora, alla genesi di questo
governo e studiamo bene le mosse di un partito di minoranza che deve
coalizzarsi con quello di maggioranza relativa: l’obiettivo è, semplicemente,
scardinare l’azione di governo per far apparire gli altri incapaci e, grazie alla
formidabile macchina di propaganda studiata, invertire i flussi.
La Lega – e questo lo ha detto subito chiaramente – non
abiurava la sua partecipazione all’alleanza di centro destra, e qui – ai
5Stelle – qualche sospetto doveva già scattare, ma non scattò: si fidarono
ingenuamente di Salvini, pensarono che volesse far sinceramente parte del
“governo del cambiamento”, ed oggi è tardi per recriminare, però non è affatto
tardi per combattere chi ha tradito. Conte lo ha dimostrato alla grande:
Salvini continui pure la sua campagna elettorale sulle spiagge, quando
rientrerà nei palazzi del potere troverà pane per i suoi denti.
E veniamo all’uomo nero.
Alla formazione del governo, Giorgetti
andò ad occupare una posizione chiave: sottosegretario alla Presidenza del
Consiglio. Era giusto: al partito di maggioranza relativa il presidente,
all’altro partito il ruolo di “assistenza”. Bisogna sapere, però, che fra Conte
e Giorgetti non c’è mai stata collaborazione: tuttavia, Giorgetti era a
conoscenza di tutte le mosse di Conte che, ovviamente, “passava” in anticipo
alla macchina propagandistica.
Giorgetti, dall’inizio del governo di
coalizione, da un lato informava gli spin doctor dell’informazione, dall’altra
si teneva in contatto con Berlusconi che, oggi, rialza la testa e torna a porre
condizioni a Salvini.
La sera precedente lo scontro in
Parlamento sulla TAV, Salvini, con Giorgetti, era ad Arcore, dove si è
incontrato con Berlusconi e Tajani: avranno parlato di TAV? Senz’altro, perché
interessava a tutti i cementieri amici del Cavaliere, ma il punto essenziale
era un altro: la riforma Bonafede,
la fine dei tanti trastulli tangentizi, sempre protetti dalla “coperta lunga”
della prescrizione: in queste faccende, il ministro Bongiorno è maestro, da
sempre, senza scomodare gli avvocati del Cavaliere.
La riforma, se ben ricordate, fu subito
richiesta dai 5Stelle, ma Salvini si oppose richiedendo una “rivisitazione
complessiva del processo penale”, che Bonafede accettò di buon grado, giungendo
ad una riforma che tiene conto di vari fattori – come la durata dei processi,
che si accorcia, alla responsabilità dei magistrati, ecc – insomma, è una buona riforma, che non si vede
il motivo di non dover approvare.
Già: ma che fine faranno i Benetton, ad esempio, oppure i Siri e gli Arata, se si dovesse
dimostrare che erano in combutta con Nicastro,
grande “elemosiniere” del boss Messina
Denaro?
La riforma Bonafede tranciava un
principio che è vecchio quanto lo Stato Italiano: la Giustizia deve essere
severissima con i cafoni, ma non deve toccare i padroni del vapore. Non perdo
tempo a segnalare la lunga lista: l’ultimo a godere della prescrizione è stato Umberto Bossi, per la questione dei 49 milioni spariti.
Allora, bisogna far presto: non si può
più aspettare: Matteo, ma non vedi che i sondaggi ti acclamano nuovo dux della
Nazione?
Su questo, ho dei dubbi.
Anzitutto, che il governo cada non
significa che il Parlamento verrà sciolto: di questo meccanismo il padrone
assoluto, piaccia o non piaccia, è Mattarella il quale, per adesso, se n’è
andato in vacanza in Sardegna. Quando tornerà? Non ha fornito date.
La freddezza di Mattarella – che prima di
partire ha incontrato Conte – non stupisce ed è stato senz’altro molto
infastidito dalle boutade di Salvini: voler aprire una crisi Ferragosto, non
sta in piedi. Le ultime elezioni ad Ottobre furono quelle del 1919: non mi
sembra che i bolscevichi occupino le fabbriche in armi…che fretta c’era?
La TAV poteva passare, le
Autostrade pure…ma la riforma Bonafede
no, perché da quel giorno in poi sarebbero finiti i giochetti lucrosi, le
commesse gustose, gli appalti all’acqua di rose.
Il M5S ha commesso molti errori, su
questo non c’è dubbio:
1) Ha creduto a Salvini, senza
precauzioni, mostrando quanto sono allocchi;
2) Non si è premurato di costruire una
propria rete giornalistico-televisiva, quando ne aveva tutti i mezzi;
3) Ha emarginato il suo uomo di punta nel
dibattito: Alessandro Di Battista;
4) Non ha mai fatto valere il vecchio
manuale Cencelli, ossia che aveva (ed ha) il doppio dei parlamentari della
Lega;
5) Non ha saputo creare un’organizzazione
interna, diversificata, polivalente;insomma: un partito vero;
6) Non ha mai chiarito i suoi rapporti
con la Casaleggio
& Associati.
Non per questo, però, il M5S è finito,
tutt’altro. E’ l’unico partito italiano a non aver avuto nessun condannato per
reati di corruzione e, inoltre, non prende un soldo di finanziamento pubblico,
ossia li devolve (essendo obbligato ad incassarli) verso la società civile. Mai
stato un problema, un ammanco.
Poi, vorremmo ricordare che Renzi prese,
alle elezioni, più del 40% – e dunque ben oltre Salvini – eppure in pochi anni
è crollato ed oggi, a parte le furberie che mette in atto, non conta più
niente.
E credetemi: Renzi, come persona – per
abilità dialettica, comportamento, furbizia ed altre doti – ne fa due di
Salvini.
Salvini parla alla “pancia” dei suoi
elettori ed ha trascinato, appunto, quella parte del M5S che non ragionava con
la testa, bensì con la pancia: attenzione, però, perché basta un po’ di dissenteria
od una colica, e la pancia ti dimentica, con una scorreggia vai in fumo,
attento Matteo.
Sta commettendo già i primi errori: ieri,
a Peschici, è andato a dire che è meglio investire in imprese che creino
reddito – si vede che Salvini, per quanto riguarda la questione meridionale, ne
sa più di Salvemini – e, inoltre, ha concluso: “piuttosto che i soldi del
reddito di cittadinanza”. Un fenomeno, veramente, che ha compreso l’elettorato
meridionale.
E poi, questa richiesta di “pieni poteri”
e di “elezioni subito”…non ha pensato quanto può aver irritato il Presidente
della Repubblica? A tutti gli osservatori internazionali risponde con un “me ne
frego”: c’era già uno che rispondeva così, ma non è finito tanto bene.
Oggi, la Lega è in grado di vincere le elezioni: oggi, 10
Agosto, San Lorenzo. Fra due o tre mesi?
Anzitutto, non è assolutamente detto che
il governo cada: non voglio entrare nel merito delle mille dietrologie di
questi giorni ma, se il M5S volesse (ma non lo vorrà) accettare l’aiuto di
chicchessia, non farebbe niente di eticamente scorretto, essendo stato tradito
sul campo da un alleato che è sempre rimasto legato al suo padrone, Berlusconi.
E, Dudù, continua a scodinzolare senza rendersi conto che lui, proprio Matteo
Salvini, non governerà mai l’Italia.
Se il governo dovesse cadere, Mattarella
non acconsentirà mai che il Ministro dell’Interno – soprattutto questo ministro
dell’interno – sia colui che gestisce la macchina elettorale essendo, lui
stesso, il candidato premier! Ma qualcuno, sa ancora ragionare sugli equilibri
costituzionali?!?
Sarà un altro a governare, probabilmente
Mario Draghi, e allora Salvini si renderà conto d’aver congegnato tutta la
faccenda per metter nelle mani dell’UE, ancora una volta, il potere. E tutto
questo, badate bene, è perfettamente logico nella sequenza programmata dei
banchieri europei, perché Salvini – anche se un po’ sbruffone, è uno del
“giro”, mica sconosciuto come quel, quel…Vanvitelli, no, Toncinelli…mah… – è
sempre stato accettato: sono 26 anni che è in politica, non ha mai fatto altro!
Ovviamente, dopo un’appassionata campagna
elettorale fra lui, Grillo, Conte, Di Battista e un “ripescato” Renzi (che non
sa ancora cosa farà, ma è furbo come una volpe e belloccio: una parte gliela
troveranno) il risultato non sarà quello che si aspettava: ancora una volta,
sarà Mattarella l’ago della bilancia e, con una Finanziaria da spedire in
Europa ed un aumento dell’IVA da evitare, si metterà nelle mani di sir Mario
Draghi, an Italian politician. E, questa volta, una maggioranza si dovrà
trovare, e si troverà.
Subito, il ragazzotto, si metterà ad
urlacciare contro l’Europa Ladrona, ma sarà Inverno, le spiagge saranno
deserte, le Tv stufe del solito pistolotto sui migranti e sulle tasse: lo
sostituiranno con qualcun altro, oppure manderanno in onda una super grandiosa tele-novela
dal titolo “Italiani, prima di tutto!” con Mark Harrison, Isabel Incontreras,
Gérard Malvenu, Tamas Malinkovic e la partecipazione straordinaria di Albano
Carrisi, nella parte del Barone Nero.
Peccato, tanti sogni e speranze di poter
vivere in un Paese normale – senza più ponti che crollano e ferrovie inutili da
costruire, gente che deve andare in galera e schizza fuori dal “gabbio” dieci
minuti prima della sentenza…finite con una telenovela inguardabile…anche
Albano, oramai stonato…non potevano metterci che so…Baglioni? Mah, che Paese…
Pubblicato da
Carlo Bertani
a
10:08 PMInvia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su FacebookCondividi su Pinterest