La sicurezza è possibile

Dalla pg FB di Giustiniano Rossi

Il 29 giugno 2009 32 persone perdono la vita in un disastro ferroviario a Viareggio. Un treno carico di gas liquido deraglia. E’ un incidente di cui sono responsabili anche le imprese tedesche Jungenthal di Hannover e Gatx Germany di Amburgo. Il 30 giugno di quest’anno, nel secondo processo d’appello, a Firenze, 13 persone – fra le quali i responsabili dell’officina di Jungenthal, Uwe Kriebel e Helmut Broedel, il tecnico Andrea Schroeter e il direttore di Gatx Rail Germany, Peter Linowsky – sono condannate a diverse pene detentive. Anche l’ex amministratore delegato delle FS, Mauro Moretti, e quasi tutti i dirigenti delle altre aziende italiane ed austriache responsabili sono condannati. A 13 anni di distanza e oltre 150 udienze, dal punto di vista giudiziario, non c’è ancora la parola fine. Nessuno di questi signori è ancora finito in carcere.

Questa sciagura è un esempio nell’interconnessione fra le ferrovie europee. Il treno merci in questione, trainato da una locomotiva di Trenitalia, comprende 14 carri. Il primo, delle ferrovie polacche PKP, è revisionato dalla CIMA Riparazioni Ferroviarie il 2 marzo 2009. Gli altri 13 sono delle ferrovie tedesche (DB). I carri trasportano parecchie cisterne di benzina di proprietà dell’impresa USA Gatx, noleggiate attraverso la sua filiale KVG (società di diritto austriaco proprietà di Gatx Rail) a FS Logistica. L’asse spezzato che provoca il deragliamento è revisionato dall’officina Jungenthal.

Da allora, sulla rete ferroviaria europea gli incidenti, spesso a carattere internazionale, sono dozzine. Ad esempio il 30 giugno 2017 quando, in Germania, un treno merci dell’impresa belga Lineas si scontra con uno dell’impresa svedese Hector Rail, ferendo gravemente due persone e provocando un danno di 8,7 milioni di euro. Oppure, il 30 agosto 2020, sempre in Germania, dove un merci deraglia sulla tratta Rotterdam-Basilea. 180.000 tonnellate di nafta contenute in due carri cisterna contaminano 19.000 tonnellate di terreno. Ancora in Germania, il 19 maggio dello stesso anno, un treno merci tedesco si scontra con uno italiano, provocando la morte di una persona. Gli esempi sono molti.

“Nulla è cambiato in termini di sicurezza in Europa” dice Riccardo Antonini, operaio delle ferrovie con trent’anni di anzianità, licenziato dalle FS per aver detto la verità sulle conseguenze della mancanza di sicurezza. Dopo la strage di Viareggio, nessuna azienda ferroviaria europea – escluse le ferrovie svizzere per i carri cisterna che trasportano cloro – ha dato attuazione alle richieste dei lavoratori (riduzione della velocità, antislittanti, carri a rischio zero o carri protezione). L’obiettivo principale della privatizzazione è la competizione sul mercato. A spese della sicurezza. La manutenzione, in Europa, avviene ormai senza garanzie né prescrizioni. Ogni paese puo’ fissare le regole. Qualche mese dopo la strage di Viareggio il direttore dell’Agenzia ferroviaria europea ammette che i carri da controllare in Europa sono 700.000. Negli Stati UE gli incidenti gravi sono 1.331 nel 2020, quasi 4 al giorno, con 687 morti e 469 feriti gravi.

“La concorrenza e la liberalizzazione in Europa”, dichiara Mario Tuti, presidente svizzero del settore ferroviario della Federazione europea dei lavori del trasporto (ETF), alla quale aderiscono 83 sindacati e 700.000 lavoratori del settore ferroviario, “provoca dumping e pressioni sulle spese per investimenti e manutenzione di equipaggiamenti e binari”. L’associazione delle vittime della strage di Viareggio “Il mondo che vorrei” propone l’obbligatorietà degli antislittanti nei treni circolanti in Europa. Se la proposta fosse approvata, basterebbero 24 mesi per realizzarla. Quanto a Mauro Moretti, che defini’ la strage di Viareggio uno “spiacevolissimo episodio”, nel 2014 è nominato amministratore delegato di Finmeccanica (Leonardo dal 2017). Vi resta in carica fino al 2017, quando il nuovo CdA gli versa un’indennità di 9.262.000 euro oltre alle competenze di fine rapporto…

Giustiniano

12 dicembre 2022

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