Dalla pg FB di Giustiniano Rossi
Con il tracorrere delle settimane, il rifuto dei francesi della “riforma della pensioni” è sempre più netto. L’11 gennaio i contrari erano il 59%. Una settimana dopo, il 66%. E, alla fine della settimana scorsa, il 72%. L’opposizione è ancora maggiore fra i lavoratori attivi: il 93% sono contro. Perfino un consigliere ministeriale ammette giovedi’, su BFM TV, che il governo “ha già perduto la battaglia della comunicazione”. E la maggioranza dei pensionati, finora l’unico gruppo favorevole al progetto di Macron, esprime la sua contrarietà anche se la “riforma” non li riguarda e sebbene la maggioranza degli ultrassessantenni, appena nove mesi fa, lo abbia votato Niente di tutto quello che blaterano il “presidente dei ricchi”, la sua prima ministra o altri membri del suo governo trova consensi. Avviene il contrario. Più Macron & Co. tentano di persuadere la popolazione della giustezza della “riforma”, meno riescono a convincerla.
Perché? Da una parte i sindacati e l’opposisizone di sinistra sono riusciti ad unirsi, a mobilitare, a trovare una linea comune. E, dall’altra, la strategia comunicativa del governo si è rivelata disastrosa. All’inizio dell’anno il suo argomento principale era il preteso deficit della cassa pensioni, che avrebbe raggiunto i 12 miliardi nel 2027. In realtà, il bilancio presenta, nel 2021, un attivo di 900 milioni e, nel 2022, di 3,2 miliardi. L’Eliseo sfodera allora un altro argomento: la “riforma” renderebbe più equo il sistema, introducendo una pensione minima di 1.200 euro. La risposta dei sindacati e dell’opposizione è immediata: la prima ministra non sa di cosa parla. Jean-Luc Mélenchon le rammenta che la pensione mjnima di 1.200 euro è già stata introdotta per legge da tempo, ma dieci anni non sono bastati ai governi che si sono succeduti per tradurre in pratica il progetto.
La manovra macronista è ingiusta anche perché è emerso nel frattempo che la “riforma costituisce un pericolo per le donne”, come è costretto ad ammettere, alla TV Public Sénat, il ministro per le Relazioni con il parlamento Franck Riester: “le donne sono effettivamente svantaggiate dall’innalzamento dell’età legale della pensione da 62 a 64 anni”. Attualmente il governo non dispone di una maggioranza per la sua “riforma” né in parlamento né nel paese. Secondo notizie diffuse dalla radio “France Inter” lunedi’, 12 deputati del partito macronista intendono votare contro il progetto e anche 16 deputati del partito gaullista “Les Républicains”, dal quale Macron dipende per l’approvazione della sua “riforma”, annunciano il loro voto contrario. Tutto sembra indicare che Macron si attaccherà all’articolo 49.3 della Costituzione del 1958, che consente al governo del presidente di imporre una legge senza che sia dibattuta, e tanto meno approvata, dal parlamento. Come nel 2019, l’unico strumento per bloccarla è la piazza.
Oggi, martedi’, lo sciopero contro la “riforma delle pensioni” è nazionale. E’ il secondo dopo quello del 19 gennaio, che ha mobilitato due milioni di francesi. 400.000 nella sola Parigi…
Giustiniano
31 gennaio 2023