Dalla pg FB di Luca Deperi
Nella storia dell’umanità mai nessun esercito si è mosso se non per gli interessi geostrategici dei propri governi. Il nostro 25 aprile non fa eccezione; pensare che siamo stati liberati o che ci siamo liberati è sciocco, militarmente insostenibile e storicamente falso.
Quando gli alleati invasero l’Italia, a cominciare dalla Sicilia nel 1943 per poi risalire la penisola in un paio di anni, organizzarono immediatamente il controllo del Paese. Al tempo il loro unico rivale era l’Unione Sovietica quindi per prima cosa reputarono necessario prevenire l’ascesa del partito socialista e soprattutto del partito comunista che, particolare di non poco conto, in nessuna nazione occidentale aveva eguale consenso. La nostra penisola era terra di frontiera, l’Europa era divisa in due: Germania Est, Cecoslovacchia, Ungheria e Jugoslavia erano nell’orbita russa; Germania Ovest, Austria e Italia appartenevano agli anglo-americani (per dire il magma geopolitico, Trieste verrà assegnata all’Italia solo nel 1954).
Vista la posizione “sdraiata” sul mar Mediterraneo, l’Italia era una base logistica e militare naturale straordinaria sia sull’Africa che verso il mondo arabo. Il petrolio era in divenire l’oro del secolo, i possedimenti coloniali francesi e soprattutto inglesi, rendevano agli anglo-americani strategico il controllo dello “stivale”, lo sviluppo del canale di Suez ne faceva il porto principale del vecchio continente.
Per questi motivi l’Italia venne attenzionata in modo particolare da chi l’aveva sconfitta militarmente.
Vent’anni di fascismo avevano creato una massa di amministratori istituzionali ricattabili, ideologici e con un’esperienza pratica sul campo. Prefetti, questori, funzionari pubblici a vario livello, magistrati, vertici militari e dei diversi corpi di polizia con l’avanzata alleata in rarissimi casi vennero rimossi, molto più spesso non solo furono lasciati al loro posto ma vennero anche assoldati nell’organizzazione paramilitare europea Stay-behind, la cui cellula italiana fu Gladio, come in altre strutture decisive per garantire il controllo dello Stato.
L’amministrazione italiana ex fascista sia militare che politica e istituzionale venne così reclutata a servire la causa atlantica: potevi mantenere il potere semplicemente cambiando camicia.
Perciò non sorprende l’amnistia del 1946 nè la sfacciata nota dell’Ambasciata degli Stati Uniti d’America in Roma contenente la comunicazione al Governo italiano che “il Comando Militare Americano in Germania ha deciso di non dare più corso, dopo il 1° novembre del 1947 a richieste di estradizione di criminali di guerra che si trovino nella sua zona di occupazione”.
Nel febbraio 1948 il governo varò un decreto, proposto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Andreotti, con cui si estinguevano i giudizi ancora pendenti dopo l’amnistia del 1946. E nel settembre 1953 vennero amnistiati tutti i reati politici commessi entro il 18 giugno 1948.
La creazione di Gladio (che dipendeva direttamente dalla CIA) era nota solo a pochi fedeli politici, l’obiettivo ufficiale era creare una rete di sabotaggio nel caso in cui l’URSS avesse occupato il Paese. In pratica lavorò per evitare che in Italia nascessero governi non graditi agli anglo-americani; quando la situazione rischiò di precipitare furono i gladiatori attraverso la “strategia della tensione” a mantenere la sottomissione assoluta dell’Italia agli anglo-americani.
Nel 1944 fu creato un servizio segreto parallelo detto “Anello” o “Noto servizio” composto da ex ufficiali, imprenditori e membri della malavita organizzata; fungeva da elemento di congiunzione tra gerarchie politiche, civili e militari unite nella lotta volta a garantire la stabile fedeltà ai nuovi padroni.
Se Gladio e Anello rappresentano due strutture invisibili, la NATO attraverso le basi dislocate sul nostro territorio aveva (e ha) una funzione volutamente più appariscente, per quanto discreta, e poteva offrire una logistica di livello superiore: dal controllo diretto dell’esercito italiano, di ampi strati dei servizi segreti e delle telecomunicazioni nazionali a funzioni di progettazione di azioni, addestramento delle cellule cosiddette eversive ed al loro rifornimento di quanto necessario. (Sulla NATO occorre puntualizzare due cose: nasce nel 1949 cioè 6 anni prima del Patto di Varsavia quindi è illogico parlare di “alleanza difensiva”, e secondo non è mai esistita nella storia un’alleanza tra vincitore e vinto. Come è naturale che sia dopo una guerra c’è un dominante e un dominato cosa che possiamo constatare ad esempio dalla mancaza di reciprocità; banalmente il comando NATO è da sempre statunitense e loro hanno basi qui, fanno spionaggio e dossieraggio, influenzano carriere ecc. e non viceversa. Castrum romani docet).
Alla P2 il compito di svolgere il ruolo più prettamente politico, culturale e propagandistico, smistare denaro, garantire carriere e coperture. L’associazione legava militari e politici, giornalisti e magistrati, uomini di cultura, spettacolo e mafiosi. La sua rete di contatti fece sì che nulla avvenisse nel Paese senza che la P2 non lo venisse a sapere e potesse intervenire agevolando o bloccando, fornendo assistenza o coperture. Passavano da lì i fondi neri per partiti e gruppi armati che poi uomini dei servizi smistavano personalmente.
Infine il piano Marshall del 1947, tanto più in un sistema dollaro-centrico, legava indissolubilmente l’Italia e l’Europa al ricatto del debito e quindi a subire il giogo finanziario di Washington.
Per le ragioni brevemente sopra descritte si conclude che:
– l’Italia (come le altre nazioni europee) non è mai stata liberata bensì conquistata
– l’Unione Europea e l’Euro esistono per volere statunitense poichè rappresentano l’attuale forma di controllo, di pilota automatico, che ha permesso di sostituire quella serie di strutture interne cui ho fatto cenno; non è un caso che di P2, Gladio e Anello si sia iniziato a parlare solo dopo l’entrata dell’Italia nel sistema sovrastrutturale europeo
– i partigiani italiani senza aviazione, nè marina, nè fanteria pesante, nè tanto meno in possesso di qualsiasi strumento di raccordo, logistica, produzione ecc., più che una guerriglia occasionale ai tedeschi non avrebbero potuto fare. Dopo l’8 settembre 1943 hanno ingrossato le loro fila grazie a cambi di casacca spesso di dubbia convinzione ideologica. I festeggiamenti del 25 aprile non sono altro che una grandiosa trovata comunicativa degli anglo-americani utile a nascondere la loro occupazione dietro al dito della resistenza lasciando agli italiani divisioni interne e illusioni mitologiche.
Capire queste cose è fondamento imprescindibile per comprendere ieri, oggi e domani del nostro Paese. La tragicomica evoluzione della sinistra, l’impresentabilità della destra, i governi tecnici, la subordinazione alla UE, il servilismo verso la NATO, il farlocco carrozzone mediatico e gli indotti mutamenti culturali sono le conseguenze logiche della colonizzazione del territorio.