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Contro ogni Dittatura e Obbligo. Avversione per Dogmi, Poteri, Capi e Seguaci. Per l’Autodeterminazione dell’Individuo e una Vita Libera da Stato Padroni e Società
Quando il 27 aprile un gruppo di militari ha arrestato Aurelio Gazzera, una folla di migliaia di persone è corsa verso gli uffici della Brigade Minière per invocarne la liberazione immediata.
Ma la storia va raccontata dal principio, da quando circa due mesi fa il governo ha autorizzato una società cinese ad aprire una decina di cantieri per estrarre l’oro nella zona di Bozoum. Dopo diversi sopralluoghi nei pressi del fiume Ouham, padre Gazzera ha scoperto uno scempio: le sponde e il greto devastati, il fiume preziosissimo per la popolazione inquinato, il corso d’acqua deviato, con il rischio di inondazioni durante la stagione delle piogge.
Il governo aveva promesso di verificare che i cinesi rispettassero l’ambiente, ma non è stato fatto nulla.
«I cinesi hanno a disposizione 50 militari. Mi hanno sequestrato il cellulare, la macchina fotografica e l’automobile e guidando la mia auto a tutta velocità mi hanno riportato a Bozoum negli uffici della Brigade Minière, che supervisiona le estrazioni minerarie».
«Il governo aveva imposto alla società di estrazione di costruire a Bozoum una scuola, un dispensario e alcuni pozzi. Invece non hanno fatto nulla. I cinesi, che sanno chi corrompere nel governo, si comportano in modo arrogante e nessuno può protestare con le autorità senza essere immediatamente zittito».
Il fumo nero proveniva dalla carcassa bruciata di un’auto della società cinese, «capitata in città al momento sbagliato». Era in corso una manifestazione, barricate dappertutto. «Ho provato a calmare la folla e c’ero quasi riuscito quando è arrivata una macchina carica di militari. Spaventati dalla gente, hanno fatto marcia indietro ma prima di andarsene hanno sparato sulla folla, anche ad altezza d’uomo. Per fortuna che i militari del Centrafrica sono così poco formati che non sanno sparare e sono riusciti a non uccidere nessuno. È stato un miracolo».
«Questa è gente che non scherza, non si fermano certo davanti a un frate. Sono contento però perché so di aver fatto la cosa giusta e tante persone mi hanno ringraziato. Il problema della corruzione è enorme e le immense risorse del Centrafrica dovrebbero arricchire la gente, non le società straniere».