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By Susan Murphy – 7/28/22
Spesso diamo per scontato l’accesso all’acqua corrente e a una vasta scelta di prodotti per lavarsi, senza renderci conto che, nell’epoca coloniale, tutto questo non esisteva. La mancanza di questi beni riservati all’igiene rendeva l’America molto poco pulita, come osservò un viaggiatore inglese: “sporca, al limite del bestiale”. Oggi faremo un tuffo nel passato per tornare all’epoca coloniale e vedere come erano messi riguardo all’igiene personale.
Un catino d’acqua ed un panno bagnato
Poiché all’epoca coloniale l’acqua corrente in casa non esisteva, i coloni non facevano il bagno. Gli unici a godere di questo trattamento erano i bambini, ma non per lavarli, bensì per temprarli.

Per quanto riguarda gli adulti, di solito si lavavano detergendo lo sporco dalla pelle nuda con un panno bagnato in un secchio d’acqua, praticamente allo stesso modo in cui si tolgono le macchie dalle mensole.
Latrine
Il fatto che, all’epoca coloniale, le case avessero latrine e vasi da notte in camera per i bisogni è ovvio. La cosa peggiore è che il “contenuto” veniva poi gettato fuori dalla finestra.

Tutte queste deiezioni umane finivano poi nei corsi d’acqua, nei laghi e nei fiumi, causando la contaminazione dell’acqua potabile e la diffusione di malattie. A quell’epoca, la mancanza di un sistema fognario efficiente ha portato alla morte molti individui.
Strumenti per la pulizia di orecchie e denti
Gli archeologi hanno recentemente scoperto un bastoncino d’argento per le orecchie risalente al XVII secolo, che molto probabilmente veniva usato per pulire anche le unghie, i denti e varie altre parti del corpo.

Si potrebbe pensare che questo strumento abbia una sola parte utile; in realtà, è dotato di diverse punte per varie funzioni. L’estremità principale è uno strumento di pulizia, mentre le altre parti più piccole servono a pulire diverse parti del corpo, come unghie e denti.
Parrucche incipriate
Molte foto e dipinti dell’epoca coloniale ritraggono spesso uomini della classe benestante con parrucche bianche. Ebbene, bisogna sapere che questi copricapi hanno una storia particolare.

La presenza di pidocchi era un problema comune all’epoca coloniale e la soluzione migliore era quella di radersi i capelli e coprire il capo rasato con una parrucca fatta di pelliccia animale. Tuttavia, queste parrucche attiravano anch’esse i pidocchi e altri insetti a causa della pomata e dei prodotti utilizzati per trattarle. Era una vera e lotta agli insetti senza pari.
Sapone per stoviglie e bucato
A differenza di oggi, i saponi per il bagno erano un lusso che possedevano solo i coloni ricchi. L’unico detergente disponibile per i comuni cittadini era un intruglio di liscivia, ottenuto da una miscela di grasso animale, cenere e soda caustica.

Purtroppo, questo sapone era troppo aggressivo per un bagno regolare e troppo costoso da sprecare, tanto che ci si lavavano solo le stoviglie e la biancheria più sporca (biancheria intima, pannolini e grembiuli). Questa scelta non dovrebbe sorprendere, dal momento che i coloniali non si preoccupavano molto dell’igiene.
Radersi era un’esclusiva degli uomini
Quasi tutti gli uomini non erano mai stati interessati a togliere i peli superflui di qualsiasi parte del corpo fino alla fine del XVIII secolo. In quel periodo, i barbieri erano principalmente uomini di colore che prestavano i loro servizi solo a persone dello stesso sesso.

Per quanto riguarda le donne, non ci sono prove che dimostrino che si siano mai depilate. La probabilità che le donne si depilassero da sole è bassa, poiché rischiavano di farsi uscire il sangue se l’operazione fosse stata eseguita in modo scorretto.
I coloni si lamentavano dei “parassiti”
Quando visitò Jamestown, il capitano John Smith rimase subito deluso dall’ambiente perché era infestato da quelle che descrive come “creature fastidiose” (soprattutto mosche, zanzare, pidocchi e scarafaggi).

I coloni, infatti, dovettero lottare contro pidocchi e pulci, che quotidianamente si ritrovavano sugli indumenti. Alcuni missionari, come George Henry Loskiel, si lamentavano di un grosso insetto, soprannominato localmente “cenere vivente” perché il suo morso pungeva come un carbone ardente.
La dissenteria era diffusa
Come anzidetto, non esistevano servizi igienici adeguati e le latrine erano spesso vicine a sorgenti d’acqua. Pertanto, le malattie erano la norma in tutte le colonie. Bambini e adulti si ammalavano regolarmente di colera, dissenteria e febbre tifoidea.

Questo problema è stato particolarmente sentito quando fece la sua comparsa in uno dei momenti più importanti della storia: quasi due terzi dell’esercito di George Washington perì di tifo, dissenteria, influenza e altre malattie infettive.
Odori femminili
Abbiamo già detto che le opinioni e le informazioni sull’igiene non erano uguali per tutti durante l’epoca coloniale, quindi le persone si lavavano nel modo a loro più congeniale. Tuttavia, i medici consigliavano alle donne di lavarsi regolarmente per evitare malattie che avrebbero potuto colpire gli organi riproduttivi.

Purtroppo, la società dell’epoca tendeva a non uniformarsi al punto di vista dei medici e, come molti altri, il padre fondatore Thomas Jefferson, incoraggiava le donne (in particolare sua figlia) a difendersi dagli uomini offendendo il naso…
Le famiglie facevano il bagno nella stessa acqua della vasca
Sebbene il bagno non fosse una routine quotidiana all’epoca coloniale, i coloni si prendevano un po’ di tempo durante la settimana o il mese per lavarsi accuratamente. Questa operazione comportava che si attingesse l’acqua dal pozzo, la si riscaldasse con il fuoco e la si versasse in una vasca da bagno portatile fatta di legno.

Dopo aver fatto tutto ciò, la famiglia faceva il bagno a turno nella stessa vasca d’acqua. Questa non era un’abitudine di tutti gli americani, ma era una pratica molto comune.
Tutti facevano lo stesso numero di bagni
L’igiene personale non era un problema all’epoca coloniale, quindi le persone, indipendentemente dalla loro condizione sociale, facevano lo stesso numero di bagni all’anno. Tuttavia, i benestanti indossavano abiti più ampi e disponevano dei profumi che, eventualmente, confondevano i cattivi odori.

D’altra parte, i poveri non potevano permettersi abiti e profumi in quantità, per cui, tendenzialmente, avevano un odore meno gradevole rispetto alle classi più agiate. Tuttavia, questo non era un problema, poiché non ci si aspettava che nessuno avesse un odore di rosa.
Abiti da toilette
Nel XVIII secolo, quasi tutte le donne indossavano abiti voluminosi con crinoline e busti. Questo abbigliamento era difficile da togliere, di conseguenza molto difficile da gestire quando si trattava di andare in bagno.

Per fortuna, indossavano mutande con uno spacco sul cavallo, che permetteva alle donne mettersi sopra la latrina o il vaso semplicemente accuciandosi, senza doversi spogliare completamente. Ovviamente, bisognava fare molta attenzione in questo frangente per evitare di sporcarsi.
Lavaggio una volta al mese
A causa dell’influenza religiosa, i capelli di una donna erano considerati il suo “fiore all’occhiello”, quindi più lunghi e sani erano, meglio era.

Il metodo per mantenere i capelli sani prevedeva di lavarli solo una volta al mese, o due volte, se erano troppo grassi. Questa routine serviva a preservare l’olio naturale dei capelli, poiché i detergenti di allora lasciavano i capelli e la cute particolarmente secchi. Questa secchezza era dovuta al fatto che il detergente era fatto con una sostanza aggressiva chiamata “liscivia”.
Si preferiva coprire il proprio odore
Poiché il bagno non era un’abitudine frequente dell’epoca coloniale, le persone consideravano metodi alternativi per affrontare la giornata senza avere un odore terribile.

Per le donne altolocate, la scelta migliore era quella di acquistare acqua di colonia o del profumo, mentre le meno abbienti optavano per una polvere profumata a buon mercato, che assorbiva anche l’umidità. Per gli uomini, la soluzione più comune era il bay rum, una profumazione particolare che nasce dalla combinazione di spezie e profumo con il rum.
Niente spazzolini da denti
Lo spazzolino da denti è un’invenzione che risale alla metà del XVIII secolo; prima di allora, le persone si pulivano i denti in una varietà di modi.

Alcuni di questi modi consistevano in sciacquarsi accuratamente la bocca con dell’acqua per eliminare le particelle di alimenti e la saliva, strofinarsi i denti con un panno umido o di masticare un bastoncino di erbe per pulire lo sporco intorno ai denti e ottenere un alito ragionevolmente fresco. Sebbene questi metodi fossero tutto sommato sufficienti, non erano efficaci come lo spazzolino di oggi.
L’acqua fa morire
All’epoca coloniale, era credenza comune che esporre la pelle a un’eccessiva quantità d’acqua potesse essere fatale perché l’acqua si infiltrava nella pelle e annegava l’individuo all’interno. Per questo motivo, le persone si immergevano brevemente nell’acqua o indossavano degli abiti per farlo.

Fortunatamente, quest’idea ridicola finì a metà del XVIII secolo, quando il periodo illuminista rivelò i benefici per la salute dell’esposizione della pelle nuda all’acqua e alla luce del sole, creando così una nuova prospettiva sul tema dell’igiene.
I bagni pubblici non servivano principalmente a fare il bagno
A metà del XVIII secolo, i bagni facevano già parte della vita quotidiana dei cittadini, ma non erano stati creati per lavarsi. Erano invece un tipo di cura medicinale e un modo fantasioso per i ricchi di rilassarsi in una giornata noiosa.

Infatti, il governatore del Re della colonia della Virginia usava spesso i bagni per rinfrescarsi nelle giornate più calde negli anni 1770/80. La maggior parte di queste sale da bagno erano simili a quelle degli antichi romani di qualche buon secolo prima.
La biancheria intima puliva le parti del corpo?
Tra le tante credenze sull’igiene dell’epoca coloniale, era prevalente l’idea che la biancheria intima fosse l’agente che puliva le parti del corpo. Diversi popolani ed anche persone facoltose tenevano in grande considerazione la propria biancheria intima, ritenendo che assorbisse le impurità del corpo.

Per questo motivo, si usava mostrare un lembo della propria biancheria intima di lino, in modo che gli altri potessero vedere la loro purezza morale. Il concetto che la rettitudine morale si misurasse dall’abbigliamento si può vedere anche negli ecclesiastici che indossavano un colore bianco.
Biancheria da letto pulita
Possiamo ammettere che l’epoca coloniale non era così beata come sembrava nel film d’animazione della Disney, Pocahontas, ma la situazione diventa ancora più strana proseguendo con questa rassegna.

Nel ‘600, i Puritani pensavano che avere della biancheria da letto impeccabile fosse direttamente legato alla pulizia del corpo. Infatti, la maggioranza considerava antigienico e immorale andare a letto senza essersi spogliati. In altre parole, si doveva dormire nudi solo per mantenere le lenzuola pulite.
La salute orale dei nativi
Mentre gli europei che arrivarono curavano poco l’igiene orale, i nativi mantenevano i denti sani con vari sistemi. Tra questi, lo sfregamento di carbone di legna sui denti, la masticazione di erbe alla menta per un alito fresco, lo spazzolamento con un bastoncino da masticare ed altro.

Oltre alla scarsa salute orale, gli europei seguivano una dieta assolutamente dannosa per i denti. Uno dei principali responsabili era il consumo eccessivo di zucchero nel tè.
L’igiene personale dei nativi americani
I nativi americani sapevano che fare il bagno è un modo efficace per mantenersi in salute e proteggersi dalle malattie. Per questo motivo, si lavavano liberamente nei ruscelli e nei fiumi e usavano foglie e altri metodi rozzi per pulirsi.

Inoltre, non condividevano il modo con cui i coloniali curavano l’igiene, in particolare l’uso del fazzoletto. Lo consideravano un accessorio disgustoso, poiché l’idea di portare in giro il proprio muco era ributtante.
Le malattie europee spazzarono via i nativi
La storia ci tramanda che le malattie europee furono la causa della morte del 90% dei nativi che vivevano sulle coste del New England. Queste malattie si moltiplicarono a causa della scarsa propensione a fare il bagno da parte dei coloniali.

Purtroppo, le malattie continuarono ad uccidere milioni di nativi americani per decenni dopo il 1620, quando arrivarono i Padri Pellegrini. Questo fatto storico è la prova delle conseguenze di una scarsa igiene e di cattive condizioni igienico-sanitarie in generale se si verificano su larga scala.
L’acqua non andava necessariamente di pari passo con la pulizia
Sarà anche impossibile da credere, ma si dice che Luigi XIV abbia fatto solo tre bagni in tutta la sua vita. Questo fatto non è una sorpresa, dato che abbiamo già stabilito che il bagno non era una pratica comune nel XVII secolo.

Ci si lavava spesso le mani, il viso e i piedi, ma raramente ci si immergeva nell’acqua. Infatti, era convinzione comune che spogliarsi completamente e immergersi nell’acqua fosse malsano e immodesto.
Convincere i coloniali a lavarsi
I coloniali non emanavano un odore gradevole a causa della scarsa igiene personale. Questo odore era talmente ripugnante per i nativi americani che cercarono di convincerli a lavarsi più frequentemente. Ovviamente, questo sforzo non produsse alcun risultato.

Questo fatto è stato riportato in una biografia del 1965 scritta da un pellegrino del Mayflower, recentemente arrivato a Plymouth. Se solo i coloni avessero ascoltato i nativi americani, si sarebbero risparmiati continui malanni e morti.
La sifilide era una malattia molto diffusa
Nel corso del ‘400, gli spagnoli arrivarono sulle coste del Nuovo Mondo e portarono inconsapevolmente anche la sifilide. Non ci volle molto perché la malattia si diffondesse in tutto il campo a causa della mancanza di igiene personale. Ma non è finita qui.

La malattia si è evoluta in un’epidemia e, poiché all’epoca i medici non potevano fare molto, è rimasta la quarta causa di morte fino alla Seconda Guerra Mondiale
I nativi americani avevano denti più sani
Poiché i nativi americani avevano un’eccellente igiene orale, avevano denti migliori e più sani rispetto agli europei, che erano macchiati e cariati.

Avevano dei denti così sani che li scambiavano per denaro con i ricchi coloniali, come George Washington, che avevano bisogno di una dentiera. A proposito di Washington, le voci sui suoi denti di legno sono false; essi erano costituiti da oro, metallo e altri materiali non organici.
Le condizioni malsane hanno facilitato il progresso della medicina

A causa della crescente diffusione delle malattie, i medici dovettero ricercare dei metodi più rapidi ed efficaci per curare i pazienti. Inoltre, per via della guerra, i chirurghi divennero più specializzati, poiché i pazienti non mancavano di sicuro per testare e perfezionare nuove tecniche.
I neonati non si usava lavarli
Gli ospedali moderni considerano obbligatorio fare il bagno ai neonati per la pulizia e la prevenzione di potenziali proliferazioni batteriche. Tuttavia, le cose erano leggermente diverse per le madri dell’epoca coloniale.

Sebbene le madri dell’epoca coloniale facessero regolarmente il bagno ai loro figli, il loro scopo non era quello di pulirli, ma di “temprarli” contro future malattie e altri disturbi. In altre parole, pensavano che il bagno dei bambini funzionasse come un vaccino o una forma di immunizzazione.
Le donne non potevano radersi
Come già accennato, nell’epoca coloniale la rasatura era compito dei barbieri professionisti, anch’essi uomini, di colore, e nessuna osava depilarsi per paura di farsi uscire il sangue. Questo fatto spiacevole rendeva la depilazione per le donne quasi impossibile, con il risultato che dovevano togliersi i peli strappandoli.

Usavano anche creme depilatorie a base di pietra calcarea e arsenico per rimuovere i peli dai punti indesiderati. Alcune lasciavano che i peli crescessero senza problemi, il che importava poco dal momento che erano sempre completamente vestite.
La cura per la calvizie
Come al giorno d’oggi, gli uomini dell’epoca coloniale cercavano in tutti i modi di salvare la capigliatura dalla calvizie incipiente. Un metodo standard era quello di strofinare sulla testa una miscela di escrementi di pollo e potassio per stimolare la crescita. Erano proprio disperati!

Il rimedio non faceva tanto effetto, come dimostrano le zone calve sulle teste di molti personaggi nel corso della storia, come William Shakespeare. Non si può fare a meno di chiedersi quanto tempo ci sia voluto prima che si rendessero conto della sua inefficacia.
Strani rimedi per la tosse
Prima di avere continuamente a disposizione dei pazienti che hanno portato allo sviluppo della medicina, i medici cercavano di curare la tosse con un intruglio contenente circa mezzo chilo di zucchero e mezzo chilo di lumache attive. Non bava di lumaca, ma lumache vive e vegete.

Ritenevano che la bava avrebbe rivestito le pareti della gola, avendo così la meglio sulla tosse. Ma, come il precedente rimedio a base di escrementi di pollo e potassio, anche questo strano metodo si rivelò inefficace.
Lo sterco di coccodrillo come contraccettivo
Tra i tanti metodi fantasiosi di controllo delle nascite, gli escrementi di coccodrillo sono in cima alla lista. Si trattava dello sterco del rettile modellato dalle donne fertili, che poi lo inserivano all’interno dell’organo riproduttivo per prevenire gravidanze indesiderate.

Questo sistema buffissimo era una pratica comune tra le giovani donne e le madri sposate alla ricerca del modo migliore per impedire la fecondazione. Fortunatamente, la medicina è entrata in scena e ha fatto aprire gli occhi, di modo che la procedura divenne a poco a poco irrilevante.
Assorbenti igienici di fortuna
Le donne sono innegabilmente creature speciali e hanno bisogno di cure speciali ogni mese. Purtroppo, poiché i prodotti sanitari sono un’invenzione moderna, le donne dell’epoca coloniale dovevano costruirsi assorbenti e tamponi con i materiali che trovavano nel loro ambiente.

I metodi consistevano nell’assorbire le perdite con un panno piegato o nell’estrarre il muschio dalla foresta per fungere da pannolino artificiale. Ovviamente, questa pratica non dava grandi risultati, in quanto provocava infezioni e proliferazione di batteri.
Bellezza malata
Nel XVIII secolo, il tratto principale che la società valutava come indice di bellezza di una donna era il pallore della sua pelle. Non si tratta di un criterio strano, visto che è ancora prevalente in luoghi come la Corea.

Tuttavia, il problema di questa regola era che le donne acquistavano ed applicavano della polvere di gesso per far apparire il viso più bianco, mentre altre arrivavano addirittura ad ingerirlo, il che le rendeva effettivamente pallide, ma solo perché si ammalavano.
I denti marci erano simbolo di ricchezza
Dato che lo zucchero era un lusso riservato alla gente altolocata, questi poi soffrivano le conseguenze di avere denti marci. Si tenga presente che questo marciume era anche il risultato dell’eccesso di tisane e della scarsa igiene orale.

Sebbene si trattasse di una condizione orale malsana, era considerata un simbolo di ricchezza, tanto che molti fingevano di soffrirne per sembrare ricchi. Lo facevano colorando i denti di marrone o lavandoli continuamente con un inzuppo di liscivia.
Controllo delle nascite non scientifico
Dall’odore del corpo come deterrente contro gli uomini all’inserimento di sterco di coccodrillo come metodo contraccettivo, possiamo concludere che l’epoca coloniale non è stata un periodo felice per le donne. Uno dei loro anticoncezionali non scientifici prevedeva un infuso a base di ingredienti alquanto discutibili.

Questa miscela comprendeva un tè canadese ricavato dai genitali dei castori maschi. Nessuno conosce il principio scientifico su cui si basa questo intruglio, ma siamo tutti d’accordo sul fatto che faccia rivoltare lo stomaco.
Scarsa igiene = peccato
Mentre i medici non erano concordi sull’igiene personale, la religione interveniva con la sua ideologia sull’argomento. Essa sosteneva che la sporcizia era direttamente collegata al peccato e al diavolo.

Questa opinione sembra essere stata ripresa pari pari dalla Bibbia, dove gli israeliti dovevano lavarsi prima di comparire davanti all’Onnipotente. Sfortunatamente, questa affermazione ha avuto delle implicazioni morali, inducendo le persone a limitare la loro frequentazione con coloro i quali si lavavano meno spesso.
I soldati poco puliti di George Washington
Durante la guerra d’indipendenza, George Washington già era consapevole che l’igiene personale fosse essenziale per prevenire la diffusione delle malattie. Così ordinò ai suoi uomini di lavarsi regolarmente. Tuttavia, questi ordini caddero nel vuoto e i suoi i soldati li ignoravano, dato che era una seccatura obbedire.

Fortunatamente, George Washington riuscì a mantenere la pulizia dell’accampamento con l’aiuto delle “seguaci dell’accampamento”, donne che svolgevano servizi essenziali per l’esercito, tra cui la cucina, la pulizia, ecc.
Chiunque poteva estrarre un dente
Poiché non esistevano dentisti in America durante l’epoca coloniale, per ovviare al mal di denti era necessario recarsi da una persona esperta come il fabbro, il barbiere, lo speziale o il chirurgo.

Il sistema particolare che veniva adottato per l’estrazione dei denti consisteva in rimedi naturali contro il dolore, come l’alcol, i fichi e l’oppio per “addormentare” il dente dolorante o estrarlo. Ovviamente, queste procedure erano pericolose e spesso portavano a un’infezione della bocca per diversi mesi o addirittura anni.
George Washington comprava i denti
Non è un caso strano vedere George Washington comparire più volte in questa rassegna, dato che fu una figura importante durante l’epoca coloniale. Sembra inimmaginabile, ma secondo il libro mastro di George Washington, egli pagò sei sterline e due scellini a “Negri per nove denti per conto del dottor Lemoin”.

Sebbene questo atto possa sembrare raccapricciante e disgustoso, era una pratica comune tra i poveri che barattavano i loro denti sani in cambio di denaro. La storia racconta che Washington ebbe problemi con i denti p
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